Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 20:28
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

“Amore, empatia e integrazione”, la lezione della premier neozelandese Jacinda Ardern per essere veri leader

Immagine di copertina
Jacinda Ardern

"Noi siamo voi'' è la risposta della Nuova Zelanda all'odio

“Questo è uno dei giorni più bui della Nuova Zelanda”. Così la prima ministra Jacinta Arden ha parlato alla nazione dopo il durissimo attacco alle due moschee di Christchurch di venerdì 15 marzo 2019.

Un giorno che ricorderemo per sempre, una strage che ha fatto 50 vittime. La premier della Nuova Zelanda ha reagito alle sparatorie di Christchurch con fermezza, compassione ed empatia.

Jacinta Arden è una donna di 38 anni e nel 2017 è diventata il primo ministro più giovane del paese. La leader laburista governava con il pancione e quando partorì portò la figlia di tre mesi alla riunione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite.

“Ma c’era della sostanza? La domanda si pone per tutte le leader donne. Cosa c’è sotto? Dov’è la tempra?”. Bene, la tempra di Jacinda Ardern l’abbiamo vista “nella più orrenda delle circostanze”, scrive l’opinionista Suzanne Moore su The Guardian.

La premier neozelandese si è trovata faccia a faccia con una delle crisi più spaventose della storia del suo Paese e il mondo intero ha aspettato di vedere quale sarebbe stata la sua reazione di fronte alla strage di musulmani nelle due moschee per trovare una risposta universale al clima di odio e razzismo che si sta diffondendo ovunque. Che non risparmia nessuno, nemmeno quella striscia di terra isolata in mezzo al Pacifico come la Nuova Zelanda.

Jacinda Ardern ha mostrato “le qualità che definiscono la leadership in modo tale da rendere chiaro che lei è una leonessa e che chiamare asini molti dei nostri attuali leader non rende giustizia agli asini”.

Ardern di fronte alla strage “ha comunicato in modo rapido”, dando ai neozelandesi tutte le informazioni che poteva e fornendoli anche di “un linguaggio in cui dire l’indicibile, dar voce allo choc e al dolore”.

Jacinda Ardern ha usato le tre parole simbolo per parlare dei morti e dei feriti all’attacco, “loro sono noi”, e così “l’altro” dei musulmani come qualcosa di separato, diverso, non abbastanza parte di noi, è stato abbattuto in un colpo solo”.

Quando le è stato chiesto quale aiuto potessero dare gli Stati Uniti a un paese piccolo come la Nuova Zelanda colpito all’improvviso dal terrorismo suprematista, Jacinta Ardern ha risposto “simpatia e amore per tutte le comunità musulmane”.

La Nuova Zelanda era stata scelta perché era sicura, perché non c’era posto per l’odio o il razzismo. “Perché rappresentiamo la diversità, la gentilezza, la compassione, la casa per coloro che condividono i nostri valori. Rifugio per chi ne ha bisogno. ”

L’ultima promessa che la premier ha fatto in Parlamento è stata quella di non pronunciare mai il nome dell’attentatore. Per lasciare spazio solo alle vittime e non all’odio che quell’uomo rappresenta.

”Vi imploro di dire i nomi di coloro che abbiamo perso e non quello dell’uomo che ce li ha portati via – ha detto -. Quell’uomo cercava notorietà ma noi non gli daremo nulla”.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Corte penale internazionale, il procuratore chiede l'arresto per Netanyahu, Gallant e tre leader di Hamas
Esteri / Vittoria per Julian Assange: può fare appello contro l’estradizione negli Usa
Esteri / Iran: cosa può accadere ora dopo la morte del presidente Raisi
Ti potrebbe interessare
Esteri / Corte penale internazionale, il procuratore chiede l'arresto per Netanyahu, Gallant e tre leader di Hamas
Esteri / Vittoria per Julian Assange: può fare appello contro l’estradizione negli Usa
Esteri / Iran: cosa può accadere ora dopo la morte del presidente Raisi
Esteri / Cosa sappiamo finora sull'incidente del presidente iraniano Raisi
Esteri / Corte penale internazionale, il procuratore capo chiede l'arresto per Netanyahu, Gallant e i leader di Hamas. Israele: "Uno scandalo". Biden: "Oltraggioso". Hamas: "Equipara vittime e carnefice"
Esteri / Iran: Mokhber presidente ad interim. Ali Bagheri nominato ministro degli Esteri. Domani i funerali di Stato. Aperta un'indagine sull'incidente. Il Consiglio di Sicurezza Onu osserva un minuto di silenzio
Esteri / Guerra in Ucraina, Kiev: “I russi hanno perso 10.000 uomini in una settimana”
Esteri / Ultimatum di Gantz a Netanyahu. L’Onu: 800 mila persone in fuga da Rafah. Al Jazeera: 64 morti a Gaza nelle ultime 24 ore
Esteri / Guerra in Ucraina, Mosca: eliminati nel Donbass 125 militari ucraini in 24 ore
Esteri / Televisione israeliana: sospese le trattative su ostaggi. Attaccata petroliera al largo dello Yemen. Idf: "Ucciso Khamayseh"