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Alessandria, uccise la moglie nel letto: “Ero posseduto da Satana”

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Immagine d'archivio. Credit: AGF

La confusa ricostruzione di Giovanni Salamone, che la notte del 16 ottobre assassinò a coltellate la consorte Patrizia Russo: all'origine del delitto depressione e preoccupazioni economiche

“Ero posseduto da Satana”. Giovanni Salamone, 61 anni, ha spiegato così ai giudici della Corte d’Assise di Alessandria perché la notte del 16 ottobre 2024 ha ucciso la moglie, Patrizia Russo, 53 anni, accoltellata mentre era a letto nella loro abitazione di Solero.

L’uomo è stato interrogato in aula ieri, lunedì 12 maggio, nel processo che lo vedo imputato per l’omicidio. Il giorno del delitto era stato lui stesso ad allertare i carabinieri e a confessare subito l’accaduto, ma anche quel giorno spiegò confusamente cosa lo aveva spinto a uccidere: “Mi volevano fregare i soldi. Non so spiegare chi e come”, disse ai militari dell’Arma giunti sul posto.

Secondo quanto emerso finora nel processo, sembra che Salamone soffrisse di depressione e fosse preoccupato per una serie di debiti contratti e per un processo a suo carico in cui era accusato di ricettazione, processo da cui sarà poi assolto. In aula è stata ascoltata anche la migliore amica della vittima, a cui la donna avrebbe dettagliatamente aggiornato sulla difficile condizione mentale del marito.

Gli avvocati difensori di Salamone – Elisabetta Angeleri e Gianfranco Foglino – hanno richiesto la perizia psichiatrica per l’uomo, ma l’istanza è stata respinta, “perché – spiega Angeleri – negli atti c’è già una consulenza di parte dell’accusa e, quindi, non ci sarebbero elementi tali da giustificare una perizia”.

Il 61enne è attualmente detenuto nel carcere di Marassi a Genova. Il 18 ottobre 2024, due giorni dopo il delitto, l’uomo tentò di togliersi la vita nella Casa circondariale “Cantiello e Gaeta” di Alessandria.

LEGGI ANCHE: Femminicidio di Elisa Amato, il Tar dà il via libera alla fondazione in memoria dell’assassino

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