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Orlando a favore del salario minimo: “Non può esserci un veto, basta precarietà”

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Il ministro del lavoro, Andrea Orlando. Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI

Orlando a favore del salario minimo: “Non può esserci un veto, basta precarietà”

Il lavoro precario si combatte anche con il salario minimo. A sostenerlo è il ministro del Lavoro Andrea Orlando, che in un’intervista a La Stampa ha appoggiato l’introduzione dello strumento previsto dalla direttiva sul salario minimo proposta dalla commissione europea, come risposta alla precarietà “per ambiti meno sindacalizzati”.

“Io credo sia importante difendere la contrattazione come strumento di difesa dei diritti dei lavoratori, ma oggi bisogna prendere atto che non funziona come in passato”, ha detto Orlando, evidenziando come sul salario minimo non possano esserci veti a causa della crescita di “contratti pirata”. “Se ne esce o rafforzando la contrattazione con regole sulla rappresentanza, oppure lo strumento che resta è il salario minimo. Che può essere la risposta specie per ambiti meno sindacalizzati”, ha specificato, dopo aver definito la direttiva europea sul salario minimo “un’occasione”, che imporrà ogni paese a scegliere “se affidarsi alla contrattazione, avere un salario minimo o combinare i due strumenti”.

“È urgente trovare un accordo mentre si investe con il Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), poiché si rischia che poco o nulla finisca nei salari dei lavoratori”, ha detto Orlando, chiedendo che la ripresa sia “caratterizzata da un aumento del lavoro stabile”.

“Alla luce di investimenti sul fronte della formazione, serve un confronto per superare le forme contrattuali che hanno prodotto elementi di precarietà esasperata. Il primo segnale lo abbiamo dato contrastando, con la legge di bilancio, l’abuso dei tirocini”, ha detto l’ex vicesegretario del Partito democratico. “Questa giungla contrattuale ha avuto impatti sociali molto forti, soprattutto per le giovani generazioni”.

Secondo Orlando, le condizioni lavorative sono legate anche alle morti sul lavoro.  “Quando ci si indigna, bisogna tener conto del modello di competizione che produce quegli effetti. La competitività talvolta è realizzata con forme di dumping salariale e contrattuale”.

Nell’intervista Orlando ha anche avvertito del rischio di andare al voto anticipato dopo l’elezione del presidente della Repubblica, a prescindere dall’ascesa di Mario Draghi al Quirinale. “Sarebbe lunare negarlo e non sarebbe auspicabile in questa fase per il paese”.

Orlando ha anche sostenuto l’imposizione di “misure più dure” per battere il nuovo coronavirus “come l’obbligo vaccinale o il lockdown per chi non si vaccina”.

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