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    Il filosofo Levy, invitato dai leghisti al convegno sul Covid, insulta Salvini in tv: “Dice solo sciocchezze”

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 29 Lug. 2020 alle 13:20

    Il filosofo Levy partecipa al convegno sul Coronavirus, poi insulta Salvini in tv

    Qualche giorno fa, all’ormai famoso convegno al Senato organizzato dal leghista Armando Siri e da Vittorio Sgarbi sul Coronavirus, era presente anche il noto filosofo francese Bernard-Henry Lévy. Il convegno ha fatto molto discutere soprattutto per le frasi di Matteo Salvini sull’uso della mascherina e sulla stretta di mano, oltre che per la presenza di alcuni intellettuali tra cui Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale. Anche Lévy ha fatto il proprio intervento. Lo stesso giorno, poi, il filosofo francese si è presentato su Rete 4 negli studi di Quarta Repubblica, con Nicola Porro. E proprio lì, ha lanciato strali contro Salvini, anche lui presente, sul tema della crisi dei migranti in Italia e sull’impennata di sbarchi e fughe dai centri d’accoglienza dei giorni scorsi.

    “Il popolo italiano – ha detto Lévy durante la trasmissione – è un grande popolo, l’Italia è un Paese che in passato ha avuto grandi imperatori. Roma è la città dell’ospitalità, dell’apertura all’altro. Definire l’Italia con la propaganda xenofoba del signor Salvini è una pessima azione nei confronti di questi poveri disgraziati. Il sovranismo è un problema che riguarda gli italiani perché se i sovranisti fossero stati al potere, l’Italia non sarebbe uscita in questo modo dalla crisi del Covid. Grazie a Dio, l’Italia ha avuto l’Europa e i 200 miliardi di sovvenzioni. Senza l’Europa, signor Salvini, il vostro Paese sparirebbe dalla mappa e dall’economia dell’Europa. E sarebbe una tragedia”.

    Anche oggi, in un’intervista rilasciata a La Stampa, il filosofo ha rincarato la dose: “L’Italia ha bisogno di leader calmi e capaci, che affrontino il problema a sangue freddo. A vedere Salvini da vicino, ho avuto l’impressione di uno che cerca di dare a chi lo chiede il permesso di essere violento, la licenza di uccidere. Chi dice agli italiani che sono vittime di una occupazione, che la violenza principale che devono affrontare è l’arrivo di questa povera gente che arriva su imbarcazioni di fortuna, si assume una  responsabilità terribile. Qualcuno li prenderà alla lettera e vorrà cacciare ‘l’invasore'”.

    “È uno degli insegnamenti – ha continuato Lévy su Salvini – di Freud e Lacan: la pulsione dell’odio è la più forte. È il legame più potente fra gli uomini ed è un umore sociale molto difficile da contrastare. È facile essere Salvini, dici delle sciocchezze e la gente più in difficoltà può crederti, così si conduce il paese al fallimento.Fortunatamente, Salvini non è al potere e non ha negoziato lui con l’Europa. Gliel’ho detto: ‘Voi avete perduto’. Perché gli italiani sanno che se non ci fosse l’Europa sarebbe la debacle”.

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