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Home » Politica

Piantedosi sugli scontri a La Sapiena: “Manganellate? La polizia ha evitato un assalto”

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“La polizia ha fatto in modo che una manifestazione autorizzata, quella che era in corso all’interno della Sapienza, si svolgesse liberamente”: il neo ministro degli Interni Matteo Piantedosi prova a spegnere la polemica sugli scontri avvenuti a Roma tra manifestanti e forze dell’ordine mentre nell’ateneo era in corso una conferenza alla presenza dell’ex portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone e il deputato di Fratelli d’Italia nonché presidente di Gioventù Nazionale Fabio Roscani. “Capitalismo buono” era l’argomento di dibattito, una iniziativa invisa però a un folto gruppo di studenti che ha manifestato il proprio dissenso all’ingresso dell’università. A chi osservava che fossero stati manganellati gli studenti, il ministro Piantedosi ha risposto: “No, la polizia ha fatto in modo che non ci fosse l’assalto a una iniziativa che si stava svolgendo regolarmente”.

S&D

Ma i video registrati durante gli scontri mostrano chiaramente l’utilizzo dei manganelli da parte degli agenti contro gli studenti. Due di loro sono rimasti feriti, altrettanti i fermati dalla polizia, che avrebbe inoltre impedito ai manifestanti di appendere uno striscione all’ingresso della facoltà. “Non lasciamo nessuno spazio a passerelle politiche di parlamentari e associazioni studentesche fasciste”, ha dichiarato il movimento Cambiare Rotta. Dopo le cariche, gli studenti si sono diretti in corteo verso il rettorato, accompagnati dallo striscione: “Fuori i fascisti dalla Sapienza. Antifascismo è anticapitalismo”.

“La manifestazione – ha spiegato Thomas Clist, studente di Lettere e coordinatore del comitato studentesco Link Sapienza – è stata chiamata per ribadire che non c’è spazio per persone fasciste nell’ateneo, dopo La Russa e Fontana presidenti delle Camere, ma anche la stessa Meloni, si è visto chi fa parte del partito di Fratelli d’Italia. L’intenzione era anche quella di porre un contraddittorio all’interno dello stesso convegno visto che l’ateneo, in più occasione, ha bloccato convegni sulla Palestina e il Kurdistan, solo perché non era presente una parte che parlasse a nome di Israele”.

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