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Home » Esteri

Il presidente del Gambia annuncia il carcere per chi contrae matrimoni con minori

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Tutti coloro che sposano delle minorenni rischiano 20 anni di prigione. Non sono esenti da questa misura nemmeno i familiari delle spose bambine

Venerdì 8 luglio, il presidente del Gambia Yahya Jammeh ha annunciato di voler vietare il matrimonio tra minori, attraverso l’introduzione di una legislazione molto rigida in materia. Non sarà più possibile sposare ragazze di età inferiore ai 18 anni, e coloro che verranno meno a questa norma rischiano sino a 20 anni di reclusione.

S&D

L’annuncio è arrivato in occasione dei festeggiamenti dell’Eid al-Fitr, che sancisce la fine del mese sacro del Ramadan. Jammeh ha sottolineato che anche i familiari della promessa sposa o gli imam che celebrano i matrimoni potrebbero rischiare la galera, nel caso in cui permettano unioni tra un minore e un adulto. 

In Gambia, secondo i dati raccolti dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef), circa il 46 per cento delle adolescenti si sposano prima di aver raggiunto i 18 anni. Quasi un terzo delle donne di età compresa fra i 20 e i 24 anni si sono sposate prima della maggiore età, e quasi un decimo di esse hanno contratto un matrimonio prima dei 15 anni. 

La dichiarazione del presidente è suonata come un monito. “Stiamo distruggendo il futuro dei nostri figli che dovrebbero andare a scuola. Se questa norma non verrà rispettata, anche l’imam che celebrerà il rito potrebbe rischiare il carcere. E potrebbero rischiarlo anche coloro che sono al corrente di qualcosa, ma si rifiutano di segnalarlo. Per questi c’è la prigione per i prossimi 10 anni”. 

Non si è fatta attendere la reazione degli attivisti per i diritti delle donne che hanno plaudito alla decisione del presidente, ma con qualche riserva. L’idea di incarcerare i genitori che acconsentono un matrimonio precoce per le loro figlie potrebbe innescare una reazione nel paese, dove un terzo delle ragazze si sposano giovanissime. 

“Speriamo che la legge sia promulgata in maniera tempestiva e che ogni singola ragazza possa essere protetta”, ha sottolineato Christa Stewart membro di un organizzazione per i diritti delle donne con sede a Londra. 

“Ma una legge da sola non sarà sufficiente a fermare questa pratica piuttosto diffusa”, ha commentato una esponente di un movimento in difesa dei diritti delle giovani donne costrette a contrarre un matrimonio forzato. “In questo contesto è essenziale proteggere le ragazze e i loro diritti, fornendo loro alternative significative al matrimonio, come ad esempio un’adeguata istruzione”. 

“Non credo neanche che potrebbe essere efficace come risposta minacciare o arrestate i genitori della ragazza. Ma l’unica cosa che potrebbe attenuare i rischi legati a questa pratica è una maggiore informazione da parte del governo con le comunità locali e un implemento di programmi educativi”, ha sottolineato Isatou Jeng, rappresentante di un organizzazione non governativa africana per i diritti delle donne in Gambia. 

Secondo quanto riferito dai media locali, la nuova norma verrà introdotta entro il mese, con la speranza di porre fine a un fenomeno assai diffuso. L’unione tra un minore e un adulto non è vietato dalla legge del Gambia, ciò non fa altro che incentivare un numero sempre più elevato di spose bambine. 

Con questa presa di posizione, il Gambia si inserisce nell’elenco dei tredici paesi africani ad aver supportato la campagna lanciata dall’Unione africana per l’abolizione dei matrimoni precoci, riconoscendo gli effetti dannosi che quest’ultimo potrebbe arrecare: priva le ragazze di un’adeguata istruzione, aumenta il rischio di morte o di gravi lesioni dovute a gravidanze premature, e le espone a un maggior rischio di violenza domestica e sessuale.

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