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    La rivincita di Emiliano: solo contro tutti, zittisce anche i nemici interni e salva il PD (e Conte)

    Illustrazione di Emanuele Fucecchi
    Di Pietro Guastamacchia
    Pubblicato il 22 Set. 2020 alle 07:42 Aggiornato il 22 Set. 2020 alle 08:37

    L’uomo del giorno, il “man of the match” è Michele Emiliano, l’uomo che ha vinto la partita più sofferta e più importante di queste regionali, quella giocata nelle urne pugliesi. È vero sono in tanti a cantar vittoria oggi. Zingaretti ne esce alla grande, la sua strategia ha pagato, la sua pazienza lo ha premiato e ha tenuto la barra dell’alleanza dritta nonostante insulti e minacce e ora, alla luce dei risultati, si trova ad essere il segretario del partito più forte dell’alleanza di governo. Anche Giuseppe Conte può tirare un sospiro di sollievo, il suo governo tiene e la sua maggioranza non ha bisogno di tagliandi, il premier può continuare sereno la progettazione delle riforme necessarie ad incassare i soldi del recovery fund. Persino Di Maio gongola, il suo partito è ormai ridotto a percentuali minime in tutta Italia ma lui ha portato a casa il suo risultato, ha vinto il referendum e ha impresso il suo nome su una riforma storica, sull’unica vera vittoria della governance populista (il reddito di cittadinanza non sopravviverà a lungo dopo questa maggioranza).

    Luca Zaia ha stravinto, il Veneto lo incorona supergovernatore e la sua lista sorpassa la Lega stessa, a Napoli gli fa specchio De Luca che grazie ai lanciafiamme alle feste di laurea si conferma il decision-maker della Campania. Pure Giorgia Meloni se la ride, ha sfiorato il jackpot ma porta a casa comunque un governatore e strappato una regione alla sinistra, il sorpasso su Matteo Salvini è dietro l’angolo.

    Però l’uomo della serata è Michele Emiliano perché vince dove non era scontato, perché si getta nel corpo a corpo con il suo avversario e lotta voto per voto, perché ha contro anche gli alleati di governo del suo partito, perché il Movimento Cinque Stelle e Italia Viva avevano scommesso sulla sua sconfitta e perché a sinistra tutto sommato anche un 4-2, salvata la Toscana, era un risultato che andava bene a tutti. Ma il governatore pugliese ha battuto la sua regione in lungo e largo senza sosta per settimane, ha scolpito dal Gargano al Salento la sua idea di Puglia nelle piazze della sua regione e alla fine ha portato a casa la partita. Se Nicola Zingaretti ride e Giuseppe Conte può guardare oggi sereno e fiducioso al futuro del suo governo è soprattutto grazie ad un governatore che non si è dato per vinto, che non ha ascoltato chi, anche nel suo partito, gli ha chiesto di farsi da parte e che testardamente ha combattuto fino alla fine e si è riconfermato alla guida della sua regione.

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