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    La videolettera di Riccardo Bocca. “Caro Gigi, non ti perdoniamo: ci lasci soli in un baratro di mediocrità”

    Di Riccardo Bocca
    Pubblicato il 5 Nov. 2020 alle 10:33

     

    La videolettera di Riccardo Bocca: 5 novembre 2020

    Carissimo Gigi Proietti,
    le invio questa videolettera perché lei l’altro giorno ha compiuto l’unico gesto deprecabile e profondamente ingiusto della sua meravigliosa carriera: il giorno in cui avrebbe dovuto festeggiare la tappa dei ottant’anni ha deciso di lasciarci soli, abbandonandoci in un baratro di mediocrità e sconcerto.

    Ma come, amatissimo nostro Gigi? Proprio adesso che abbiamo una fame sconsolata di leggerezza, e sorrisi, e sarcasmi indispensabili ad attraversare la stagione del Covid, lei prende e se ne va? Non è accettabile. E non soltanto per il dolore che il suo saluto al mondo ci provoca, ma anche per le condizioni sgangherate in cui restiamo.

    Sarà ancora più difficile, senza il sostegno della sua voce e del suo sguardo sornione, accettare i paradossi che la contemporaneità ci impone. Pensi soltanto alla politica, alla sua misera consistenza di fronte a sfide epocali e alla facilità – questa sì, molto comica – con cui fa tutto e il contrario di tutto pur di avvinghiarsi al consenso.

    Oppure, caro Proietti, pensi proprio alla categoria dei suoi colleghi, troppo spesso minimi al cospetto di un gigante come lei. Ci molla qui, ancora, con la comicità di madame Littizzetto, da decenni ferma ai walter e alle jolande, oppure con le banalitudini dei vari Battista o Brignano, che pure – accidenti – è stato suo allievo.

    No: non ce lo doveva proprio fare. Serviva – e tanto, adesso – un occhio disincantato sulla realtà italiana. Serviva qualcuno che – come lei sempre ha fatto – non si limitasse al gioco delle imitazioni ma sbeffeggiasse con sapienza le nostre pochezze, tanto varie e dense che neppure il dramma Covid riuscirà a coprirle.

    E non alzi le spalle, come fa chi tanto è altrove e se la prende comoda. Anche se non alloggia più sul pianeta Terra, sappia che noi continueremo ad aggrapparci a lei, ai suoi monologhi esilaranti, alle sue facce e battute grottesche. Cercheremo nelle teche e sul web le sue migliori mandrakate e ci sentiremo meno soli. Felici di aver trascorso parte della nostra vita con un umano geniale quanto lo è stato lei.

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