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Saverio Costanzo parla di papà Maurizio: “Non volevo che parlasse di me, Maria De Filippi ci fece riavvicinare”

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Saverio Costanzo parla di papà Maurizio: “Non volevo che parlasse di me”

Saverio Costanzo parla di suo papà, Maurizio, il giornalista e conduttore scomparso quasi un anno fa all’età di 84 anni.

Intervistato da Il Corriere della Sera, il regista inizia parlando del suo ultimo film, Finalmente l’alba, dedicato proprio a Maurizio Costanzo: “Se ne sono stupiti in molti, e mi sono interrogato sul motivo. Un padre se ne è andato, un figlio gli dedica il suo film: è normale, no? Forse dipende dal fatto che io di mio padre non ho mai parlato. Non ho quasi foto con lui”.

Saverio Costanzo, poi, rivela il primo ricordo che ha del papà: “Lo rivedo nella sua camera da letto, affacciata su una chiostrina, con una coperta anni 70, una trapunta bianca con i quadrati neri. Papà non ha mai dormito con mamma, come non credo abbia mai dormito con nessuna delle sue mogli. Stavamo in centro, in via dei Banchi Nuovi, al secondo piano. Ma lui se ne è andato di casa molto presto, quasi subito”.

“Volevo molto bene a papà. Ma avevo una madre forte e molto presente, che non ci ha mai fatto sentire la sua mancanza. Poi certo abbiamo avuto i nostri conflitti, come sempre tra il padre e il figlio maschio. Devo molto a Maria. Fu lei a riavvicinarci” rivela ancora il regista.

E su Maria De Filippi dichiara: “Andavano da Mességué perché lui doveva sempre dimagrire. Una volta Maria gli disse: portiamo anche tuo figlio. Allora avevo tredici anni, ed ero pure io un po’ grassoccio… Lui all’inizio non voleva: “ma no, che palle!”. Finì che ci divertimmo tantissimo, sembravamo Sordi e Verdone nel film In viaggio con papà. Ci era toccata la camera insieme, un incubo. Se mi svegliavo (affamato) nel cuore della notte russava talmente che non riuscivo più a prendere sonno. All’inizio mi pareva uno sconosciuto. Poi mi resi conto che papà era un uomo di un umorismo straordinario. E così, complice una certa sorniona ironia tipica dei romani che condividiamo, ci siamo ammazzati dalle risate”.

“Io ero un po’ stronzo: quando ho cominciato a fare il regista, non volevo che parlasse di me. Ed ero anche un po’ snob. Lui no. Lui era un uomo di tv; e un uomo di tv è di tutti” dichiara ancora Saverio Costanzo.

Il regista parla ancora del padre raccontandola come “Una figura controversa. Non mi aprivo, non gli mostravo il mio dolore. Di consigli ne ho chiesti più a De André o a De Gregori, i cantautori che ascoltavo. I detrattori lo additavano come un uomo di potere, come un navigatore amico di tutti, di Berlusconi e di D’Alema e anche a me spesso il suo lato pubblico risultava inautentico. Ma poi nel tempo ho scoperto che non faceva calcoli, semplicemente si muoveva come se dovesse dare davvero tutto a tutti”.

“Gli chiedevo: ma perché fai un sacco di lavori, pure la tv di San Marino? E lui rispondeva: perché non riesco a dire di no, per rispetto del lavoro che oggi c’è ma domani? In realtà, vede, era autenticamente umile. E su tante cose aveva ragione lui. Alcune le ho scoperte solo dopo la sua morte”.

E ancora: “Papà aiutava in segreto molte persone, gente comune e colleghi dello spettacolo, no, non le dirò i nomi. Lei non ha idea di quante persone mi abbiano detto: tuo padre mi ha dato il consiglio giusto, tuo padre mi ha risolto un problema, tuo padre mi ha salvato la vita”.

Saverio, poi, rivela come hanno detto addio a Maurizio Costanzo: “C’eravamo tutti: Maria, mia sorella Camilla e mio fratello Gabriele. Sono stato fortunato: non avevo film da girare, ho potuto stargli accanto sino alla fine, e sono orgoglioso di questo. Papà è sempre rimasto lucido. Era stato molto male già nel 2013, ma all’epoca dovevo lavorare, avevo interrotto una produzione che doveva ricominciare. Lui mi disse: non partire, resta qui con me. Gli risposi: tu cosa faresti al posto mio?”.

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