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La letterina di Luciana Littizzetto a Gasparri: “La 194 non si tocca”

Nel corso della puntata di ieri, 23 ottobre, di Che tempo che fa su Rai 3, Luciana Littizzetto si è rivolta direttamente a Maurizio Gasparri dopo la sua iniziativa di disegno di legge sull’aborto e il conoscimento civile del feto: “Lo dirò forte e chiaro: la 194 non si deve toccare. La 194 non è mia, tua, né di destra né di sinistra, la legge 194 è di tutte le donne”, ha detto la comica torinese.

Littizzetto fa riferimento a quel ddl presentato il 18 ottobre al Senato che prevede il riconoscimento giuridico del feto. Insomma, un chiaro passo che andrebbe a modificare quel diritto sancito dalla legge 194. “La legge 194, è quella che garantisce il diritto all’aborto, e sottolineo, non invita le donne a farlo. È una legge del 1978, nata da un referendum, è una buona legge ma se cominci a metterci mano e a svuotarla perde il suo equilibrio e crolla. Dare il riconoscimento giuridico al feto significa che sia la donna che il medico potrebbero essere accusati di omicidio. Non è una quisquiglia Gaspy. È piuttosto una semplice, affettuosa picconata ad un diritto che tante lotte e tante pene è costato alle donne”, ha sottolineato l’attrice.

“Caro Maurizio che sei maschietto, come fai a sapere meglio di una donna cosa è bene o non è bene fare? È come se un pipistrello volesse insegnare ad un delfino a nuotare. O un cavallo spiegasse a un’anatra come fare per volare. La 194 è una legge che allarga i diritti e non li restringe, che non toglie nulla a chi l’aborto non lo vuole fare e concede la possibilità a chi invece non vede altra strada.

Chi siamo noi per giudicare una scelta così dolorosa? Come posso sapere io come si sente una donna violentata che porta in grembo il frutto di quello strazio? Come posso sapere io come si sente una donna alla quale il medico ha detto che il bambino che sta crescendo dentro di lei dovrà vivere una vita intera di sofferenza? Come posso sapere io come si sente una ragazzetta di 15 anni che cercava amore e si è ritrovata mamma per errore?

Come posso sapere io come si sente una donna sola, senza soldi, magari con altri figli che già non riesce a sfamare. E come posso sapere io come si sentono un sacco di altre donne che scelgono di non essere mamme per chissà quali motivi. Non lo so. Ma una cosa la so. So che basta un attimo Gaspy per tornare indietro di anni e ricominciare con i ferri da calza. Quindi lo dirò forte e chiaro: la 194 non si deve toccare. Perché la 194 non è mia, non è tua, non è né di destra né di sinistra, la legge 194 è di tutte le donne”.

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