Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:18
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Costume

La nuova Marie Kondo vive a Milano: si chiama Le Yen Mai e riordina gli armadi delle influencer

Immagine di copertina
Le Yen Mai, organizzatrice professionista

La giovane di 31 anni ha lavorato nella moda e nel cinema. Poi la decisione di mettersi in proprio, facendo della propria innata propensione per l'ordine un lavoro. Oggi è "organizzatrice professionista"

La nuova Marie Kondo vive a Milano: si chiama Le Yen Mai ed è l’arma segreta delle influencer

La nuova Marie Kondo vive a Milano e gli armadi delle influencer italiane ora portano la sua firma. Origini asiatiche, ma nata e cresciuta in Svizzera. “Probabilmente è da questo mix di culture che deriva la mia innata passione per l’ordine e la precisione”, racconta a TPI. Le Yen Mai ha 31 anni e per lavoro organizza e riordina armadi.

Una carriera nel mondo della moda e nel brand management. Poi tappa nel cinema, come costumista. Oggi ha fatto della sua passione e inclinazione personale il suo lavoro. E per tanti, il cambio dell’armadio non sarà più un problema.

Il maggior numero dei suoi clienti sono nel capoluogo lombardo. Poi Roma, Verona, Parigi e Zurigo. Un anno e mezzo fa, l’inizio da zero. Poi sono arrivate le influencer: in così poco tempo, è entrata anche nelle cabine di Gabrielle Caunesil, Veronica Ferraro e Giada Tedesco e il suo account: @mailifestyle è rimbalzato sulle stories delle modaiole di tutta Italia.

Il prezzo per otto ore di restyling? 280 euro, che salgono a 450 se i giorni di lavoro diventano due.

Oggi, per prenotare un appuntamento con Le Yen Mai possono servire settimane di anticipo. Il sogno è quello di espandersi, ma senza perdere la fedeltà al proprio stile.

L’armadio dei sogni da riordinare? “Quello di Marie Antoniette. Sarebbe stata una bella sfida”, risponde nell’intervista a TPI.

Come hai iniziato?

La mia idea era quella di offrire un servizio di organizzazione della casa: non solo armadi, ma anche cucina, bagno, salotto, studio. Ma la maggior parte delle persone mi chiede di riordinare l’armadio, che in realtà è anche il posto più bello dove fare ordine perché è il più personale.

Che tipo di percorso hai seguito?

Non ho seguito un percorso specifico. Ho studiato design della moda a Parigi, all’Istituto Marangoni, poi sempre a Parigi ho fatto un master in management e brand marketing da Mode’art.

Dopo la laurea ho iniziato a lavorare nella moda a Parigi. Sono diventata project manager per Sachs Fifth Avenue. Qui ho iniziato a occuparmi di organizzazione: dai viaggi di chi veniva alla settimana della moda, al rapporto del brand con i clienti. Penso che questo lavoro mi sia stato molto utile. Ho imparato ad assumere un atteggiamento professionale, a rapportarmi con i clienti.

Poi, quattro anni fa mi sono spostata a Milano, dove ho proseguito la mia carriera nel mondo del cinema nel reparto costume in due film di Luca Guadagnino.

Ma è stato a quel punto che ho deciso che volevo fare dell’organizzazione il mio impiego a tempo pieno. Tutti i miei amici, conoscendomi, mi hanno suggerito di iniziare una carriera come organizzatrice professionista, a 360 gradi.

Ho semplicemente fatto qualche ricerca su Google. È bastato digitare “organizing” e ho scoperto che in tantissimi avevano lanciato una carriera come riordinatori professionisti, soprattutto in America e in Brasile. In Italia non c’era praticamente nessuno, ma all’estero, dopo che la figura di Marie Kondo e la sua filosofia hanno iniziato a essere conosciute, è diventato un boom.

Le Yen Mai
Le Yen Mai
Quali sono le caratteristiche e le qualifiche che deve avere un organizzatore?

Non c’è un percorso da seguire, anche se oggi sembra che le persone possano fare qualsiasi cosa senza avere un titolo. Nella nostra era è più facile per i giovani staccarsi dai percorsi prestabiliti e buttarsi in qualcosa di completamente nuovo.

Io ho studiato fashion design, ho esperienza in brand management e so come funziona questo business. So che posso ancora migliorare sotto altri aspetti, ma questa è una cosa che so fare.

Non servono qualifiche, ma penso che nel mio caso il senso dell’ordine sia innato, avendo radici svizzere e asiatiche. Poi ho studiato moda, amo il design di interni e proprio grazie a questo ho sviluppato un senso estetico particolare. Sono abituata a riconoscere il bello.

organizzare armadi
Una scarpiera organizzata da Le Yen Mai
Come sei riuscita a far partire il business da zero?

All’inizio non è stato facile, ovviamente. La difficoltà principale è stata far capire alle persone di cosa si trattasse. Non essendo un prodotto, ma un servizio, era necessario che venisse spiegato.

