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L’audio rubato dell’amministratore delegato della Lega Serie A: “Cori razzisti allo stadio? Spegniamo i microfoni in curva”

Luigi De Siervo, ad della Lega Serie A

Luigi De Siervo ammette l'autenticità dell'audio, ma si difende: "Non è censura. Stavamo parlando di come valorizzare un prodotto". La procura della Figc apre un procedimento

Di Carmelo Leo
Pubblicato il 3 Dic. 2019 alle 13:48 Aggiornato il 3 Dic. 2019 alle 17:10

Cori razzisti negli stadi, l’audio rubato di De Siervo: “Spegniamo microfoni”

L’ad della Lega di Serie A, Luigi De Siervo, è finito nella bufera nelle ultime ore per un audio rubato nel quale ammette di aver ordinato ai registi che seguono le partite di campionato di spegnere i microfoni direzionali verso le curve, per evitare che i telespettatori da casa sentano i cori razzisti. Sul fatto, la Figc ha deciso di aprire un procedimento. Ma lui si difende: “Non ha senso indugiare sui brutti episodi”.

A pubblicare l’audio in questione è stata Repubblica. Nell’audio, si sente parlare anche il presidente del Milan, Paolo Scaroni. La conversazione è avvenuta lo scorso 23 settembre, durante il consiglio di Lega. In sala erano presenti, oltre a De Siervo e Scaroni, anche l’allora presidente della Lega Gaetano Micciché, il vicepresidente dell’Atalanta Luca Percassi, l’ad dell’Inter Alessandro Antonello, il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia e il segretario verbalizzante Ruggero Stincardini.

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Scaroni e De Siervo parlano del lungo articolo che il New York Times ha dedicato al problema del razzismo nel calcio italiano. Ed è a quel punto che l’amministratore delegato della Lega Serie A ammette: “Ti faccio una confessione, ma non mettiamola a verbale. Io ho chiesto ai nostri registi di spegnere i microfoni verso la curva. Quindi non lo sentirete in tv”.

Sempre Repubblica ha sentito De Siervo per verificare che l’audio fosse reale. L’ad della Lega Serie A ha ammesso di sì, preannunciando anche una querela verso chi lo ha diffuso. Poi si è difeso: “Il mio ragionamento – ha dichiarato – era molto più ampio. Noi non siamo giornalisti che dobbiamo scovare le notizie, noi produciamo uno spettacolo e lo valorizziamo. A controllare la regolarità dello svolgimento della gara e documentare a fini legali e sportivi ciò che capita dentro lo stadio ci pensano già gli organi preposti. Noi stavamo ragionando di come le riprese tv possono raccontare al meglio la bellezza del calcio. E la linea è evitare di indugiare sui brutti episodi che ogni domenica capitano”.

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Lo stesso De Siervo ha raccontato che, in ottemperanza a questo ragionamento, sono stati presi provvedimenti (uno stop di due giornate) verso il regista che durante una partita del Cagliari aveva inquadrato per 40 secondi, durante un controllo Var, la curva: “In quel lasso di tempo – ha detto – lì è successo di tutto”. Stessa cosa successa con un omaggio della curva dell’Inter a Diabolik, il capo ultras della Lazio ucciso in un agguato a Roma. De Siervo ha concluso la sua difesa dicendo che quella emersa nell’audio che lo riguarda non è censura. “Stavamo parlando di come valorizzare un prodotto”.

Nonostante le precisazioni di De Siervo, la procura della Figc ha deciso nel pomeriggio di aprire un procedimento nei confronti dell’ad della Lega Serie A. Al più presto, riporta l’Ansa citando fonti qualificate, la stessa Procura chiederà l’audio di cui è in possesso il sito Repubblica.it.

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