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Home » Politica

Maglie: “Vi spiego la vera storia del trappolone a Salvini, l’informazione con l’elmetto e come si esce da questa guerra”

Immagine di copertina
È vero che tu, Maria Giovanna, sei stata organizzatrice del viaggio di Salvini in Polonia?

Io non organizzo niente. La Onlus che ha organizzato il viaggio è della mia amica Francesca.

Che fai, prendi le distanze?

Ma figurati. Io, richiesta di un parere, ho detto quel che ti ripeto: mi sembrava e mi sembra un’ottima e generosa idea.

Quale?

quella di andare a vedere sul campo il terribile casino causato dalla fuga dei profughi in Polonia e dalla generosa scelta della Polonia di accoglierli. Era una missione di pace nel senso migliore del termine, per capire come fare qualcosa per migliorare gli aiuti e le accoglienze, senza altre finalità.

Finita male, però.

Perché è finita male, perché giornali e TV affamati di colpetti mediatici anziché di notizie, hanno amplificato al massimo una sceneggiata di basso livello?

La contestazione a Salvini ha prodotto un grave danno alla sua immagine, o no?

Non era una contestazione, attento. È stato un trappolone.

Cioè ?

Una vera e proprio imboscata. Quanto ai danni all’immagine, io ho un’idea un po’ diversa di cosa sono i danni seri. L’effetto di quella imboscata e’ già finito, se conosco Salvini, gli é dispiaciuta tanta bassezza, ma ha un progetto in testa e se ne infischia.

Un’imboscata?

Oh si! E non fare quello che si stupisce. Un agguato mediatico, e anche abbastanza grottesco e male organizzato.

Ma di chi?

Come di chi? In quei territori, oggi, ci sono esponenti di ONG che l’hanno giurata a Matteo per la sua giusta politica sui clandestini al tempo in cui lui era ministro, per essersi opposto alle varie Carole e Grete che ci hanno ridotto come siamo ridotti ora che la crisi ci mette con le spalle al muro sulla nostra dipendenza energetica.

Si, ma cosa c’entra con Salvini.

È stata una vendetta perché quel viaggio dimostrava che l’immagine del Salvini che odia i profughi è falsa.

Ma l’incontro conferenza stampa con il sindaco polacco chi lo ha organizzato?

È questo il punto: il viaggio è stato annunciato ma non nelle tappe, a partire dagli incontri con le autorità ecclesiastiche e con le organizzazioni umanitarie a Varsavia.

Ovvero?

Ai giornalisti era stato detto che non si trattava di un viaggio politico. Quindi niente telecamere niente giornalisti. Nessun incontro istituzionale e nessuna conferenza stampa

Dici?

Certo. Lui doveva solo andare a vedere la situazione, contribuire a comprendere il modo migliore per organizzare gli aiuti, prendere dei profughi e portarli in Italia. Dopodiché è accaduto quello che ti racconto ora.

Maria Giovanna Maglie: giornalista di Esteri, opinionista televisiva, scrittrice, grande polemista: negli ultimi anni si è avvicinata al leader della Lega Matteo Salvini, al punto da essere stata indicata come organizzatrice (insieme alla onlus della sua amica Francesca Chaouqui) del viaggio in Polonia. La Maglie conferma a modo suo la notizia, e spiega perché secondo lei è stato un tentativo di discredito costruito a tavolino. Quanto alla incoerenze di Salvini su Putin, aggiunge che così han fatto tutti, “perché non si dice una parola su quelle di tutti gli altri?”.

Ma se il viaggio non prevedeva conferenze stampa, come mai Salvini si è ritrovato davanti ai microfoni?

Mentre lui stava facendo un giro ai vari punti di raccolta profughi, gli è stato detto dall’ambasciatore che c’era un incontro da fare, un saluto alle autorità, e Matteo si è ritrovato in quel set costruito ad arte per colpirlo.

Quindi è responsabilità anche dell’ambasciatore italiano in Polonia?

Almeno per omessa vigilanza, direi: l’ambasciata doveva avere idea di dove stesse portando Salvini, non credi? Bisognava almeno sapere se era un contesto ostile o no,prima di esporlo in quel modo.

In che senso dici che il trappolone era costruito?

Ma scusa, su questo non ci sono dubbi!

Spiega, spiega.