Ho cercato di fare tutto nel modo più corretto possibile: ho aperto un sito, ho creato i miei biglietti da visita. Ma a dare la svolta sono stati i social.

Instagram in questo senso è stato indispensabile. È successo tutto molto più velocemente di quanto mi aspettassi. In un anno e mezzo sono arrivata ad avere 35/40 clienti e ora devo pianificare gli appuntamenti con un anticipo minimo di tre settimane per gli appuntamenti su Milano, due mesi per quelli a Parigi e a Zurigo.

Chi sono i tuoi clienti?

Inizialmente pensavo che sarebbero stati principalmente persone anziane, o comunque adulte che volessero una mano per sistemare la casa. Dopo che ho iniziato, ho capito che questo tipo di servizio era molto richiesto sia da influencer con moltissimi abiti, sia da persone abbienti, sia da giovani con case molto piccole che avevano bisogno di una mano per organizzarle.

riordinare armadi
Uno degli armadi riordinati da Le Yen Mai
Come si sviluppa il tuo lavoro con un cliente?

Se si tratta di un cliente a Milano (la città dove vive n.d.r), organizzo un primo appuntamento conoscitivo per vedere lo spazio. Nel caso invece in cui il cliente fosse a Parigi o a Zurigo, mi faccio inviare delle foto dell’armadio o della stanza da riorganizzare, in modo da iniziare a dargli qualche consiglio.

Ad esempio, suggerisco spesso di comprare scatole per le scarpe, o ceste dove raccogliere gli oggetti. È importante capire la struttura dello spazio da riordinare per studiare uno schema logico dove disporre le cose, in modo che poi sia anche più facile per il cliente mantenere tutto in ordine.

Nei primi tempi insegnavo alle persone come tenere ordinato l’armadio, mentre col tempo ho dovuto adattarmi alle loro esigenze. Qualcuno ad esempio ha bisogno che io torni periodicamente a sistemare.

Ogni spazio, così come ogni persona, è diverso e bisogna imparare ad ascoltare le esigenze degli altri.

Per sistemare un armadio, in media impiego otto ore di lavoro. Nel caso di clienti con un numero molto elevato di capi, come ad esempio gli influencer, posso metterci anche due o tre giorni. Per questo scelgo di non fissare mai più di due o tre appuntamenti alla settimana.

Marie Kondo ha fatto del riordino una filosofia. Qual è la tua?

Ovviamente Marie Kondo è un’ispirazione continua. Per me, riordinare la propria casa, o il proprio armadio, vuol dire anche mettere in ordine la propria vita.

Quando affronto per la prima volta un armadio, per iniziare tiro fuori tutto, lo svuoto completamente. Le cose più difficili da sistemare son gli armadi e gli studi. Sono questi i luoghi in cui le persone conservano le cose a cui tengono e alle quali sono molto legati.

Le persone comprano tantissimi vestiti e altrettanti oggetti: ricordi dai quali non si vogliono separare, anche se magari non gli servono a nulla. Alcune persone si ritrovano con 50 magliette bianche senza saperlo.

Quando possediamo troppe cose, non affolliamo solo scaffali e cassetti, ma anche la nostra vita, si prendono il nostro spazio. Io non tornerei mai in una casa che non fosse ordinata.

Per molti è un processo impegnativo, coinvolgente anche dal punto di vista emotivo. Non forzo nessuno a buttare le cose. Ma quando i clienti si rifiutano di buttare vecchie cartoline di Natale, o vestiti che non indossano da anni, il mio suggerimento è lasciarli fuori, in bella vista per tre giorni. A quel punto, capiscono se siano cose di cui hanno davvero bisogno o meno.

Il metodo Marie Kondo salverà il mondo (oltre che noi stessi)
Ti potrebbe interessare
Costume / Optima: i vantaggi e la comodità di una bolletta unica
Costume / Chiara Ferragni torna sui social dopo due settimane di silenzio
Costume / Roma: le migliori location con vista per il giorno del sì
Ti potrebbe interessare
Costume / Optima: i vantaggi e la comodità di una bolletta unica
Costume / Chiara Ferragni torna sui social dopo due settimane di silenzio
Costume / Roma: le migliori location con vista per il giorno del sì
Costume / Fenomeno “Sharenting”: quando i figli finiscono in vetrina sui social
Costume / I social creano dipendenza tra i giovani? Sì, ma i veri colpevoli sono i genitori
Costume / All’aeroporto Leonardo da Vinci l’arte è ancora protagonista con “Master of Mistakes” di Daniele Sigalot
Costume / Chiara Ferragni scomparsa dai social: "Sta malissimo"
Costume / Uomo scopre il tradimento della moglie grazie ai suoi pappagalli che ripetevano: “Mio marito non è in casa, vieni”
Costume / Le migliori città europee dove vivere: Roma al quarto posto, Milano in top ten
Costume / Buona Pasquetta 2024: le frasi per i vostri auguri su Whatsapp