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Home » Esteri

Cosa rivelano sull’orgasmo i 50 video più visti su Pornhub

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Uno studio ha analizzato il modo in cui vengono rappresentati i rapporti sessuali mettendo in luce come la pornografia perpetri stereotipi e aspettative irrealistiche

Le relazioni sociali e gli equilibri di forza che si instaurano tra uomo e donna possono essere influenzati dal modo in cui i media rappresentano questi legami.

S&D

Cinema, tv, fotografia, letteratura: tutto ha una ricaduta sulla tipologia di comportamento che adottiamo nei confronti dell’altro sesso.

Un esempio su tutti ci è fornito dalla pornografia: è noto che molti cambiamenti sociali sono transitati anche attraverso questa arte, che nel tempo ha modificato le proprie regole, anche nella rappresentazione dell’orgasmo umano.

La pornografia non è l’unico mezzo che si occupa di rappresentare l’orgasmo dell’essere umano, ma è certamente il più esplicito, il più diffuso e quello di più facile accesso.

Come tale, la pornografia è anche il mezzo ideale per esaminare le rappresentazioni dell’orgasmo femminile e quello maschile e divenire utile strumento per comprendere come queste possono (o meno) perpetrare determinati stereotipi.

Uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Sex Research, ha preso in esame i 50 video di Pornhub più visti di tutti i tempi, che sono stati visualizzati e codificati attraverso diversi parametri.

Fra questi: la frequenza degli orgasmi femminili e maschili, la tipologia di atti sessuali che conducono all’orgasmo (e se l’attività che induce gli orgasmi femminili include una qualche forma di stimolazione clitoridea), la voce e le immagini che accompagnano l’orgasmo.

L’analisi dei contenuti, audio e video, ha rivelato alcuni dati interessanti.

In tutti i video solo il 18,3 per cento delle donne raggiunge l’orgasmo, rispetto al 78 per cento degli uomini. Un dato che mette in luce come molta della pornografia finora prodotta tende a soddisfare prevalentemente i bisogni maschili.

Orgasmo femminile

Dei 20 orgasmi femminili mostrati nei video, il 45 per cento è stato indotto attraverso il rapporto vaginale, il 35 per cento attraverso il rapporto anale, il 5 per cento attraverso il sesso orale e il restante 15 per cento attraverso una combinazione di attività.

Complessivamente gli orgasmi che hanno coinvolto una qualche forma di stimolazione del clitoride – diretta o indiretta, o della vulva – rappresentavano solo un quarto (il 25 per cento) di tutti gli orgasmi femminili.

Per le donne, gli indicatori di orgasmo più comuni rilevati sono: i gemiti (rappresentati nel 100 per cento degli orgasmi) seguiti da contorsioni facciali (90 per cento) e iperventilazione (85 per cento).

L’indicatore meno rappresentato è lo squirting (5 per cento), seguito dall’assenza di respirazione nella fase preorgasmica (55 per cento).

Infine dei 39 incontri sessuali rappresentati, in cui almeno un partner ha provato l’orgasmo, solo uno si è concluso con un orgasmo femminile e uno con quello di entrambi gli attori.

Orgasmo maschile

Dei 39 orgasmi maschili, il 51,3 per cento è stato indotto mediante autostimolazione manuale del pene al fianco della partner, il 25,6 per cento è stato indotto dal rapporto vaginale, il 7,7 per cento dalla stimolazione manuale del pene da parte della partner, il 5,1 per cento si è raggiunto tramite sesso orale, il 5,1 per cent per cento attraverso una penetrazione anale e il 5,1 per cento attraverso altri mezzi.

Cosa emerge:

  • Le aspettative sull’orgasmo femminile sono frequentemente irrealistiche. 
  • Le donne nei video analizzati hanno per lo più orgasmi attraverso il rapporto vaginale, nonostante diverse statistiche riportino che solo un quarto delle donne raggiunge l’orgasmo in questo modo.
  • Differenze significative di genere sono state riscontrate in termini di segnali facciali: sono esasperate le rappresentazioni femminili, mentre è assente la respirazione preorgasmica maschile.

“Gli orgasmi delle donne sono stati quasi sempre indotti dalla stimolazione vaginale (cioè interna) o anale senza alcuna ulteriore stimolazione del clitoride”, ha spiegato Léa J. Séguin dell’Università di Quebec, uno degli autori dello studio.

“La pornografia riflette e perpetua aspettative irrealistiche in relazione all’orgasmo femminile e alle prestazioni sessuali maschili, pensiamo alla durata dei rapporti ad esempio”, prosegue il ricercatore.

Il modo il cui i rapporti sessuali vengono raccontati nella pornografia non fa che portare avanti degli imperativi e delle credenze assoggettate all’idea comune di quelli che sono i ruoli maschili e femminili, con i relativi obblighi e stereotipi connessi.

Attraverso quest’analisi è possibile comprendere come molti degli stereotipi sull’orgasmo femminile e sulla prestazione sessuale maschile siano solo dei miti.

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