Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 15:23
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Salvini voleva “prendersi il Paese”, ma non è riuscito a conquistare neanche Varese

Immagine di copertina

È tutto fumo e niente arrosto il petto in fuori che per mesi Salvini ha mostrato all’opinione pubblica e ha sfoggiato nelle sue interviste che brulicavano sicumera. È la proiezione di un centrodestra che nei risultati rimane impastato in una coalizione che non trova una “matrice” (cit. Giorgia Meloni) e che esce malissimo dalle elezioni amministrative.

S&D

Capiamoci: che le elezioni amministrative sarebbero state il primo passo per una grande cavalcata che li avrebbe portati a “prendersi il Paese” (parole testuali di Matteo Salvini). E ne esce male anche Giorgia Meloni, forse ora finalmente consapevole che la sua crescita di consenso è frutto soprattutto di un travaso di voti tutti interni alla coalizione, figli di una mancata durezza imputata al segretario della Lega (che intanto al suo interno invece viene accusato di essere troppo poco diplomatico) che lei è riuscita a strappare restando fuori dal governo.

E forse sarebbe il caso di rendersi conto che no, che Salvini non ha già in mano il prossimo governo e anche Giorgia Meloni si può battere scrollandosi di dosso quel senso di prevista confitta che troppe volte si è annusato in giro.

Le parole di Salvini in questi minuti poi dimostrano perfettamente come il continuo spostare il baricentro della discussione senza mai affrontare gli argomenti ma semplicemente sorpassandoli di striscio risultati ripetitivo e sciocco: alla fine di una tornata elettorale che ha eletto il sindaco della capitale, di Torino, di Milano e di molte altre importanti città in Italia trovare il modo e il tempo per attaccare la ministra Lamorgese in conferenza stampa è un segnale di evidente debolezza che dimostra una volta di più il suo imbarazzo.

Del resto stiamo parlando dello stesso Salvini che proprio oggi in mattinata ha riconosciuto che la matrice degli scontri a Roma fu fascista (sì, incredibile, ha usato proprio questo termine) e che i lavoratori non devono essere pestati dalle forze dell’ordine mentre manifestano. C’è un aspetto curioso in tutto questo: Salvini ha lanciato il suo tweet per attaccare Lamorgese (ma va?) Ma si è dimenticato che la repressione del dissenso e la sua criminalizzazione è frutto di quei Decreti sicurezza che lui sventola tutt’ora come vittoria. Del resto gli è sempre stato difficile capire che comprimere i diritti degli altri finisce sempre per comprimere i propri diritti, nel corso delle cose.

La Lega che perde a Varese del resto è una notizia che sarebbe stata inimmaginabile fino a pochi mesi fa (a Varese in molti pensava che fosse arrivato il tempo di riuscire a strappare la città al centrosinistra e Varese tra le altre cose è il fortino elettorale di Roberto Maroni che nella Lega cominciano a rimpiangere in molti) e che il feudo di Durigon, Latina, sia rimasto al centrosinistra nonostante nella Lega si sentisse futuri padroni della città.

Se Salvini piange anche Giorgia Meloni non sorride: la crescita di Fratelli d’Italia (prevista da tutti) non ha cambiato gli equilibri delle coalizioni in campo e ora sarà molto più difficile rivendicare una leadership automatica che lei e i suoi fedelissimi ritenevano automatica. Giorgia Meloni infatti a differenza degli altri cui di partito non è uscita con nessuna dichiarazione immediata.

Infine c’è la questione dei destrorsi più esagitati che fino a qualche mese fa credevano in Salvini e Meloni e che oggi si sentono abbandonati: i no vax sono solo una parte di chi vedeva nei due i possibili liberatori dalla “dittatura sanitaria” e oggi ormai si sentono traditi.

Al di là di tutte le considerazioni di rito la partita delle amministrative finisce otto a uno per il centrosinistra. I candidati sindaci di centrosinistra alle amministrative hanno battuto quelli di centrodestra in 8 sui 10 capoluoghi richiamati a votare al secondo turno. Rivendere la conferma del sindaco a Trieste come una vittoria è troppo anche per chi per mesi ha dopato la proiezione di se stesso.

Meloni e Salvini hanno occupato per mesi i media da vincitori ma sono molto meno di quello che temono i loro avversari. Queste elezioni cambiano le proporzioni.

Ti potrebbe interessare
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Opinioni / Noi giovani e la politica, tra apatia e grandi battaglie (di G. Brizio)
Esteri / Di chi è il Medio Oriente? I limiti di Washington e il campo minato delle grandi potenze mondiali (di G. Gambino)
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Opinioni / Noi giovani e la politica, tra apatia e grandi battaglie (di G. Brizio)
Esteri / Di chi è il Medio Oriente? I limiti di Washington e il campo minato delle grandi potenze mondiali (di G. Gambino)
Opinioni / Le Europee saranno le prime elezioni a ridefinire il ruolo dell’Ue nel mondo (di S. Mentana)
Opinioni / Campo rotto: salvate i soldati Conte & Schlein
Esteri / Erdogan non è imbattibile: ma il futuro del leader turco e dell’Akp è ancora tutto da scrivere
Opinioni / L'Europa corre ciecamente verso la guerra (di R. Parodi)
Opinioni / La boutade di Macron sull’Ucraina e l’Ue che deve imparare a difendersi da sola (di S. Mentana)
Opinioni / Pd, 5S e Campo Largo: la strada non porta a casa se la tua casa non sai qual è (di G. Gambino)
Opinioni / Lettera di un segretario di circolo Pd: Elly Schlein ha la forza della credibilità