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    La videolettera di Riccardo Bocca: “Caro Conte, le non decisioni fanno calare il consenso”

    Di Riccardo Bocca
    Pubblicato il 22 Ott. 2020 alle 10:55 Aggiornato il 22 Ott. 2020 alle 10:57

     

    La videolettera di Riccardo Bocca: 22 ottobre 2020

    Carissimo premier Conte,
    le invio questa videolettera perché lei è il simbolo abbagliante di come in questo momento la politica sia inadeguata – e anzi stordita – dalle emergenze che crisi e Covid impongono al nostro Paese.

    Quando, due anni fa, spuntò dal nulla, gli italiani si chiesero – tutti – perché proprio lei fosse l’uomo giusto per la poltrona di premier: zero esperienza parlamentare, zero esperienza gestionale e soprattutto zero garanzie che il suo curriculum da giurista diventasse il viatico per una gestione lungimirante della cosa pubblica. Domanda lecita che presto ha avuto risposta.

    Sì, lei era l’uomo, in un certo senso giusto. Perché ha mutuato subito dalla politica trucchi e malizie: come saltare da una maggioranza all’altra, come costruire alleanze di comodo, come parlare alla popolazione con suadente pacatezza. Strumenti che le hanno permesso di piacere come presidente del Consiglio e di resistere addirittura alla prima ondata di Covid: quella in cui le protagoniste erano l’ignoranza apocalittica nei confronti del virus ma anche la comprensione verso chi – come lei – si barcamenava tra sbagli, scelte azzeccate e inefficienze amministrative.

    Ora però, caro Conte, tutto è cambiato. I numeri del Covid, purtroppo, hanno ripreso a correre, fortissimo, mentre lei ha frenato, bruscamente, con decisioni – anzi indecisioni e ambiguità assortite – che non tutelano né la salute collettiva né la sua credibilità. Una via crucis di vie di mezzo che non ha convinto nessuno o quasi e che, di fatto, è già superato. Ecco perché il consenso nei suoi confronti è calato in soli dieci giorni del 3,8%.

    “I cittadini – spiega un sondaggio – affrontano una realtà diversa da quella che viene loro rappresentata”. E questo, caro Conte, è come darle del venditore di favole. Oppure del politico non all’altezza della situazione. Scelga lei.

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