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Home » Politica

Governo | Dopo la fiducia al Senato Conte incassa quella della Camera con 350 voti a favore

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A Montecitorio il premier Conte ha incassato la fiducia con 350 sì, 236 no e 35 astenuti

Oggi, 6 giugno 2017, la Camera dei deputati si è espressa sulla fiducia al governo Conte. A Montecitorio il premier Conte ha ottenuto la fiducia con 350 sì, 236 no e 35 astenuti.

Già ieri il neo esecutivo guidato da Lega e M5s aveva incassato la fiducia del Senato. Alle 9 di questa mattina era iniziata iniziato il dibattito sulla fiducia alla Camera.

La replica del premier è iniziata alle ore 15.45. Le operazioni di voto con la prima chiama dei deputati sono iniziate dopo le ore 18.

La cronaca in tempo reale del dibattito alla Camera

ore 18.40 – In corso la chiama per il voto di fiducia alla camera.

ore 18.00 –  Delrio si rivolge a Conte: “Non faccia il pupazzo e riscriva il programma” – Non venga qui a darci lezioni. Ci faccia un piacere, riprenda il programma e lo riscriva di suo pugno, perché è Lei il presidente del Consiglio. Riprenda la lista dei ministri e la riscriva di suo pugno, perché è Lei il presidente del Consiglio. Il nostro augurio è che non faccia il pupazzo nelle mani dei partiti”, ha commentato Graziano Delrio parlando alla Camera, rivolgendosi al presidente del Consiglio Conte.

ore 16.50 – Conte ha replicato alle osservazioni dei deputati, ora le dichiarazioni di voto. Il premier Conte è intervenuto conclusione del dibattito alla Camera sulla fiducia al governo da lui guidato. “Questo governo ha l’ardire di voler promuovere nuove politiche economiche. Sulla riduzione del debito siamo per negoziare anche a livello europeo, volendo esprimere un indirizzo politico, avendo la fermezza per essere ascoltati dai nostri partner”, ha detto Conte.

Caos in aula quando il premier ha parlato di conflitto di interessi. “Ognuno ha il suo conflitto di interessi e le vostre interruzioni al mio discorso lo dimostrano”, ha detto il premier. L’affermazione ha scatenato le grida di protesta dei deputati del Pd. Duro scontro tra il deputato dem Emanuele Fiano e il presidente della Camera, Roberto Fico.

Ora il programma prevede le dichiarazioni di voto.

ore 14.40 – Conte: “Italia al G7 per farsi rispettare”. “La prima cosa al G7 per l’Italia sarà farsi conoscere, la seconda farsi rispettare”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, uscendo dall’aula di Montecitorio e riferendo che domani nella prima riunione del Consiglio dei ministri saranno affrontati provvedimenti in scadenza.

ore 14.30 – Salvini: “Tre mesi nei Cie sono pochi, serve più tempo”. “Alcuni Paesi africani hanno grosse difficoltà anagrafiche, per cui due o tre mesi potrebbero non essere sufficienti per l’identificazione” dei migranti. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, parlando con i cronisti in Transatlantico alla Camera. “Serve più tempo” di permanenza nei centri per i rimpatri, ha aggiunto Salvini.

ore 13.00 – Salvini lascia i banchi del governo, Fico lo richiama. Siparietto tra il presidente della Camera, Roberto Fico, e il ministro dell’interno Matteo Salvini, nel corso del dibattito sulla fiducia al governo Conte. Poco dopo essere entrato in aula, Salvini ha abbandonato i banchi del governo per seguire la discussione tra i deputati leghisti. Fico lo ha immediatamente richiamato e gli ha imposto di fare ritorno tra i banchi del governo.

