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L’ultima di Fontana: “Ora la Lombardia produrrà i vaccini anti-Covid. Sei mesi e iniziamo”

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Il governatore Fontana: “La Lombardia produrrà i vaccini anti-Covid”

“In sei mesi possiamo organizzare una filiera per produrre in proprio i vaccini anti-Covid”: lo annuncia il governatore della Lombardia Attilio Fontana.

S&D

Intervistato dal quotidiano Libero, il presidente della Regione ha parlato della campagna vaccinale, senza lesinare critiche al governo, e delle possibili riaperture previste tra la fine di aprile e l’inizio di maggio.

Dopo il caos sulle prenotazioni, il cambio dei vertici di Aria, la società della Regione finita sotto accusa per i numerosi problemi riscontrati nelle prenotazioni, e l’affidamento della gestione della campagna vaccinale al portale di Poste, Fontana dichiara che “il nuovo portale ha risolto tutti i problemi che avevamo avuto con quello precedente” sottolineando che i centri lombardi potrebbero fare anche più inoculazioni se “arrivassero i vaccini”.

“Abbiamo superato i due milioni di vaccinazioni, tutti gli over 80 hanno avuto la prima dose e quelli che aspettano a domicilio l’avranno nei prossimi giorni”.

Sui problemi riscontrati con le vaccinazioni di disabili e categorie fragili, Fontana afferma: “Sui disabili non ci avevano mandato le liste precedenti al 2010, mentre gli ‘estremamente vulnerabili’ che sono stati presi in carico dalla Asst verranno contattati direttamente, gli altri possono andare sul portale”.

Fontana, che sottolinea di non vedere “criticità” nella campagna vaccinale lombarda, poi si dice “favorevole” all’idea di creare zone Covid free.

Sulle riaperture, invece, il governatore della Lombardia dichiara: “Il tema delle riaperture lo declino in tre passi. Il primo è quello odierno che dice che la Lombardia ha numeri da zona gialla e che a fine mese si potranno avere maggiori riaperture”.

“Il secondo – continua Fontana – è quello che inizierà una volta che avremo tutti i lombardi over 60 vaccinati. Allora sarà possibile chiedere maggiori libertà anche rispetto alla zona gialla. Il terzo e ultimo è quando avremo raggiunto un grado di vaccinazione che ci permetterà di riprendere la nostra vita normale. Sui tempi dipenderà da quante dosi arriveranno”.

Proprio sui vaccini anti-Covid, il governatore sottolinea che “La Lombardia deve mettersi nelle condizioni di avere una sua ‘fabbrica dei vaccini’. Qui ci sono aziende farmaceutiche che sono al top nel mondo. Credo che in sei mesi si possa organizzare una filiera. Del resto abbiamo capito che nei prossimi anni la capacità di vaccinarsi sarà fondamentale”.

L’esponente leghista, quindi, lancia una frecciatina nei confronti del governo e dell’Unione Europea: “Siamo rimasti scottati a inizio pandemia quando a Roma ci dicevano ‘state tranquilli compriamo tutto noi’ e alla fine ci siamo dovuti organizzare da soli. Coi vaccini, quindi, meglio organizzarsi per tempo”.

Secondo Fontana, però, con l’esecutivo Draghi “c’è stato un deciso cambio di passo soprattutto nella volontà di risolvere i problemi e nei metodi decisamente più pragmatici”.

Sui ristori, il governatore leghista rivela che “stiamo facendo pressioni sul governo perché nel prossimo decreto ci siano risorse da distribuire subito ai settori più penalizzati” mentre sulle critiche ricevute sopratutto da sinistra Fontana afferma di sentirsi “amareggiato, ma non stupito”.

“Amareggiato perché così non si aiuta la Lombardia a ripartire. Non stupito perché è chiaro che è in corso un attacco a quelle eccellenze che la sinistra non ha mai digerito, come la collaborazione tra pubblico e privato che ha fatto grande la Lombardia, ma che non è nel Dna di Pd e M5S”.

Sui “rigurgiti centralisti” di cui ha parlato nei giorni scorsi, Fontana rimarca: “Mi pare evidente che ci sia un disegno per bloccare il processo di Autonomia, ma non ci riusciranno”.

Leggi anche: Fontana: “Faremo un’estate da liberi, ma la gente è confusa. Governo rassicuri su vaccino AstraZeneca” / 2. Catastrofe Fontana: così è stata distrutta la locomotiva lombarda / 3. Lombardia: a rischio la candidatura di Moratti per il dopo Fontana. Pesano i disastri sulla sanità

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