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Il vaccino Pfizer/BioNTech? È “nato a colazione”. In un mese era pronto

EPA/BERND VON JUTRCZENKA / POOL / ANSA

I due scienziati tedeschi figli di immigrati turchi che hanno sviluppato il vaccino Pfizer/BioNTech raccontano com’è nata l’arma finora rivelatasi più efficace contro il Coronavirus e che potrebbe aiutare anche i malati di cancro 

Di Andrea Lanzetta
Pubblicato il 22 Mar. 2021 alle 13:04 Aggiornato il 22 Mar. 2021 alle 13:16

Un vaccino nato a colazione, dimostratosi finora il più efficace in circolazione contro la Covid-19, basato su una tecnologia pensata per combattere il cancro. E’ la storia della nascita del vaccino contro il Coronavirus sviluppato da Pfizer e BioNTech, raccontata da Uğur Şahin, medico di origine turca e co-fondatore insieme alla moglie Özlem Türeci proprio dell’azienda tedesca impegnata nella ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di medicinali che ha collaborato con la casa farmaceutica statunitense per creare il Comirnaty autorizzato a dicembre dall’Ema.

La coppia, insignita dell’Axel Springer Award un premio assegnato ogni anno dalla casa editrice tedesca a personalità di spicco del mondo della cultura e dell’innovazione e precedentemente attribuito a figure del calibro di Mark Zuckerberg, Jeff Bezos ed Elon Musk, ha rivelato di aver progettato il vaccino in un paio di giorni nel gennaio dello scorso anno, dopo aver letto un articolo scientifico in merito al focolaio scoppiato a Wuhan, in Cina.

In un’intervista rilasciata a Mathias Döpfner, amministratore delegato di Axel Springer SE, pubblicata in un podcast dal quotidiano tedesco Welt am Sonntag e tradotta da Repubblica, Uğur Şahin sostiene di aver capito già a fine gennaio dello scorso anno che l’epidemia non avrebbe coinvolto la sola Cina. “Ne abbiamo discusso a colazione: non avevamo dubbi che il virus sarebbe arrivato in tutto il mondo”, ha spiegato il ricercatore tedesco. “Ugur ha subito cominciato a pianificare i primi passi per lo sviluppo di un vaccino: abbiamo deciso nel weekend (ndr –tra il 25 e il 26 gennaio 2020) e il team si è messo al lavoro lunedì”, ha aggiunto Özlem Türeci.

I due scienziati sono partiti da una ventina di varianti di un potenziale vaccino, arrivando nel febbraio dello scorso anno a sviluppare il ritrovato attuale, già somministrato a milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante la rapidità di progettazione però, sono stati necessari mesi di studi per comprenderne l’efficacia contro il nuovo Coronavirus.

Şahin e Türeci sostengono di aver capito l’importanza della propria scoperta soltanto lo scorso novembre quando, al termine della fase 3 dello studio clinico condotto su oltre 46 mila volontari in Argentina, Brasile, Germania, Turchia, Sud Africa e Stati Uniti, i risultati delle ricerche ne confermarono un’efficacia superiore al 90 per cento. Sebbene convinti che “il virus non sparirà”, i due ricercatori sono abbastanza fiduciosi sul futuro prevedendo che alla fine dell’estate “gli Stati Uniti e molti Paesi in Europa non avranno più bisogno di imporre lockdown”.

Eppure, secondo la coppia di scienziati, sarà necessario almeno un anno prima che l’umanità possa tornare ad “avere il controllo della situazione”. Nonostante i riconoscimenti ricevuti e la capacità di sviluppare vaccini efficaci, Şahin e Türeci intendono impegnare le proprie conoscenze per sconfiggere altre patologie altrettanto gravi e letali, come i tumori.

Il vaccino sviluppato da Pfizer e BioNTech sfrutta infatti una tecnologia basata su una molecola chiamata RNA messaggero (mRNA), un processo naturale in grado di trasferire informazioni genetiche alle cellule sulla costruzione di proteine utili per varie funzioni biologiche tra cui appunto la risposta immunitaria alle malattie. L’obiettivo dei due scienziati è utilizzare questa tecnologia per sviluppare farmaci antitumorali.

“Siamo oncologi”, racconta la coppia nell’intervista ripresa da Repubblica. “La nostra idea è quella di usare il sistema immunitario contro il cancro”. Un’idea a cui sta lavorando anche un’altra casa farmaceutica impegnata nella lotta alla Covid-19, la statunitense Moderna, che a novembre ha annunciato i risultati preliminari di uno studio sul mRNA-4157, un vaccino personalizzato contro il cancro che ha mostrato incoraggianti potenzialità nella terapia oncologica.

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