Rebus Quirinale, Berlusconi a caccia di grandi elettori ma Salvini guarda altrove
Silvio Berlusconi al Quirinale? Fedele Confalonieri e Gianni Letta consigliano prudenza. Meglio evitare lo scontro frontale con Mario Draghi. Ma andiamo con ordine. Silvio Berlusconi è arrivato a Roma, ma stavolta non c’è stata l’atmosfera delle grandi occasioni. Arriva velocemente, defilato, non parla con nessuno. La consegna del silenzio è feroce. Ci sono problemi. Mancano “i nomi e i cognomi” (come gli è stato espressamente chiesto dagli alleati di centrodestra) dei grandi elettori per arrivare a superare quota 505. O meglio, l’asticella è fissata ad almeno 550 perché poi inevitabilmente molti al momento del voto si defileranno. Quindi deve trovarne almeno una cinquantina in più per arrivare in zona sicurezza. Questo il messaggio che gli è stato recapito da Matteo Salvini e Giorgia Meloni per avere il loro via libera. Ma Berlusconi è ancora inchiodato a quota 400 e non sa nemmeno se tutta Forza Italia è disposta a votarlo. Insomma, un bluff. È ciò che temono gli alleati di centrodestra. Ma ora ci si mettono anche i fedelissimi di una vita.
Gianni Letta e Fedele Confalonieri, che negli ultimi giorni hanno intensificato il pressing e non hanno mancato di far sapere tutte le loro perplessità sull’ “operazione Quirinale” del Cavaliere. Tanto più se condotta nelle modalità dello scontro frontale con Mario Draghi con la richiesta sguaiata rivolta ad un personaggio del calibro dell’ex presidente BCE di annunciare la propria ritirata dalla corsa per il Colle minacciando addirittura di far cadere il governo. “Un fuoco di fila mai visto che però denota soltanto debolezza”, spiega uno che il Cav lo conosce bene.
Per questo il vertice dei tre leader è slittato a data da destinarsi, forse addirittura alla prossima settimana. Tanto più che Berlusconi si è pure irritato per le dichiarazioni di Matteo Salvini a Porta a Porta. Il leader leghista ha prima difeso la candidatura del Cavaliere, “ha fatto 3 volte il premier, è internazionalmente conosciuto e riconosciuto, nessuno da sinistra credo possa mettere dei veti a priori”, poi però ha cominciato ad incalzarlo e a parlare apertamente di una soluzione alternativa: “Io in questi giorni e settimane sto incontrando riservatamente tante persone per offrire una scelta veloce, rapida, che non si protragga per tante votazioni, con un centrodestra compatto che dopo 30 anni di presidenti di centrosinistra ha la possibilità di fare una scelta culturalmente diversa che però unisca, sia di alto profilo”. E per Salvini “ci sono uomini e donne all’altezza” di questo identikit: “L’area moderata, sovranista, identitaria, ritengo possa esprimere una sua scelta”.