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Home » Politica

Salvini è salvo, ma il M5s non esiste più: ormai è peggio della Democrazia Cristiana

Immagine di copertina
Luigi Di Maio, Beppe Grillo e Davide Casaleggio

Il commento di Giulio Cavalli

Dai, non era mica un referendum, ci siete cascati, e avete dato la risposta esatta. Bravi. Bene. Bis. Il montepremi è il potere. Certo il potere puzza, è vero, ma ci si abitua in fretta.

S&D

Così il fantastico sistema Rosseau anche oggi ha fatto la sua porca figura: si e incrinato un paio di volte, si è attorcigliato in una domanda in cui per votare no dovevi scrivere sì e per votare sì dovevi scrivere no (nemmeno Grillo è riuscito a trattenersi da una sana presa per il culo per un quesito che avrebbe scombussolato gli ormoni ai tempi di Cirino Pomicino) e poi, per il dubbio di non avere incasinato abbastanza il tutto hanno detto che c’era da difendere la Ragion di Stato, mica Salvini.

Peccato che la Ragion di Stato non abbia personalità giuridica, nemmeno partita iva e quasi sempre nella storia nemmeno dei mandanti Chew non fossero oscuri. E così Salvini è salvo e il Movimento 5 Stelle non esiste più: esiste un partito che ha imparato a impastare il potere con la scaltrezza di qualche vecchio democristiano rivestendo tutto di un sotto vuoto spinto 2.0 che funziona sempre in questi tempi di rete, di social e di piccoli meme che ci inondano dappertutto.

C’è un piccolo problema, però: il sistema innanzitutto fa acqua da tutte le parti. Ci sono state elezioni in qualche sperduta isola del mondo che hanno avuto meno falle informatiche di un sistema che invece costa come la NASA sotto forma di contributo volontario dei portavoce (ma voce di chi?) parlamentari.

Poi c’è il 41 per cento di persone che ha votato no. E quel 41 per cento, c’è da scommetterci, sarà incazzato nero perché in realtà ha rispettato lo statuto, pensa te che inutili sognatori, e invece si ritrova il ministro nutellaro pronto a festeggiare con qualche selfie udibile domani mattina.

Una domanda faziosa, un appunto a metà giornata che invitava a dare la risposta giusta, una masnada di servi che hanno specificato che si dovesse votare contro il processo a Salvini, un incredibile Di Maio che si è ricordato di essere portavoce e ancora una volta il sistema Rosseau che è stato pompato dalla solita propaganda grillina che ha martellato su tutti i social.

Bravi, la risposta è giusta. Il problema è che qui ha vinto di sicuro Salvini e sarà difficile immaginare cosa succederà al Movimento. Certo, ora tutti diranno che bisogna rispettare il volere popolare, anche se per la prima volta il Movimento 5 Stelle si ritrova a dover avere a che fare con una numerosa minoranza. E non sono abituati, eh, no.

Che ne faranno? Spereranno (invano) di avere iscritti disposti a discutere? E se sì, dove discuteranno, visto che non ci sono mai stati luoghi di discussione? E soprattutto come comunicare un dato che, come sempre, comprende una complessità che andrebbe rispettata? Di certo, per l’ennesima volta Salvini gode. Contenti voi.

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