Da dove salta fuori una maglietta uguale identica a quella della piazza Rossa in un paese al confine con la guerra. Nessuno si accorge che i contestatori che urlano, peraltro quattro gatti, sono in realta’ due italiani dotati di macchina fotografica e telecamera?

E chi erano?

Non dei polacchi, ma degli italiani arrivati apposta da fuori che gridano “Buffone!” in Italiano.

Ma secondo te, per Salvini non è un duro colpo?

Ma figurati, ne ha subiti a decine di agguati così, dai centri sociali, nelle piazze, nelle strade, non da due urlatori, ma da centinaia di persone.

Però questo era un sindaco polacco, per giunta di destra: mica è arrivato dall’Italia. È un’altra storia.

Non parliamo di popolo, di gente vera, di polacchi o di Ucraini. Ma di un sindaco fascistone, noto per la sua politica omofoba, ormai detestato anche dei suoi lettori e a caccia di visibilità; e due fotografi gruppettari che urlano. In Italia questa maldestra messa in scena è stata trasformata in una presunta disfatta di Matteo. Dài, fa ridere.

Però non puoi negare che ci sia una contraddizione nell’attuale linea di Salvini tutta pacifismo e cooperazione.

E quale sarebbe?

La maglietta di Putin esibita da Salvini, a prescindere da come la sua copia sia arrivata al sindaco, era il simbolo di una smaccata simpatia per i leader russo.

A me gli autocrati non sono piaciuti mai, ma tre quarti della politica italiana ed europea aveva simpatia e soprattutto stringeva affari con Putin anche dopo l’invasione della Crimea: i deputati del M5s che andavano in viaggio in Russia, Silvio Berlusconi amico personale, Franco Frattini e Forza Italia, Fratelli d’Italia, un bel pezzo di Pd… Adesso fa comodo crocifiggere solo Salvini perché si è messo una maglietta, che è la sua forma di comunicazione social? Solo lui? Gli affari di Prodi? Renzi che si dimette da un consiglio di amministrazione soltanto 10 giorni fa?

D’accordo, c’erano anche gli altri, ma senza maglietta: è stato un errore o no?

Lascia perdere le magliette. Io faccio questa distinzione. Fino al 2008 c’è stato un Putin, dopo il 2008 un altro. Putin, non va dimenticato, ha avuto una stagione occidentale, finita tristemente con la Georgia, gli oppositori avvelenati in modo ripugnante, la Siria, la Crimea . Avremmo dovuto smettere da tempo di dipendere per il fabbisogno energetico da lui, invece abbiamo fatto l’esatto opposto, e ti faccio i nomi dei governi: Renzi Gentiloni Conte 1 Conte 2 Draghi

E quindi?

Avere avuto a che fare con la Russia per affari anche spregiudicatamente, perfino aver avuto una colpevole simpatia per l’uomo forte, non c’entra niente con il dovere di condannare l’invasione dell’Ucraina, un gesto violento, brutale e inaccettabile. È ovvio che c’è uno spartiacque. Ma il problema che tu mi stai ponendo è infinitamente più miserabile: vogliono colpire Matteo usando Putin come pretesto.

Chi, e perché?

I suoi nemici storici, la sinistra, le ONG degli affari, i burocrati europei. Ma anche una parte dei media italiani che hanno cavalcato il trappolone perché gli faceva comodo.

E perché? Non sono gli stessi media che hanno accompagnato l’ascesa della Lega al 30%?

Veramente più che accompagnato l’hanno subito, ne hanno subito la trasformazione in grande partito Nazionale, il modo nuovo di fare politica, le scelte liberali e atlantiste alle quali Matteo Salvini è approdato dichiaratamente. Ma oggi stampa e media italiani sono soprattutto conformisti e a caccia di ascolti e vendite a qualunque costo. Infatti li perdono gli ascolti e le vendite. Pensa alla disinvoltura con cui la stragrande maggioranza dei nostri colleghi si sono tolti il camice da virologi e si sono infilati l’elmetto da combattenti di guerra.

E non ti sembrano sinceri in quale dei due casi?

In nessuno dei due.

Spiega.

C’è un’idea dell’informazione talmente schierata, univoca, priva di dubbio, prima sul covid, vaccini e restrizioni della liberta’,oggi sul conflitto, da fare paura.

Lo dici tu che hai iniziato a fare la giornalista di Esteri in guerra fredda?

