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Home » Politica

Saluti romani per celebrare Acca Larentia: informativa della Digos in Procura

Immagine di copertina

Monta la polemica politica per i saluti romani al grido di ‘presente’ in stile adunata, davanti all’ex sede dell’Msi durante la commemorazione della strage di Acca Larentia. Militanti di estrema destra si sono riuniti l’altro ieri, 7 gennaio, per commemorare i tre giovani militanti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni uccisi 46 anni fa. I primi due vennero freddati da un commando sbucato dal nulla che aprì il fuoco contro 5 ragazzi usciti dalla sezione dell’Msi all’Appio Tuscolano. Recchioni, invece, morì per un colpo di pistola sparato (ancora non si sa da chi) nei disordini di piazza che si verificarono poche ore dopo.

All’indomani delle celebrazioni della strage di Acca Larentia nel quartiere Tuscolano, a Roma, arrivano in questura le immagini riprese dalle videocamere della commemorazione a cui hanno partecipato centinaia di persone che hanno ricordato le tre vittime con i saluti romani.

I video e le riprese si trovano ora al vaglio degli agenti della Digos che ha il compito di identificare i partecipanti e di inviare un’informativa alla Procura della Repubblica. Le immagni ripercorrono il corteo organizzato nel pomeriggio di ieri, partito da Colli Albani e concluso ad Acca Larentia, davanti alla storica sede del Movimento Sociale Italiano.

“I ragazzi che morirono ad Acca Larentia per tanti sono morti di serie B. Vale per loro, per i fratelli Mattei, per Sergio Ramelli e tanti altri ragazzi di destra che in quegli anni terribili morirono. Io che vengo da un altro mondo ricordo che si diceva che ‘uccidere un fascista non è reato’ e questo ha provocato impunità e relativismo etico. Una cosa insopportabile”. Così ieri il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi.

“Fu un giorno terribile per Roma, quel 7 gennaio 1978. È doveroso essere qui oggi, in via Acca Larentia, nel quartiere Tuscolano della Capitale, per ricordare i giovanissimi Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, morti per l’odio ideologico che ha avvelenato gli anni di piombo”, ha scritto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca su ‘Fb’ postando alcune foto della commemorazione. “A 46 anni di distanza è nostro dovere ricordare. Commemoriamo perciò questi ragazzi uccisi in nome delle loro idee e del credo politico, affinché ciò non avvenga mai più”, ha concluso.

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