Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:05
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Salute

Le tue foto Instagram potrebbero rivelare qualcosa sulla tua salute mentale

Immagine di copertina
Credit: coralaston.photography/via Instagram

Un team di ricercatori ha analizzato le foto di alcuni utenti e ha scoperto interessanti relazioni tra le caratteristiche delle immagini condivise e il livello di depressione

Le foto che vengono pubblicate online hanno sempre qualcosa da raccontare. Possono essere una forma di espressione personale, o rivelare dettagli sullo stile o le stranezze di chi le scatta. Ma secondo un recente studio, possono anche contenere importanti indizi sulla salute mentale di chi le condivide.

Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Ad agosto 2017, Andrew Reece, ricercatore alla Harvard University e Christopher Danforth, professore all’Università del Vermont, hanno pubblicato i risultati della loro ricerca, in cui hanno analizzato la relazione tra foto e depressione. Ne è emerso che gli utenti Instagram con una storia di depressione alle spalle pubblicano immagini generalmente più scure rispetto a chi non soffre di questo disturbo.

Un post condiviso da Coral Aston (@coralaston.photography) in data:

Il team di ricercatori ha selezionato un campione di 166 persone, 71 delle quali avevano sofferto di depressione, e ha collezionato 44mila scatti. I partecipanti sono stati  divisi in “depressi” e “sani” e le loro foto analizzate tramite un software, che ne ha rilevato tonalità, saturazione e luminosità, oltre al numero di volti presenti. Inoltre, i ricercatori hanno raccolto informazioni sul numero di post di ogni utente e i relativi like e commenti.

Dai risultati è emerso che i partecipanti “depressi” erano più inclini a postare foto di volti e a scegliere il filtro “Inkwell”, che rende le immagini bianche e nere. I partecipanti ritenuti sani, invece, quando condividevano le immagini, tendevano ad utilizzare il filtro “Valencia”, che rende i colori più brillanti. Inoltre, il gruppo di soggetti “depressi” risultava più attivo su Instagram e riceveva un numero maggiore di commenti e like.

I ricercatori sottolineano che si tratta di un campione ristretto e che i risultati non posso essere generalizzati a tutti gli utenti Instagram. Tuttavia, la tecnica utilizzata potrebbe essere una valida risorsa per la valutazione dello stato di depressione delle persone, come ha dichiarato il professor Danforth al New York Times.

Ti potrebbe interessare
Salute / “Non c’è alcun legame provato tra le morti improvvise di giovani e i vaccini anti-Covid a mRNA”: l’ultimo studio dei Cdc Usa
Salute / Emergenza suicidi: un’epidemia silenziosa sta uccidendo la Generazione Z
Salute / Perché tra i giovani aumentano i casi di cancro?
Ti potrebbe interessare
Salute / “Non c’è alcun legame provato tra le morti improvvise di giovani e i vaccini anti-Covid a mRNA”: l’ultimo studio dei Cdc Usa
Salute / Emergenza suicidi: un’epidemia silenziosa sta uccidendo la Generazione Z
Salute / Perché tra i giovani aumentano i casi di cancro?
Salute / Nonna trans allatta il nipote grazie a farmaci ormonali sperimentali
Lavoro / Gestione dello stress sul lavoro: come prendersi cura del lavoratore in azienda
Salute / Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla: ne parla soprattutto chi ne soffre
Salute / Battaglia alla Cop: sigarette elettroniche vs fumo tradizionale
Salute / Il divieto di svapo arricchisce il mercato nero
Salute / Corea del Sud: “Non mangiate gli stuzzicadenti fritti”. Seul contro la nuova tendenza virale sui social
Salute / Oms, i vaccini anti-Covid hanno salvato 1,4 milioni di vite in Europa