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    Modena, nuovo blitz di Salvini: “In questo negozio si spaccia, chiudetelo” | VIDEO

    Dopo l'episodio del citofono di Bologna, il leader della Lega denuncia un locale di Modena dove "si spaccia droga"

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 23 Gen. 2020 alle 16:25 Aggiornato il 23 Gen. 2020 alle 16:38

    Dopo il citofono, Salvini denuncia un negozio di Modena: “Qui si spaccia”

    Dopo l’ormai famoso episodio del citofono di Bologna, Matteo Salvini si è reso protagonista di un altro blitz, questa volta denunciando, nel corso di una diretta Facebook, un negozio di Modena dove “si spaccia”.

    L’episodio è avvenuto nella tarda mattinata di giovedì 23 gennaio a Modena, precisamente in Viale Francesco Crispi.

    Alcuni cittadini, infatti, hanno segnalato al leader della Lega un negozio, situato al civico 38, divenuto secondo le loro testimonianze una sorta di piazza di spaccio.

    Accompagnato dalle persone, dunque, Salvini ha deciso di controllare di persona il locale, che però in quel momento era chiuso.

    Arrivato davanti le saracinesche del negozio, Salvini ha dichiarato: “Chiediamo cortesemente a chi di dovere, alla procura e alle forze dell’ordine, di fare un bel controllo in questo negozio, perché stando a quello che dicono i residenti qua dentro si spaccia la droga. E chi spaccia droga deve stare in galera”.

    “Speriamo – continua Salvini – che la nostra presenza di oggi possa portare a fare i controlli del caso, possa portare a qualche chiusura e a qualche arresto. Ringrazio le mamme e le nonne che ci hanno messo la faccia. È dal ’99 che c’è questo negozio? Sono vent’anni? Io sono un testone, tornerò tutte le volte, finché non sarà chiuso definitivamente”.

    Il negozio, che risulta essere un Open Shop, ovvero un locale dove vi sono distributori automatici dove poter prelevare generi alimentari e anche altri prodotti, effettivamente è stato chiuso due volte così come anche dichiarato dai cittadini che accompagnavano Salvini.

    Il locale, infatti, veniva utilizzato da alcuni pusher come “deposito” per la droga.

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