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Indiscreto: il vero obiettivo della cena tra Di Maio e Giorgetti era provocare un terremoto nella Lega

Immagine di copertina
Frame della trasmissione televisiva "Non è l'Arena"

Pizza con contorno di Quirinale. È stato questo, il Colle, il vero motivo della cena tra il ministro degli esteri Luigi di Maio e quello dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Il grillino vuole convincere l’amico leghista della bontà di tenere ancora a lungo Mario Draghi a palazzo Chigi mentre Giorgetti (GG per gli amici) vorrebbe farlo salire quanto prima al Quirinale (ed anche il premier è d’accordo con le parole del suo fedelissimo ministro del Mise). Ma perché di Maio sta facendo tutto questo?

Due sono i motivi: il primo è che più Draghi sta a palazzo Chigi e più Conte si logora. Il secondo è che più Draghi sta a palazzo Chigi e più si favorisce quella “scomposizione e ricomposizione” dei poli tanto cara al ministro degli esteri (ormai diventato un professionista della politica a tutti gli effetti) e che presto potrebbe interessare anche a Giorgetti (Salvini non vede l’ora che lasci il partito). L’ambizione è federare un nuovo polo centrista, liberandolo dalla stretta sovranista di Salvini e Meloni. Il sovranismo è ormai giudicato un handicap per la politica italiana. Non per niente l’incontro tra i due avviene in concomitanza con la rumorosa intervista di GG contro Salvini. Un’operazione studiata a tavolino per provocare il terremoto nella Lega. L’obiettivo non è diventare il segretario al posto del Matteo (a Giorgetti la cosa non interessa: punta semmai alla presidenza del Consiglio per il dopo Draghi oppure gli piacerebbe in futuro un ruolo di commissario europeo) ma esserne lo stratega, creare i presupposti affinché Salvini lasci la guida di via Bellerio a qualcun altro e si sposti l’asse del partito verso il centro facendo l’accordo con i popolari europei. Questo gli hanno chiesto gli amici americani nel suo recente viaggio negli States. La resa dei conti ci sarà tra poco, quando la Lega scenderà ancora nei sondaggi (la caduta viene ormai ritenuta irrefrenabile senza un deciso cambio di rotta). Per sferrare il colpo di grazia a Salvini stanno solo aspettando che si scenda sotto la soglia psicologica del 15%. Non manca molto. Sapete quello che si dice? “Matteo ha preso il partito al 3% e al 3% lo sta riportando”.

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