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Home » Politica

Retroscena – Beppe Sala sta lavorando ai Verdi italiani: un nuovo partito ambientalista filo-Draghi

Immagine di copertina
Beppe Sala. Credit: Ansa

Dalla Germania a Milano passando per Roma, Vaticano e Quirinale. Potrebbe essere la trama di un film se non fosse che qualcuno di qua e di là delle Alpi ci sta lavorando veramente. Per alcuni, addirittura, ci sarebbe già un atto notarile con tanto di quote per il listone di centro (a sfondo verde) in allestimento all’ombra del governo Draghi con a capo il sindaco di Milano Sala (in odore di trionfale rielezione e consacrazione europea green). Ci sarebbe persino la benedizione di Silvio Berlusconi sulla “Balena Verde” tramite il suo fedelissimo scudiero Dc Gianfranco Rotondi.

Di sicuro, però, qualcosa si muove intorno all’universo ambientalista italiano. Basta mettere in fila alcuni segnali che negli ultimi tempi (e TPI ne aveva già dato nota) si sono disposti sullo scacchiere politico italiano. Il sindaco di Milano si è affrettato a mettere il cappello sulla opzione ambientalista aderendo ai verdi europei e uscendo dal Pd proprio alla vigilia di elezioni comunali nelle quali il Pd sarà magna pars del suo risultato.

Sala scommette evidentemente sull’effetto Germania, il paese tutt’ora trainante dell’Europa, in cui si voterà a settembre per le elezioni politiche e dove i Verdi sono baciati da sondaggi strabilianti. Accadrà come coi Pirati, nati in Germania e importati in Italia con impetuoso successo da Grillo in forma di Cinquestelle? Sala ci spera.

Poi ci sono i movimenti degli ex Dc: lasciando perdere Rotondi, che si è sempre mosso nell’orbita green, sono in molti ad accarezzare l’idea di una specie di nuova Margherita che rinasca dalla svolta green del governo Draghi. Già, Draghi. Per alcuni dovrebbe spostarsi al Quirinale ma l’ex presidente Bce sa benissimo che la gestione del Pnnr rischia di imbullonarlo a palazzo Chigi col rischio di doverci restare più a lungo di quanto non voglia.

Ecco dunque che in vista delle prossime elezioni politiche si comincia a ragionare su una nuova lista ambientalista guidata dal fido Sala (il sindaco di Milano anche se non lo da a vedere è legatissimo a super Mario) e lanciata nei territori dai fabbricanti democristiani di preferenze. Una sorta di “balena verde” pronta a puntare ad almeno il dieci per cento dell’elettorato italiano (ma c’è chi spera molto di più) per diventare l’ago della bilancia della politica con qualsiasi governo e qualsiasi maggioranza.

Ma proprio come l’ex balena Dc, ci sarà un occhio di riguardo per il Vaticano: sarà centrale il dialogo con il mondo economico e quelle realtà sociali (in primis quelle cattoliche) che si riconoscono nell’Enciclica “Laudato Si'” di Papa Francesco: giustizia sociale e ambientale, difesa diritti umani e civili i temi principali.

E il Quirinale? Sarà un caso ma la settimana scorsa l’ex presidente Bce ha deciso di sbandierare i meriti “green” del suo governo alla convention della prestigiosa fondazione ambientalista presieduta da Francesco Rutelli. E con ciò ha contribuito a mettere in pista un’altra riserva della Repubblica pronta per il gran salto al Quirinale: se anche in Italia, sulla scia della Germania, decollasse la lista ambientalista tanto da diventare forza di governo del paese, quale miglior candidato per il Colle del fondatore della Margherita, ambientalista storico e beniamino dei cattolici moderati?

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