“Lei è senatore e fa parte del governo e non può sedere tra i deputati”, ha detto il presidente della Camera. Salvini aveva fatto la stessa cosa ieri a Palazzo Madama, senza però essere redarguito dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, in quanto senatore.

ore 12.30 – Salvini: “Giusto che chi guadagna di più paghi meno tasse”. “È giusto che chi guadagna di più paghi meno tasse. Perché spende e investe di più. L’importante è che ci guadagnino tutti: se uno fattura di più, risparmia di più, reinveste di più, assume un operaio in più, acquista una macchina in più, e crea lavoro in più”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, segretario della Lega (qui l’articolo completo con le sue dichiarazioni).

ore 12.10 – Martina: “Governo di destra, populista chi soffia sul fuoco”. “Daremo battaglie se presenterete un condono mascherato, se discriminerete i bambini in base alla nascita, se chi guadagna di più pagherà di meno. Altro che destra e sinistra non ci sono più. Questo è un governo di destra, dovete avere il coraggio di dirlo”. Lo ha detto il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, intervenendo durante il dibatto alla Camera sulla fiducia al governo Conte.

“Lei ha definito il governo populista”, ha aggiunto Martina rivolgendosi al le dichiarazioni programmatiche del premier Conte. Populista non è popolare. Populista è colui che soffia sul fuoco.

ore 11.50 – Bonino: “M5S ha progetto eversivo”. “Sicuramente è un movimento fatto di molte cose e di molte aspirazioni, però è unito in un progetto che io non esito a definire eversivo. Nel senso che una delle cose su cui insistono molto è la disciplina dei parlamentari quindi il mutamento dell’articolo 67 della Costituzione. E cioè il controllo sui parlamentari e il fatto che non rappresenterebbero più la nazione ma il partito. E questo è un controllo che mi preoccupa molto”. Lo ha detto Emma Bonino, senatrice e fondatrice del Movimento +Europa ai microfoni di Radio Anch’io.

ore 11.00 – Spread in aumento, attenzione sulle coperture. Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi torna a salire e s’impenna a quota 255 punti, contro i 236 punti dell’apertura e i 243 punti della chiusura di ieri. Il rendimento del decennale italiano è al 2,956 per cento (qui lo spread in tempo reale). I mercati si interrogano sul programma di governo e non gradiscono la scarsità di dettagli che il premier ha dato sulle coperture finanziarie delle misure che intende adottare.

ore 10.45 –  Toninelli: “Tav? Valuteremo costi e benefici”. “Il mio obiettivo è quello di analizzare costi e benefici di tutte le opere e quelle che saranno necessarie per i cittadini dovranno essere concluse, soprattutto quelle già iniziate”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, parlando della Tav a margine dell’inaugurazione del Salone dell’auto di Torino. “Nel giro di poche settimane inizieremo a dare le prime risposte”, ha spiegato il ministro.

A chi gli domandava del voto di ieri nel consiglio regionale del Piemonte, dove la Lega ha votato a favore dell’opera insieme a Forza Italia, Toninelli ha risposto: “Ricordo che sul contratto di governo è indicata la rivalutazione di questa opera e insieme anche alla Lega lA rivaluteremo, però carte alla mano, conti alla mano, valutazioni giuridiche tecnico-scientifiche”.

ore 10.00 – Salvini: “Migranti buttano in mare gommoni sgonfi sperando in Ong”. “Ormai il dramma è che buttano in mare gommoni già sgonfi o barche in legno usurate e pronte ad affondare subito sperando che qualche nave delle Ong le recuperi in tempo e, se non le recupera in tempo, è strage”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, parlando del fenomeno dell’immigrazione a Radio Anch’io.

“Mi domando come un padre o una madre possa a mettere a rischio la vita di un figlio sperando in non si sa che cosa. I soldi si spendono bene creando un futuro là per quei bimbi e quelle bimbe e non un futuro di disperazione in stazione Termini o in stazione centrale a Milano, come purtroppo vediamo tutti i giorni”, ha aggiunto Salvini.

“Siamo al lavoro per capire meglio gli accordi con la Libia e la Tunisia, già nel fine settimana, spero, incontrerò il ministro dell’Interno tunisino, un paese dove non c’è guerra, epidemia, carestia e bisognerà cercare di lavorare meglio”, ha proseguito il titolare del Viminale.

