L’Ue vara un prestito-ponte da 90 miliardi di euro per l’Ucraina: ecco cosa prevede l’accordo del Consiglio Ue
La misura sarà finanziata da strumenti di debito comune. Nessun accordo invece sull’uso degli asset russi congelati. Sconfitta la linea della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e del cancelliere tedesco Friedrich Merz. “Ha prevalso il buon senso”, commenta Giorgia Meloni. "Avvicina l'Europa alla guerra”, avverte il premier ungherese Viktor Orban
I leader dei Paesi dell’Unione europea non sono riusciti a raggiungere un accordo sull’uso dei beni russi congelati per finanziare l’Ucraina dopo 16 ore di riunione a Bruxelles del Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue, optando invece per un prestito-ponte da 90 miliardi di euro a favore di Kiev, che sarà finanziato da strumenti di debito comune.
“Il Consiglio europeo conviene di fornire all’Ucraina un prestito di 90 miliardi di euro per gli anni 2026-2027 sulla base di un prestito dell’Ue sui mercati dei capitali coperto dal margine di manovra del bilancio dell’Ue”, si legge nel comunicato finale del vertice. Ma l’accordo raggiunto nella notte prevede il ricorso alla cooperazione rafforzata, visto che tra Paesi membri, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, si sono rifiutati di partecipare alle garanzie finanziarie del prestito. A giudicare dai commenti, l’intesa lascia tutti soddisfatti ma solo a parole.
Chi vince e chi perde?
Passa la linea sostenuta da settimane dal premier belga Bart De Wever, che temeva ripercussioni per il governo nazionale di Bruxelles in caso di confisca a favore di Kiev degli asset di Mosca congelati in Europa. “Ha prevalso la razionalità”, ha commentato nella notte. Parole a cui ha fatto eco anche la nostra presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Sono contenta che abbia prevalso il buon senso, che si sia riusciti a garantire le risorse che sono necessarie ma a farlo con una soluzione che ha una base solida sul piano giuridico e finanziario”, ha detto la premier, che mercoledì alla Camera aveva predicato prudenza.
Soddisfatto ma non troppo anche il premier ungherese Viktor Orban, capofila dei contrari, che ha definito “morta” la proposta di usare i beni russi congelati per finanziare l’Ucraina. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ha dichiarato Orban dopo il Consiglio, “ha sempre presentato due opzioni: una era il congelamento dei beni, che è fallito, e l’altra era il prestito, ma il problema del prestito era che richiedeva una decisione unanime”. “Alla fine abbiamo rinunciato al diritto di veto e in cambio abbiamo ottenuto l’opt-out”, ha aggiunto, definendo l’accordo concluso nella notte “una decisione estremamente sbagliata che avvicina l’Europa alla guerra”. “Tre Paesi hanno deciso di non partecipare. Si tratta di un opt-out per la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Ungheria. Quindi noi siamo innocenti”, ha proseguito il premier ungherese. “Sembra un prestito ma ovviamente gli ucraini non saranno mai in grado di ripagarlo. Quindi si tratta fondamentalmente di denaro perso”.
Contenta anche Mosca. “È stata una vittoria per la legge e il buon senso”, ha scritto sui social il direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti e rappresentante speciale del Cremlino, Kirill Dmitriev, che ha parlato di “un colpo fatale per la presidente della Commissione e il cancelliere tedesco e gli altri guerrafondai europei”, chiedendo le dimissioni di von der Leyen e del cancelliere Friedrich Merz.
Ovviamente soddisfatto dell’intesa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Sono grato a tutti i leader dell’Unione europea per la decisione del Consiglio europeo di assicurare 90 miliardi di euro di sostegno finanziario all’Ucraina nel 2026-2027. Si tratta di un aiuto significativo che rafforza davvero la nostra resilienza”, ha commentato sui social. “È importante che i beni russi rimangano immobilizzati e che l’Ucraina riceva una garanzia di sicurezza finanziaria per i prossimi anni. Grazie per il risultato e per l’unità. Insieme, stiamo difendendo il futuro del nostro continente”.
“La conclusione è che il nostro sostegno all’Ucraina è garantito”, ha esultato la prima ministra danese nonché presidente di turno del Consiglio Ue, Mette Frederiksen. L’intesa però costituisce una battuta d’arresto innegabile per la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che nel suo ultimo discorso al Parlamento europeo a Strasburgo aveva spinto per la confisca dei beni russi a favore di Kiev, con l’appoggio del cancelliere della Germania, Friedrich Merz. Da settimane infatti, la Commissione e Berlino facevano pressioni sui Paesi membri per utilizzare fino a 210 miliardi di euro di beni russi congelati per finanziare l’Ucraina.
Ma questa mattina l’ex ministra tedesca si è detta comunque soddisfatta: “La Commissione aveva proposto due soluzioni. Entrambe giuridicamente valide. Entrambe tecnicamente fattibili: da un lato, abbiamo proposto che l’Ue contraesse prestiti sul mercato e dall’altra abbiamo sviluppato il prestito di riparazione”, ha ricordato alla stampa von der Leyen. “Già la scorsa settimana abbiamo inviato un messaggio politico chiaro e forte immobilizzando a lungo termine i beni russi nell’Ue. E partendo da questo, abbiamo concordato di trovare una soluzione per il finanziamento dell’Ucraina per i prossimi due anni”. Ma cosa prevede?
Cosa prevede l’accordo
Nei prossimi due anni, come ha spiegato in conferenza stampa proprio von der Leyen, l’Ue presterà soldi all’Ucraina, contraendo un debito da inserire nel bilancio comunitario, che sarà però garantito soltanto da 24 dei 27 Paesi. “Gli Stati membri hanno concordato di finanziare l’Ucraina attraverso prestiti dell’Ue sui mercati dei capitali, per un importo di 90 miliardi di euro per i prossimi due anni. Lo faremo attraverso una cooperazione rafforzata, sostenuta dal margine di bilancio dell’Ue e basata su un accordo unanime per modificare il Quadro finanziario pluriennale”, ha precisato la presidente della Commissione, secondo cui Kiev “dovrà rimborsare il prestito solo dopo aver ricevuto le riparazioni (di guerra dalla Russia, ndr)”. “Fino ad allora”, ha precisato, “i beni (russi nell’Ue, ndr) rimarranno immobilizzati”.
La questione infatti non sembra ancora chiusa del tutto, malgrado l’opposizione di molti leader dei governi europei. “L’Unione si riserva il diritto di utilizzare i beni immobilizzati per rimborsare questo prestito. Allo stesso tempo, abbiamo dato mandato alla Commissione di continuare a lavorare sul prestito di riparazione basato sui beni immobilizzati russi”, ha dichiarato in conferenza stampa il presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa. “Il messaggio che inviamo oggi alla Russia è chiarissimo: in primo luogo, non avete raggiunto i vostri obiettivi in Ucraina; in secondo luogo, l’Europa sta al fianco dell’Ucraina. Oggi, domani e finché sarà necessario; in terzo luogo, la Russia deve sedersi al tavolo delle trattative in modo serio e accettare che non vincerà questa guerra”.