Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:23
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Scienza

Scoperto il nesso tra i terremoti nell’Appennino e l’anidride carbonica nelle falde

Immagine di copertina

Un’importante scoperta quella realizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dall’Università di Perugia, pubblicata su Science Advances: c’è un legame tra i terremoti che purtroppo spesso scuotono l’Appennino italiano e la presenza di CO2 nelle falde. Dai campionamenti fatti si evince come l’anidride carbonica raggiunge una massima concentrazione proprio nelle fasi di più intensa attività sismica.

“Dai dati emerge una correlazione tra i due fenomeni, ma non sappiamo ancora se la CO2 è un segnale che annuncia il sisma: per verificarlo si tenterà un monitoraggio continuo nel tempo”, spiega Carlo Cardellini dell’Università di Perugia. Lo studio ha preso in esame dati geochimici e geofisici raccolti dal 2009 al 2018, inclusi quelli relativi ai grandi terremoti dell’Aquila, di Amatrice e Norcia.

“Per quanto le relazioni temporali tra il verificarsi di un evento sismico e il rilascio di CO2 siano ancora da approfondire – precisa Chiodini – in questo studio ipotizziamo che l’evoluzione della sismicità nella zona appenninica sia modulata dalla risalita del gas che deriva dalla fusione di porzioni di placca che si immergono nel mantello”.

“La sismicità nelle catene montuose – aggiungono i ricercatori dell’Ingv Francesca Di Luccio e Guido Ventura – potrebbe essere correlata alla depressurizzazione di questi serbatoi e al conseguente rilascio di fluidi che, a loro volta, attivano le faglie responsabili dei terremoti”. Proprio la produzione continua di anidride carbonica in profondità e su larga scala favorisce la formazione nella crosta terrestre di serbatoi ad alta pressione.

“La stretta relazione tra il rilascio di CO2 e l’entità dei terremoti, unitamente ai risultati di precedenti indagini sismologiche, indica che i terremoti dell’Appennino registrati nel decennio analizzato sono associati alla risalita di CO2 profonda. È interessante rimarcare il fatto che le quantità di CO2 coinvolte sono dello stesso ordine di quelle emesse durante le eruzioni vulcaniche (circa 1,8 milioni di tonnellate)”, conclude Chiodini.

GLI ULTIMI TERREMOTI REGISTRATI IN ITALIA
Ti potrebbe interessare
Scienza / Nuova scoperta su Marte, trovato uno strato di ghiaccio spesso 3,7 chilometri sotto alla superficie
Scienza / Eseguito a New York il primo trapianto di un intero occhio: “Progressi eccezionali”
Scienza / Euclid, l’universo mai visto nelle immagini del telescopio spaziale
Ti potrebbe interessare
Scienza / Nuova scoperta su Marte, trovato uno strato di ghiaccio spesso 3,7 chilometri sotto alla superficie
Scienza / Eseguito a New York il primo trapianto di un intero occhio: “Progressi eccezionali”
Scienza / Euclid, l’universo mai visto nelle immagini del telescopio spaziale
Scienza / Ecco Calixcoca, il primo vaccino contro la dipendenza da cocaina e crack: come funziona
Scienza / Il Nobel per la Medicina a Karikó e Weissman: “Studi fondamentali per i vaccini mRNA contro il Covid”
Scienza / Studio italiano su tumori: codice a barre genetico traccia cellule cancro cervello
Scienza / Ancora vivi dopo 46mila anni: scienziati risvegliano vermi trovati nel permafrost siberiano
Scienza / Alzheimer, gli Usa danno piena approvazione a un farmaco che rallenta la malattia
Scienza / Spazio, persi i contatti con il lander Hakuto della Ispace: si è schiantato sulla Luna
Scienza / Oggi è la Giornata mondiale delle malattie rare