Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:20
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Letta vuole due donne capigruppo Pd per Camera e Senato: ecco chi sono le favorite

Immagine di copertina

Tanto tuonò che piovve e la notizia non poteva che arrivare direttamente da Enrico Letta, segretario PD: voglio due donne alla guida dei gruppi parlamentari del Pd di Camera e Senato. “Non posso immaginare – spiega in un’intervista domenicale al Tirreno – che nel nostro partito ci siano solo volti maschili al vertice. Non possiamo essere quelli con uomini al comando e donne vice, quando va bene. Servono leadership mischiate, specie adesso che in Europa ci sono Angela Merkel, Ursula Von der Leyen e Christine Lagarde. Per me questo è un passaggio chiave”.

S&D

Insomma, il pisano “lancia il sasso nello stagno delle correnti e aspetta di vedere l’effetto che fa” spiegano dal Nazareno. Una proposta, quella del neo segretario, che difficilmente potrà essere bocciata dai gruppi di Camera e Senato: sarebbe a rischio la tenuta stessa del partito appena uscito da settimane di tribolazioni (con buona pace di chi spera in un esito diverso magari puntando su qualche “cavallo di ritorno” proprio a ridosso dell’annuncio lettiano).

Così mentre i fedelissimi di Letta si affrettano a spiegare il senso di questa iniziativa come “forte e in qualche modo inattesa” il mantra è “si cambi e si indichino due donne”. Un modo anche per far capire a qualche “maschietto” renitente che non è il caso di fare le barricate. L’importante per il neo segretario dem è intanto cambiare i due capigruppo e magari, in seguito, provare a “rimescolare le appartenenze”.

Ecco perché, spiegano dal suo entourage, con queste prime nomine (a cominciare dalla scelta dei vice e della segreteria nazionale) Enrico Letta sta di fatto “rottamando” le correnti, quasi fosse un novello Renzi. Ovviamente in queste ore impazza il totonomi. La domanda chiave è: data per scontata l’autonomia dei gruppi parlamentari, chi vorrebbe il neo segretario come capogruppo alla Camera? Il nome più gettonato è quello della De Micheli, fedelissima della prima ora a cui sarebbe già stata chiesta disponibilità. Ma girano anche altri nomi come quello della Serracchiani e della Madia (oltre alla Morani).

E per il Senato? Qui la partita si complica: “Farà scegliere a Base Riformista” giurano i bene informati. Il nome? Il più gettonato è quello di Simona Malpezzi (che però è sottosegretaria con Draghi). Da non escludere quindi i nomi di Roberta Pinotti, Valeria Fedeli e Anna Rossomamdo. Insomma, se per la Camera in pole c’è decisamente la De Micheli per il Senato l’ipotesi più probabile è quella di una sfida a due tra Malpezzi e Pinotti.

Ti potrebbe interessare
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Opinioni / Il cardinale Zuppi e Fabrizio Barca: “Mettere insieme giustizia sociale e ambientale”
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Ti potrebbe interessare
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Opinioni / Il cardinale Zuppi e Fabrizio Barca: “Mettere insieme giustizia sociale e ambientale”
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Opinioni / Noi giovani e la politica, tra apatia e grandi battaglie (di G. Brizio)
Esteri / Di chi è il Medio Oriente? I limiti di Washington e il campo minato delle grandi potenze mondiali (di G. Gambino)
Opinioni / Le Europee saranno le prime elezioni a ridefinire il ruolo dell’Ue nel mondo (di S. Mentana)
Opinioni / Campo rotto: salvate i soldati Conte & Schlein
Esteri / Erdogan non è imbattibile: ma il futuro del leader turco e dell’Akp è ancora tutto da scrivere
Opinioni / L'Europa corre ciecamente verso la guerra (di R. Parodi)
Opinioni / La boutade di Macron sull’Ucraina e l’Ue che deve imparare a difendersi da sola (di S. Mentana)