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Top Dieci, il nuovo programma di Rai 1 che di “top” ha solo Carlo Conti

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Da qualche parte bisognava pur ricominciare a fare tv seriamente. Rai1 ha inaugurato la #Fase3 facendo debuttare ieri in prima serata “Top Dieci”, game-show di classifiche condotto dal melaninico Carlo Conti. Che, stando alla nuova tonalità di marrone sfoggiata, deve aver passato tutto il lockdown chiuso in un solarium. Con la regia pulita e didascalica di Maurizio Pagnussat, più avvezzo agli speciali musicali, il programma, realizzato insieme con Banijay Italia senza pubblico in studio e in una defatigante scenografia azzurro-blu, era chiaramente un test (non particolarmente riuscito) per un possibile impiego nella nuova stagione. Per ora sono previste quattro puntate; le prossime tre andranno in onda di venerdì.

Due squadre composte da tre celebrities nostrane ciascuna, unite da un esile comune denominatore (ieri c’erano Christian De Sica, Serena Autieri e Alessandro Siani da un lato, e Nino Frassica, Maria Chiara Giannetta e Nino Frassica dall’altro) si sfidano tentando di indovinare, posizione per posizione, una pletora di classifiche musicali o di costume legate al presente o al passato. Qualche esempio? “Le canzoni più vendute nel 1975”; “Gli oggetti più rubati negli alberghi nel 2019”; “I programmi televisivi più longevi”; “I beni per la casa più acquistati nel 1969”, e via discorrendo. Il tutto con uso di cazzeggio, appoggiandosi alle squadre e a un paio di ospiti di spicco (ieri Massimo Ranieri e lo storico CT della Nazionale Roberto Mancini) che si adeguano al mood. Ogni appuntamento si apre con una “domanda social” (quella di eri era: “Cosa mi è mancato di più durante la quarantena”) alla quale viene fornita una risposta a fine puntata. Poi è un fuoco di fila di innocenti curiosità soddisfatte.

Come tutti i conduttori di colore, Conti ha il ritmo nel sangue. E infatti il suo lavoro rimane impeccabile: una gioiosa macchina da guerra. Che compensa con grande fatica tutte le debolezze di un programma costruito a tavolino per giocare ammiccando sulla memoria degli italiani tramite il ricorso costante a una pioggia di brevissimi filmati (dai 10 ai 30 secondi) delle Teche Rai. In una tv rimasta senza un euro, si moltiplicano infatti le produzioni che fanno di necessità virtù, ricorrendo al richiamo consolatorio/risparmioso del passato. Una Sirena che però, quando se ne abusa, ha un richiamo che diventa inevitabilmente sempre più flebile. Inoltre, è così interessante per l’audience sapere quali furono “Le automobili più vendute nel 1984”? C’era qualcuno che moriva dalla voglia di scoprire i dieci nomi maschili più diffusi in uno stringente raffronto tra il 1960 e il 2018? Probabilmente no. Insomma, pur essendo uno show sulla carta perfetto per il pubblico di Rai1, resta da capire alla lunga quanto reale appeal possano avere questi ammiccamenti passatisti all’acqua di rose.

Se c’è amalgama tra gli ospiti la ricetta funziona meglio, ma non bastano le innocue facezie da gioco aperitivo al villaggio turistico di Alessandro Siani (un Maurizio Battista che ce l’ha fatta, su più fronti mediatici) o un paio di aneddoti azzeccati di De Sica e Insinna, a cambiare le sorti di un lavoro tutto in salita. Che ha se non altro il pregio della relativa brevità: due ore e mezza e passa la paura. Che cosa è mancato di più agli italiani durante la quarantena? Nell’ordine: Baci e abbracci, la famiglia, la normalità, gli amici, la libertà, concerti e musica, il lavoro, il mare, scuola e Università, e gli incontri amorosi. Chi si aspettava qualcosa di diverso, alzi la mano. La prossima settimana morirete dalla voglia di sapere quali sono i dieci “Primi piatti preferiti” dal Paese reale? Vedremo.

La prima puntata di “Top Dieci” ha racimolato un onesto 19,2% di share. Andando a scontrarsi con l’ultimo appuntamento di “Live – Non è la D’Urso”, su Canale 5, che ha chiuso la stagione fermandosi al 12,1%. È stata un’annata difficile per il mix di attualità, cronaca, gossip e trash realizzata dalla testata giornalistica VideoNews. Che la scorsa settimana aveva toccato il preoccupante 11,4% d’ascolto. Stavolta la conduttrice partenopea ha tentato di salvare il salvabile finendo come al solito tardissimo e mettendo in campo tra gli ospiti pezzi forti come Vittorio Sgarbi e Matteo Salvini (quest’ultimo incalzato dall’implacabile giornalismo d’inchiesta garantito da Riccardo Fogli, Orietta Berti, Fausto Leali, Elenoire Casalegno e Costantino della Gherardesca). Sulla sigla di coda di “Top Dieci” bastava fare zapping sull’ammiraglia Mediaset per trovare Barbara D’Urso che moderava una litigata da pollaio fra Simona Izzo, Enrica Bonaccorti ed Elena Morali (già Miss Padania e La pupa e il secchione). L’acceso dibattito verteva principalmente sul fatto che la meno nota Morali potesse autoproclamarsi “artista”. E poi ci si domanda perché il pubblico si sposta sempre più sulla tv on-demand.

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1. Piero Angela a TPI: “Il virus c’è ancora. Durante la pandemia è morto un mio caro amico, l’ho rivisto in un barattolo con una targhetta” / 2. Arbore a TPI: “Dopo il Covid non c’è più un euro per la tv. Oggi vedo poca qualità, si livella al basso” / 3. “Storiella scop*reccia, ca**eggiava, cappellata”: il nuovo slang da borgatara di Franca Leosini

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