Non c’è il minimo paragone possibile, tra la qualità della stampa italiana di ieri e quella di oggi. Oggi tutto viene scoperto in ritardo in un combinato disposto micidiale tra politica mediocre e informazione prona. Questi non hanno capito che gli finisce la carta.

In che senso?

Nel senso materiale: le cartiere si fermano per la crisi energetica. Si avvicina un’economia di guerra nella più ingenua e colpevole inconsapevolezza. Si possono firmare più di metà delle industrie italiane. Serve una pace giusta,come ripete Salvini da giorni. O davvero tra i mediocri che ci governano c’è chi pensa che si possa contenere questa crisi abbassando di due gradi i termosifoni di casa? Dài! E grottesco

Contesti il discorso su “diamo le armi agli ucraini”?

Contesto la filosofia vile del “armiamoli e partano”. È troppo poco, troppo tardi, e pericoloso nel contempo.

In che senso?

L’Europa ha guardato con disinteresse in totale incoscienza l’avanzare della crisi in Ucraina. Era annunciata da mesi l’invasione. Ma se cerchi nei documenti dell’Unione Europea, al massimo trovi tre righe, perché tutto lo spazio è occupato da dibattiti sul genderfluid. Contemporaneamente gli Stati Uniti più deboli della storia, quelli della fuga vile dall’Afghanistan, lasciandosi dietro carri armati e divise dell’esercito americano, non hanno fatto niente per fermare Putin. Ora imperversiamo con le sanzioni,che è meglio di niente ma danneggiano soprattutto colui che sanziona, cioè noi. Abbiamo paura di tutto, al solo sentirli nominare la no fly zone tremiamo per il rischio di attacchi nucleari in ritorsione, dimenticando che quella di Putin è propaganda, che le armi nucleari distruggerebbero per prima la Russia. In una situazione come questa le armi agli ucraini sono un modo per scaricarsi la coscienza.

Trascuri il fatto che le armi le chiedano gli stessi ucraini?

Il fatto che, comprensibilmente le chiedano – lo farei anche io – non significa che riceverle, o addirittura usarle, sia la cosa giusta per loro. Stanno ritardando eroicamente l’avanzata di Putin, gli stanno procurando non pochi problemi, ma è destinato a vincere. Le armi in mano ai civili sono pericolose. Le armi in mano a detenuti fatti uscire dalle carceri sono pericolose. Le armi in mano a mercenari sono pericolose.

Quindi tu difendi l’attuale linea di Salvini: “Voglio la pace, lavoro per la pace”.

Data la situazione che ti ho descritto, mi pare l’unica strada possibile. Abbiamo una crisi umanitaria, una crisi energetica, una crisi alimentare, il rischio di propagazione del conflitto: se non si ferma subito questa guerra, con una negoziazione seria, sono guai veri. Ma deve essere una pace giusta, non quella che vuole Putin, se ne siamo capaci

Serve la Merkel, invocata da alcuni come mediatore ideale?

Per carità. Lei, con la sua ostpolitik è una delle responsabili principali di quello che è accaduto. La beatificazione di Angela Merkel, politico mediocre, preoccupato solo degli interessi della Germania, altro che Unione Europea, è uno dei fenomeni più deteriori degli ultimi decenni. E comunque l’Unione Europea è fuori, non solo l’Italia, il cui premier non viene neanche consultato, ma tutta l’Europa. Se non hai fatto niente per contare qualcosa, questo raccogli. Si danno da fare solo Nazioni sempre condannate come reazionarie, vedi la Polonia

La Cina, allora?

La Cina è alleata di Putin. Nel senso che non vuole l’Europa troppo vicina, ma certamente la Cina ha influenza su Putin. Non ha ne’ la struttura ne’ la vocazione di mediatore, potrebbe essere utile se fosse affiancata da altri attori forti della scena internazionale.

E chi? Israele?

Si, Israele: ma solo con impegno serio degli americani. . E non sottovaluterei il ruolo forte che fin dall’inizio il Vaticano e il papa hanno assunto in questa dolorosa vicenda. La storia di queste settimane dimostra una volta di più che quando le democrazie arretrano, si infiacchiscono, perdono qualunque orgoglio, dittatori e autocrati avanzano rapaci. Bisogna tornare a far sentire a Putin il massimo della pressione possibile.

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