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Home » Politica

De Falco commenta l’approvazione del taglio dei parlamentari: “Ricorda il fascismo”

Immagine di copertina

"La fretta di mettere una bandierina su questo bel risultato è molto simile a quello che ottenne il fascismo quando abolì la Camera dei Deputati e creò la Camera dei fasci e delle corporazioni"

De Falco commenta l’approvazione del taglio dei parlamentari

Il senatore del Gruppo Misto Gregorio De Falco, senatore del Gruppo Misto, in un post su Facebook paragona la “fretta” con cui l’8 ottobre è stata approvata la riforma sul taglio dei parlamentari all’abolizione della Camera dei Deputati voluta da Benito Mussolini, che portò alla creazione della Camera dei Fasci e delle corporazioni:

“La fretta di mettere una bandierina su questo bel risultato, molto simile a quello che ottenne il fascismo quando abolì la Camera dei Deputati e creò la Camera dei fasci e delle corporazioni, i cui membri (detti ‘Consiglieri’), erano nominati da Mussolini, non consente neppure di adottare gli accorgimenti ritenuti necessari dai gruppi parlamentari che sostengono la riforma, sia nei regolamenti parlamentari, sia nella rimodulazione delle circoscrizioni elettorali, sia nella proporzionale riduzione del numero dei delegati regionali che concorrono all’elezione del Capo dello Stato”, scrive.

de falco taglio parlamentari
Credits: Facebook/ Gregorio De Falco

Il senatore fuoriuscito dal Movimento Cinque Stelle teme che si “creeranno dei mostri” e che se “non saranno tempestivamente apportati almeno quei correttivi, non vi sarà alcuna possibilità di avere un Parlamento efficiente”. Secondo De Falco la riforma è un attacco “alla rappresentanza parlamentare e la democrazia”.

Gregorio De Falco è stato fino al 31 dicembre senatore del Movimento Cinque Stelle. L’ultimo giorno dell’anno del 2018 è arrivata l’espulsione. Con altri quattro parlamentari Cinquestelle, Paola Nugnes, Matteo Mantero, Elena Fattori e Virginia La Mura, si era astenuto dal voto di fiducia al decreto sicurezza, guadagnandosi il titolo di “dissidente”. Per questa ragione sono stati giudicati (e forse sanzionati) dai probiviri del M5s, il collegio chiamato a vigilare sul “rispetto del doveri degli iscritti”.

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