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Fratelloni d’Italia: Andrea De Gennaro favorito per il ruolo di comandante della Gdf. Il retroscena

Immagine di copertina
Il Generale GDF Andrea De Gennaro, fratello di Gianni, e candidato in pole a succedere a Zafarana al comando delle Fiamme Gialle

Dopo estenuanti trattative e vari incastri di puzzle, finalmente sono stati annunciati i nomi delle governance delle aziende di Stato più importanti.

S&D

Alla Presidenza di Eni, la prima azienda italiana, è stato nominato il Comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana: un attestato di stima per il Generale a capo delle Fiamme Gialle e un riconoscimento al grande lavoro svolto dal corpo durante la tremenda crisi economica conseguenza del Covid.

Ora che il Comandante uscente si appresta a sedere sulla poltrona della presidenza del cane a sei zampe, entra nel vivo la corsa alla sua successione. Senza esclusione di colpi.

In pole Andrea De Gennaro, fratello di Gianni (ex capo della polizia, poi dei servizi segreti, in seguito di Finmeccanica, infine della Banca Popolare di Bari).

Se è vero che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, è altrettanto vero che non basta avere un fratellone illustre e influente per ambire a guidare una macchina complessa, costituita da circa 80mila donne e uomini, come quella della Gdf.

A spingere per De Gennaro jr sarebbe il Sottosegretario Mantovano, vero plenipotenziario di Palazzo Chigi, che da buon democristiano sa maneggiare il potere senza farsene logorare.

Mantovano e De Gennaro senior sono legati da tempo: il primo ricopriva l’incarico di sottosegretario al Ministero dell’Interno nel Governo Berlusconi II con delega alla pubblica sicurezza mentre il secondo era a capo della Polizia. Erano gli anni infuocati del post G8 di Genova, quando De Gennaro finì nella bufera per il comportamento tenuto dalla polizia durante l’irruzione alla scuola Diaz. Ne seguirono alcune inchieste che videro De Gennaro prima condannato in primo grado per istigazione alla falsa testimonianza e poi definitivamente assolto in Cassazione. Fu condannato, invece, l’allora Questore di Genova Colucci, accusato di falsa testimonianza in favore di De Gennaro.

Cosa c’entrano questi vecchi legami con la nomina del prossimo Comandante dei Finanzieri? Siamo in Italia, Paese in cui da sempre le amicizie e i rapporti di salotto contano più del curriculum. Quello di Andrea De Gennaro, infatti, è il cursus honorum di un bravo militare e di una persona perbene che tuttavia non ha mai brillato per meriti acquisiti sul campo. Entrato giovanissimo all’accademia della GDF, ha scalato quasi per inerzia tutte le posizioni fino a arrampicarsi sulla poltrona di Comandante in seconda, destinata da sempre a chi come lui pur anagraficamente giovane ha già maturato un lungo servizio nel corpo. Un percorso svolto per lo più al sicuro da dietro la scrivania, tanto da apparire un po’ irraggiungibile dal “corpaccione” degli uomini in divisa grigia.

Il vero paradosso cui stiamo per assistere è che venga scelto come Comandante della Finanza il fratello dell’ex capo della Polizia. Un mix rischioso per gli equilibri delle forze armate, assai delicati in tempi di guerra. E anche per le legittime ambizioni delle Fiamme Gialle, acquisite anche per merito di Zafarana, a proseguire nella competizione virtuosa con le altre forze di polizia che l’ha vista primeggiare in molti campi.

Chissà cosa decideranno Giorgia e i suoi uomini, a parole così attenti al supremo interesse della Nazione, ma nei fatti sempre pronti a non scontentare i poteri forti italiani. Intanto il mite Giorgetti, che da Ministro dell’Economia deve proporre il nome del candidato, come al solito si guarda bene dal prendere posizione…

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