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Elly Schlein: “Le parole di La Russa su via Rasella sono indecenti, inaccettabili per il suo ruolo”

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Elly Schlein: “Le parole di La Russa su via Rasella sono indecenti, inaccettabili per il suo ruolo”

Continuano le polemiche sulle Fosse Ardeatine. Dopo la bufera sulle parole di Giorgia Meloni, oggi fa discutere la presa di posizione di Ignazio La Russa sull’attentato di via Rasella che aveva preceduto l’eccidio. “Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS”, ha detto il presidente del Senato, che ha poi ribadito la propria versione di quanto accaduto il 23 marzo 1944. “Confermo che a innescare l’odiosa rappresaglia nazista fu l’uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita ‘ingloriosa’ bensì ‘tra le meno gloriose della Resistenza’”.

Secondo l’Associazione nazionale partigiani (Anpi) si tratta di parole “semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza”.

“Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti stava completando l’addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne”, ha affermato il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo. “Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani. L’attacco di via Rasella, pubblicamente elogiato dai comandi angloamericani, fu la più importante azione di guerra realizzata in una capitale europea”. Secondo Pagliarulo inoltre, anche La Russa, come Meloni avrebbe finto “di ignorare che non furono i soli nazisti a organizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perché ebbero il fondamentale supporto di autorità fasciste italiane”.

Secondo la neosegretaria del Partito democratico, Elly Schlein, le parole della seconda carica dello Stato sono “indecenti” e “inaccettabili per il ruolo che ricopre”. Anche la condanna di Pier Luigi Bersani è stata netta: “È ora di dire basta! A pochi giorni dal 25 aprile la seconda carica dello Stato ribadisce e rilancia le falsità fasciste sulla Resistenza. Mi pare che la campana stia suonando”.

Per il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, La Russa “ci ricasca, il revisionismo e la falsificazione della storia è più forte di loro. Per decenni i neofascisti italiani e i nazisti in giro per l’Europa hanno insozzato in tutti i modi la Resistenza contro Hitler e Mussolini. Vedo che purtroppo anche l’attuale seconda carica dello Stato va in questa direzione. Forse è meglio che parli un po’ di meno e studi un po’ di più, almeno la storia… E si conferma, ancora una volta che si trova nel posto sbagliato”.

Di “ennesima dichiarazione revisionista” ha parlato invece Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera del M5S. La presa di posizione di La Russa, secondo Silvestri, “non nasconde solo rigurgiti ideologici che una destra seria e moderna dovrebbe aver superato, ma anche il palese tentativo di distrarre l’opinione pubblica dalle inadeguatezze di questo governo. Sono mesi che il governo Meloni si rende protagonista di affermazioni polarizzanti, ed è ormai evidente che tra le ragioni di queste boutades c’è la precisa volontà di nascondere all’opinione pubblica i suoi ripetuti fallimenti sul piano economico e sociale”.

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