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Home » Sport » Calcio

Mondiali Qatar 2022, ecco il top 11 dei calciatori più costosi

Immagine di copertina
REUTERS

Il valore complessivo di tutti i calciatori partecipanti è di 15 miliardi di euro. La rosa più preziosa ce l’ha l’Inghilterra. Poi Brasile e Francia

Mondiali Qatar 2022, ecco il top 11 dei calciatori più costosi

Il Brasile è il favorito del Mondiale di calcio per antonomasia. Sotto ogni latitudine e in ogni epoca. Massima espressione di una fede laica che neanche di fronte alle disfatte conosce tentennamenti. E fa lavorare ininterrottamente la fabbrica dei campioni, le icone che in un Paese affamato di immaginazione sfornano i sogni.

S&D

Il Brasile in ventuno edizioni e circa novant’anni di tornei mondiali ha vinto cinque volte, arrivando in finale sette. Quest’anno, se saranno confermate le previsioni, in finale potrebbe incontrare la Francia. O, in un diverso intreccio di combinazioni, l’Argentina in un superderby del Sud America.

Nella contabilità dei trofei solo la Germania (quattro titoli e otto finali, una in più dei sudamericani) e Italia (quattro titoli e sei finali) riescono a tenergli testa.

Ma per i brasiliani il livello di passione e di aspettativa è sempre più alto. Al punto da sfociare in autentici drammi nazionali per le delusioni più cocenti. Come la sconfitta per 2-1 nel 1950 al vecchio Maracanà di Rio de Janeiro. Quando davanti a 170mila tifosi già in festa nell’incontro decisivo con l’Uruguay sarebbe bastato un pareggio per aggiudicarsi il primo titolo mondiale (dopo quelli conquistati nell’anteguerra dall’Uruguay e per due volte dall’Italia).

Il Brasile all’inizio della ripresa passò in vantaggio con Triaca. Ma nell’euforia di una vittoria che riteneva scontata commise il peccato di distrarsi. E si fece riprendere da Schiaffino e superare a 11 minuti dalla fine da Ghiggia.

Era il 16 giugno, il giorno del Maracanazo, la tragedia nazionale che ha lasciato per decenni vistose cicatrici. Il governo proclamò il lutto nazionale.

Si registrò un numero inconsueto di suicidi. Il portiere Barbosa, che si vide sfuggire il pallone scagliato da Ghiggia, era considerato un fuoriclasse. Da quell’attimo fu messo all’indice come «l’uomo che aveva fatto piangere tutto il Brasile».

Gli fu impedito addirittura di andare in visita alla Nazionale in un raduno nel 1993. Si ritirò ad espiare la sua pena psicologica nel litorale di San Paolo. «In Brasile», confidò a un giornalista, «la pena massima è di 30 anni di galera. Io pago da 40 anni per un delitto che non ho commesso».

L’onta si ripeté nelle semifinali del Mondiale brasiliano del 2014. Il Brasile, privo in quella partita dell’asso Neymar, crollò a Belo Horizonte perdendo per 7-1 sotto i colpi di maglio della Germania. Un’altra umiliazione che fu subito etichettata come Mineirazo (da Minas Gerais, la regione dove si consumò il dramma).

Per chi crede alla scaramanzia quasi la beffarda conferma che agli dei del pallone non garba che il Brasile vinca in casa. Neymar, oggi trentenne, è ancora uno dei campioni più attesi nel Mondiale del Qatar, anche se la valutazione del suo talento è crollata da 222 milioni di euro a poco più di 90.

Ma più di lui (120 milioni di euro, ma secondo altre stime quasi 200) è quotato il 22enne Vinicius jr, l’astro del Real Madrid.

Pur godendo per titoli nobiliari e spessore tecnico dei favori del pronostico, per alcune agenzie di rating la rosa di calciatori del Brasile sarebbe inferiore a quella dell’Inghilterra. Che ha vinto un solo Mondiale in casa nel 1966 battendo la Germania per 4-2.

Un trionfo messo in discussione dalla rete fantasma del 3-2 di Hurst nei tempi supplementari. Il pallone forse non era entrato e a quei tempi il Var era fantascienza.

Mondiali Qatar 2022, il valore di mercato delle nazionali

Il valore complessivo degli 832 calciatori delle trentadue squadre partecipanti alla Coppa del Mondo del Qatar, ovviamente opinabile e su cui molto incide l’età dei protagonisti, si aggira sui 15 miliardi di euro. Circa un quarto del Pil dei Paesi africani più poveri.