Quali numeri servono per la fiducia

Per avere la fiducia dal parlamento il governo Conte deve ottenere la maggioranza assoluta, ovvero la metà più uno dei componenti dell’assemblea. Si tratta di avere almeno 316 voti alla Camera e 158 al Senato.

A Montecitorio l’esecutivo Conte può contare su una maggioranza ampia, con un totale di 352 deputati su 630. Di questi 222 sono deputati del M5s, 124 della Lega e 6 del gruppo Misto.

Al Senato la maggioranza è apparsa inizialmente più risicata, ma si è rafforzata nel corso della trattativa M5s-Lega.

Si stimava che il nuovo esecutivo avesse proprio i voti di 171 senatori su 315, di cui 58 della Lega e 109 del Movimento 5 stelle, cui si sarebbero aggiunte quattro preferenze espresse nel corso delle consultazioni del premier Conte (gli ex grillini Maurizio Buccarella e Carlo Martelli e i due esponenti del Movimento per gli italiani all’Estero Ricardo Antonio Merlo e Adriano Cario).

Quali partiti votano la fiducia

I voti certi in favore della fiducia sono ovviamente quelli della Lega e del Movimento Cinque Stelle, che sostengono l’esecutivo e hanno sottoscritto un contratto di governo.

Come anticipato, i parlamentari del gruppo delle Autonomie (Svp-Patt-Union Vadotaine) potrebbero aggiungersi alla maggioranza, perché hanno lasciato aperta la porta a Conte dopo le ultime consultazioni, anche se la Svp sembra orientata all’astensione.

Anche Fratelli d’Italia, il partito guidato da Giorgia Meloni, che conta 18 senatori e 32 deputati, si asterrà sulla fiducia. Si tratta di una mossa di apertura verso il governo, perché in base alla riforma del regolamento al Senato l’astensione non vale più come voto contrario, ma come astensione appunto, come già accadeva alla Camera.

Hanno annunciato invece il loro voto contrario Forza Italia, i cui parlamentari sono stati eletti insieme alla Lega e a Fratelli d’Italia nella coalizione di centrodestra, il Partito democratico e Liberi e Uguali, che in totale contano 230 deputati alla Camera e 117 senatori a Palazzo Madama.

La fiducia in senato il 5 giugno 2018

Martedì 5 giugno 2018 il governo guidato da Giuseppe Conte e sostenuto da Movimento Cinque Stelle e Lega ha ottenuto la fiducia al Senato con 171 voti favorevoli, 117 contrari e 25 astenuti. Trecentotredici i senatori presenti.

Oggi a partire dalle ore 12, nell’aula di Palazzo Madama, il premier ha esposto le sue dichiarazioni programmatiche.

“Le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere populiste, antisistema”, ha detto Conte. “Se populismo è l’attitudine della classe dirigente ad ascoltare la gente, se antisistema significa mirare a introdurre un nuovo sistema che rimuova vecchie incrostazioni di potere, ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni”.

Nel pomeriggio si è svolta la discussione dell’aula, con la replica dell’ex premier Matteo Renzi.

Prendendo la parola al Senato, Renzi ha garantito “il rispetto dei ruoli del governo e delle opposizioni”, ma ha criticato le forze di maggioranza dicendo che “da inciucio a contratto cambia solo il vocabolario” (qui il discorso di Matteo Renzi al Senato).

È intervenuta anche la senatrice a vita Liliana Segre, che nel suo discorso si è schierata contro ogni legge speciale, riferendosi in particolare alla situazione di rom e sinti.

Domani, mercoledì 6 giugno, è prevista invece la votazione sulla fiducia alla Camera dei deputati. Dalle 9 alle 14.30 si svolgerà la discussione generale, alle 15.45 ci saranno le repliche del presidente del Consiglio e al termine i gruppi terranno le loro dichiarazioni di voto.

Le votazioni nominali invece a partire dalle 17.40 (qui la diretta sul governo).

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