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Home » Politica

Cosa ci insegnano sulla democrazia i casi di Briga Alta e Ribordone, i due comuni finiti in parità

Immagine di copertina
Il paese di Briga Alta, in provincia di Cuneo

Ribordone e Briga Alta | Elezioni comunali 2019 | Risultati | Parità

Ribordone e Briga Alta – Se i ballottaggi amministrativi di domenica 9 giugno saranno ricordati soprattutto per le storiche vittorie del centrodestra a Ferrara e Forlì e per il ritorno di Livorno al centrosinistra, all’ombra di questi dati ci sono due comuni, che rappresentano meno di cento elettori in tutto, che hanno saputo scrivere una piccola storia che apparentemente potrebbe essere messa sotto la voce “curiosità”.

S&D

Il comune di Briga Alta si trova in provincia di Cuneo, sulle Alpi al confine con la Francia. Si tratta di un comune tra i più piccoli d’Italia, in cui al primo turno – che sarebbe dovuto essere l’unico – solamente 20 persone hanno espresso un voto valido. Nei comuni con meno di 15mila abitanti, infatti, non è previsto ballottaggio, tranne in un caso: che due candidati arrivino primi in perfetta parità di voti. Con un risultato che ricorda quello di un voto per il rappresentante di classe, Giancarlo Murreddu e Francesco De Lucia hanno ottenuto dieci voti ciascuno.

In quella che più che un ballottaggio è stata una ripetizione del voto, il 9 giugno Murreddu ha saputo ampliare il proprio consenso toccando i 15 voti, e lasciando De Lucia alle sue spalle a quota sette. Se fosse un comune più grande parleremmo di vittoria al filo di lana per appena otto voti, ma nella piccola Briga Alta si tratta di un vero e proprio plebiscito con oltre il 30 per cento di scarto.

Ribordone | Ballottaggio | Parità

Ma sempre in Piemonte succede qualcosa di ancora più clamoroso, a Ribordone nello specifico, in provincia di Torino. In quaranta persone al primo turno sono andate a votare esprimendo un voto valido, con la possibilità di scegliere stavolta tra tre candidati: se Sabrina Cresto Ferrino si è trovata fuori dai giochi con appena due voti, Guido Bellardo Gioli e Paolo Giovanni Chiolerio sono andati entrambi a un soffio dalla vittoria, concludendo in parità 19 voti a 19. In questo caso il ballottaggio è, ovviamente, esclusivamente tra i primi due che il 9 giugno hanno replicato il pareggio dell’andata, finendo 21 a 21.

In una storia che ricorda quasi il rigore più lungo del mondo raccontato dallo scrittore argentino Osvaldo Soriano, la legge italiana, che sa quanto complessa sia la politica, ha contemplato cosa fare anche in questo caso. In caso la parità si ripeta anche al ballottaggio, infatti, a prevalere è il candidato più anziano, e la vittoria è stata quindi consegnata al classe 1944 Bellardo Gioli. Far largo ai giovani in questi casi può non essere una carta vincente.

Ribordone e Briga Alta | Cosa ci insegnano sulla democrazia

Ma al di là dell’aneddotica, cosa ci insegnano questi singolari casi? Sicuramente ci ricordano come anche nelle comunità più piccole esiste una partecipazione politica sentita, ma inutile dilungarsi su questo tanto più che è un caso che conosciamo solo marginalmente.

Ci ricorda però senza dubbio una cosa: che la democrazia è prima di tutto un insieme di regole e meccanismi, regole che, se cambiate, possono cambiare completamente il funzionamento della cosa pubblica. Tante volte si sente dire “ma cosa parliamo della legge elettorale con tutti i problemi che ci sono?”. Ecco, grave errore. Perché affinché i nostri rappresentanti possano occuparsi di pensioni, immigrazione, reddito di cittadinanza e quant’altro, serve prima di tutto la legge elettorale, che è in grado di cambiare le regole del gioco e, di conseguenza, il modo in cui vengono trattati questi temi.

Ribordone e Briga Alta – Pensate se nel calcio si decidesse, ad esempio, che i goal da fuori area valgono doppio o si abolisse il cartellino giallo: per quanto si tratterebbe comunque di mettere in campo 11 giocatori per squadra e mandare la palla in rete, diventerebbe un altro sport. Stesso discorso per la democrazia: con lo stesso risultato un proporzionale o un sistema di collegi uninominali possono portare a due parlamenti completamente diversi. E nel loro piccolo, i casi di Briga Alta e Ribordone, ci ricordano che anche se dedicate a casi limite, le leggi elettorali sono il sale della democrazia e riguardano tutti noi.

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