La rosa dell’Inghilterra, che l’Italia sconfisse a Londra nella finale europea del luglio 2021 (e che, nonostante le magre affermazioni della sua Nazionale, vanta il campionato più ricco e competitivo del pianeta), varrebbe complessivamente un miliardo e mezzo di euro.

Grazie soprattutto al giovanissimo (19 anni) centrocampista offensivo Bellingham, emigrato in Germania nel Borussia Dortmund, a cui viene attribuito un valore di trasferimento di circa 200 milioni di euro.

Appena più sotto il Brasile, seguito con quotazioni sopra il miliardo da Francia (dove Mbappé da solo vale fra i 160 e i 200 milioni), Spagna e Portogallo.

L’Argentina, che pure rientra sempre nel novero delle favorite, vale intorno ai 750 milioni, anche se ha nelle sue file una superstar come Messi che ha però 35 anni. Le Cenerentole che chiudono la fila sono la Tunisia, l’Iran, l’Arabia Saudita, l’Australia, il Qatar e per ultimo il Costarica in una forbice che va dai 57 ai 23 milioni di euro.

Mondiali Qatar 2022, il valore di mercato di Bellingham & Co.

La Coppa del Mondo è sempre stata conquistata da formazioni di alto livello. Non ci sono mai stati outsider, con la parziale eccezione della Croazia, arrivata seconda nell’ultimo mondiale in Russia vinto dalla Francia.

Semmai possono aver influito le condizioni ambientali. Il Brasile, come non riesce a vincere in casa, così fa fatica in Europa (ha conquistato il trofeo solo nel 1958 in Svezia, in un’epoca in cui il football aveva ancora accenti romantici). Ma trova facile terreno su palcoscenici neutri, come gli Usa o il Giappone. Precedenti che lo lasciano ben sperare per la ribalta del tutto inedita del Qatar.

Di converso anche le potenze europee incontrano difficoltà nelle trasferte in Sud America, con l’eccezione della Germania che nel 2014 vinse appunto in Brasile.

La formazione dei Paperoni (composta soprattutto da giovanissimi, in prevalenza del Manchester City e del Real Madrid) secondo gli esperti schiererebbe in porta Courtois, belga di proprietà del Real Madrid (60 milioni). In difesa: Cancelo, portoghese del Manchester City (70 milioni); De Light, olandese del Bayern (70 milioni); Ruben Dias, portoghese del Manchester City (75 milioni).

A centrocampo: Valverde, uruguaiano del Real Madrid (100 milioni); Pedri, spagnolo del Barcellona (100 milioni) o Musiala, tedesco con nazionalità inglese del Bayern (100 milioni); Foden, inglese del Manchester City (110 milioni); Bellingham, inglese del Borussia Dortmund (200 milioni).

In attacco: Vinicius jr, brasiliano del Real Madrid (120 milioni); Mbappé, francese del Paris Saint Germain (160 milioni).

Nell’Olimpo, se la Norvegia si fosse qualificata, ci sarebbe stato anche Haaland (170 milioni), attaccante del Manchester City.

E se ci fosse l’Italia nella parata di stelle avremmo avuto Donnarumma, portiere del Paris Saint Germain; Verratti, centrocampista del Paris Saint Germain: e Chiesa, attaccante della Juventus. Per quotazioni fra i 30 e i 60 milioni.

Nei Mondiali del Qatar il convitato di pietra è la mancanza totale di rispetto dell’emirato per i diritti civili. Una vergogna che il presidente della Fifa Gianni Infantino ha cercato di circoscrivere con un discorso fumoso in favore della dinastia al potere degli Al Thani. Che a loro volta, anche nella cerimonia inaugurale, hanno posto l’accento sugli sforzi (miseri) di integrazione.

Sempre parlando di numeri, la realtà è che il Qatar, potenza energetica (con enormi riserve di gas) e mediatica (con Al Jazeera), ha investito 220 miliardi di euro (è il Mondiale più costoso di tutti i tempi) per sfidare con il calcio Dubai nella corsa alla leadership regionale.

Contando sul fatto che le emozioni sportive attenueranno le polemiche sui diritti. Che si infiammeranno solo per la rivoluzione delle donne in Iran. Sostenute dalla Nazionale di calcio che si è coraggiosamente definita «la voce del nostro popolo».

LEGGI ANCHE: Dalla sicurezza dei lavoratori al mancato rispetto dei diritti: il costo umano dei Mondiali in Qatar in numeri

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