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Home » Politica

“Vogliamo restituire dignità al lavoro attraverso salario e diritti”: parla il segretario della Fiom Emilia Romagna

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Giovanni Cotugno spiega a TPI le motivazioni che hanno spinto i metalmeccanici a bloccare la tangenziale a Bologna: "Non possiamo permetterci che le persone diventino sempre più povere pur lavorando, se chiedere rispetto per il proprio lavoro e una paga adeguata è diventato fuorilegge ne prendiamo atto"

La manifestazione del 20 giugno dei metalmeccanici ha fatto discutere tutto il Paese, soprattutto per il blocco della tangenziale a Bologna. Per cominciare, cosa chiedete esattamente?
“Chiediamo che riprendano le trattative e si arrivi un accordo per il rinnovo dei contratti nazionali dei metalmeccanici, scaduti da oltre un anno. Il rinnovo è fondamentale per aumentare le paghe e contrastare la perdita di potere di acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori, colpiti dagli aumenti inflativi degli scorsi anni. Non possiamo permetterci che le persone diventino sempre più povere pur lavorando. Abbiamo chiesto un aumento di 280€, una cifra giusta, che potrebbe incrementare la capacità di spesa. Questo anche a fronte del continuo aumento dei profitti delle imprese, che nell’ultimo quinquennio sono aumentate di oltre il 70%, mentre gli stipendi non hanno di certo seguito la stessa dinamica. Le nostre richieste non sono solo salariali ma riguardano anche i diritti e in ultima istanza la dignità del lavoro: è urgente contrastare la precarietà per garantire anche alle giovani generazioni un lavoro e un’esistenza stabile, estendere i diritti e rafforzare la sicurezza sul lavoro, evitando le morti e garantendo così un lavoro sicuro e i diritti in tutto il sistema degli appalti”.

Bloccare una via strategica come la tangenziale, secondo il decreto sicurezza, può configurarsi come un atto illegale. Considerate questo gesto come un’azione di disobbedienza civile, una legittima manifestazione sindacale o una protesta esplicita contro il DDL sicurezza?
“I metalmeccanici e le metalmeccaniche hanno una lunga tradizione di mobilitazione per difendere e acquisire nuovi diritti, da sempre facciamo sentire con forza la nostra voce. Lo sciopero e la manifestazione erano nel solco delle nostre legittime modalità di protesta: le tantissime persone in piazza chiedevano un gesto forte che desse visibilità a una vertenza bloccata da mesi. Se chiedere rispetto per il proprio lavoro e una paga adeguata è diventato fuorilegge ne prendiamo atto, ma il dl sicurezza non doveva servire contro black bloc e facinorosi spaccavetrine? Abbiamo partecipato nei mesi scorsi alla mobilitazione contro il dl sicurezza perché ne vedevamo le derive repressive e autoritarie, evidentemente avevamo ragione”.

Avete ricevuto comunicazioni ufficiali riguardo a eventuali indagini in corso? Temete ripercussioni legali, condanne o provvedimenti restrittivi? Oppure ritenete che ci sia spazio, sul piano giudiziario, per far valere le vostre ragioni?
“No, al momento non abbiamo ricevuto comunicazioni ufficiali. La Fiom ha messo in conto che nella propria azione possano esserci rischi di denunce. Nel caso arrivassero ci difenderemo con tutte le modalità, fuori e dentro le aule di Tribunale. Sarebbe assurdo criminalizzare una protesta pacifica, denunciare migliaia di operaie e operai”.

Il ministro Urso vi ha convocato a Roma. Pensate che questa convocazione sia già un primo risultato concreto della mobilitazione dei lavoratori?
“Si, c’era stata alcuna convocazione, nonostante le 32 ore di sciopero – e sono tantissime con i livelli salariali e i problemi ad arrivare a fine mese. L’obiettivo degli scioperi di ieri in tutto il Paese era quello di alzare il livello di attenzione”.

La manifestazione di sabato era unitaria? L’occupazione della tangenziale è stata condivisa e concordata da tutte e tre le sigle sindacali?
“Quella del rinnovo dei contratti è una vertenza fortemente unitaria, come anche le mobilitazioni che stiamo mettendo in campo. La giornata di ieri è stata ampiamente condivisa da Fim-Cisl, Fiom Cgil e Uilm- Uil”.

Quali saranno le prossime mosse della mobilitazione dei lavoratori metalmeccanici?
“Deve essere chiaro al sistema delle imprese che non ci fermeremo fino a che non sia raggiunto un accordo. Se dovessero continuare a non ascoltarci incrementeremo la nostra azione, dentro e fuori le fabbriche metalmeccaniche, per raggiungere il nostro obiettivo e restituire dignità al lavoro attraverso salario e diritti”.

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