Come si dona il midollo osseo: l’intervista di TPI a Manuela Fossa, presidente di Admo Venezia
"In alcune malattie il trapianto è l’unica possibilità per continuare a vivere"
Manuela Fossa è la presidente dell’ADMO (associazione donatori midollo osseo) di Venezia. Quella di cui fa parte anche Fabio Caramel, il calciatore veneziano che ha saltato la partita per donare il midollo osseo, nominato poi Cavaliere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella. (Qui l’intervista)
L’Associazione Donatori Midollo Osseo è nata nel 1990 con lo scopo principale di informare la popolazione italiana sulla possibilità di combattere, attraverso la donazione e il trapianto di midollo osseo, le leucemie, i linfomi, il mieloma e altre neoplasie del sangue.
Infatti per coloro che non hanno un donatore consanguineo la speranza di trovare un midollo compatibile per il trapianto è legata all’esistenza del maggior numero possibile di donatori volontari tipizzati, dei quali cioè sono già note le caratteristiche genetiche.
Manuela Fossa spiega a TPI come funziona la donazione e quali sono gli eventuali rischi per i pazienti.
“Bastano pochi e semplici passi: prima di tutto un semplice prelievo di sangue (ma sta arrivando anche un kit salivare), poi l’iscrizione al registro dei donatori. È necessario pesare almeno 50 chili ed essere in buona salute. Si rimane donatori fino a 55 anni”.
“Molti pensano che donare il midollo sia doloroso e serva un’operazione. Si sbagliano. Niente di doloroso e di invasivo. Ora l’80 per cento delle donazioni avviene con un banale prelievo di sangue. La differenza sta solo nel tempo che si impiega: ci vogliono circa 4 ore. Il sangue, una volta prelevato, viene filtrato, le cellule staminali trattenute e poi donate al ricevente”.
“Ogni volta che un malato ha bisogno di un trapianto viene aperta una ricerca nel registro nazionale e internazionale. In questo momento, nel nostro Paese, ci sono 700 persone in attesa di un trapianto di midollo. Hanno una possibilità su centomila di trovarlo. E purtroppo in alcune malattie il trapianto è l’unica possibilità per continuare a vivere”.
“In Italia in media avvengono 380 donazioni all’anno. A Venezia, nel 2018, sono stati 6 i ragazzi che hanno donato il loro midollo. Sei su 7000 iscritti al registro donatori”.
“Quando dal laboratorio ci viene comunicata la compatibilità, chiamiamo il donatore per sapere se vuole essere accompagnato oppure se ha bisogno di altro e lo seguiamo anche dopo. Molti poi diventano volontari e vanno nelle scuole a raccontare la loro esperienza”.
“I donatori non conoscono chi riceverà il loro midollo. Come i riceventi non sanno chi gli ha salvato la vita. Le uniche cose che entrambi conoscono sono il sesso e l’età. A stabilirlo non è un regolamento interno, ma la legge”.