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Il ministro di una Difesa (per una volta) ragionevole – di R. Parodi

Immagine di copertina
Credit: AGF

Ho ascoltato l’intervento da remoto del ministro Guido Crosetto alla kermesse di SkyTg24 organizzata a Milano. Politicamente tutto mi divide dalla parte politica rappresentata dal ministro della Difesa del governo Meloni e tuttavia desidero rendergli merito per i concetti che nell’occasione Crosetto ha espresso. Con la premessa doverosa avanzata dallo stesso Crosetto. La comunità internazionale ha il dovere di riaffermare il diritto e il dialogo opponendosi alle manifestazioni di forza che, se divenissero la regola, comprometterebbero l’intera costruzione politica creata dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Senza pretendere di imporla in virtù di una supremazia da parte dell’Occidente che esiste – aggiungo – soltanto in una certa propaganda. Supremazia politica e morale smentita da quanto è avvenuto negli ultimi decenni, in termini di conflitti condotti ai quattro angoli del pianeta per colpa dell’Occidente.

In pochissimi minuti Crosetto ha distillato alcune verità incontrovertibili sulle guerre in corso in Ucraina e nella striscia di Gaza e indicato quali sono le strade per tentare di uscire da una spirale bellica che potrebbe condurci alla Terza Guerra Mondiale.
In particolare sull’Ucraina ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’eventuale sfondamento del fronte est da parte della Russia potrebbe preludere all’avanzata dei soldati di Mosca fino a Kiev, eventualità che metterebbe veramente a rischio la pace globale. In quel deprecabile caso – ha detto Crosetto – la Nato sarebbe costretta a rispondere non potendo ignorare il pericolo russo alle porte dell’Alleanza, in particolare degli Stati confinanti (Moldova, Polonia, Romania) nonché dei Paesi baltici. Detto questo, per sostenere lo sforzo di difesa da parte dell’Ucraina, Crosetto ha convenuto che non basta rifornirla di armi. Occorre ricercare una soluzione diplomatica al conflitto che sul campo vede la Russia in condizioni favorevoli. Senza nominarlo, Crosetto ha smentito le scellerate dichiarazioni belliciste di Stoltenberg, il segretario generale della Nato fortunatamente in scadenza di mandato. Faccio voti che il successore (probabilmente l’olandese Rutte) sia meno sdraiato sulle posizioni oltranziste e ultratlantiste dettate dagli Stati Uniti.

Secondo tema. La guerra a Gaza. Crosetto ha ammesso che la risposta israeliana al vile attacco di Hamas è sproporzionata e sta provocando una ecatombe di vittime civili innocenti, una popolazione inerme che non ha nulla da spartire con Hamas, costretta, è sotto gli occhi di tutti, a sopravvivere in condizioni miserevoli, incalzata dai bombardamenti indiscriminati ordinati ad Netanyahu su Rafah, la fame endemica e le malattie che stanno sterminando soprattutto i bambini.

Crosetto ha aggiunto che la reazione militare spropositata avrà conseguenze letali sullo Stato di Israele, già investito dalle ondate di riprovazione e da diffuse forme di ostilità in tutto il mondo, aggiungo, con inevitabili derive di antisemitismo. Queste gravi conseguenze di natura politica saranno destinate a riverberarsi sulla stessa esistenza pacifica dello Stato israeliano all’interno della comunità internazionale. È ormai messa a repentaglio la reputazione stessa di Israele come membro a pieno titolo della comunità internazionale. Tutto ciò rappresenta un ulteriore elemento di destabilizzazione del quadro di convivenza internazionale che Crosetto saggiamente considera premessa ineludibile.

Il ministro della Difesa ha anche annunciato di aver messo a punto un piano per costruire un primo abbozzo di difesa comune europea. Lo presenterà ai suoi omologhi europei. Uno sforzo apprezzabile che a mio giudizio non avrà esito se prima non si aprirà una strada verso l’integrazione politica dell’Unione. Un esercito comune, anche di ridotte dimensioni, a chi risponderebbe nell’attuale confusione di orientamenti politici? A Macron che non ha escluso l’invio di truppe francesi in Ucraina? A Scholz che lo ha escluso categoricamente per ciò che riguarda la Germania, cosi come, grazie a Dio, hanno fatto Meloni e Crosetto per ciò che compete all’Italia?

L’esito delle elezioni politiche europee sarà dirimente anche sotto questo, non secondario, aspetto. L’Europa rafforzata nei suoi principi cardine di coordinamento e cooperazione politica potrà tornare a coltivare il sogno, finora irrealizzato, dei Padri Fondatori di un Continente non soltanto pacificato dopo secoli di conflitti ma anche unito al di là delle frontiere puramente economiche. Gli Stati Uniti d’Europa come traguardo di prospettiva da perfezionare da parte delle future generazioni di cittadini europei. Se viceversa prevalessero alle urne  i sovranismi sarebbe irrimediabilmente compromessa, temo, la strada verso la piena integrazione e si aprirebbero terribili scenari di ulteriori divisioni e di probabili spaccature all’interno dell’Unione.

Mi auguro che chi andrà a votare l’8 e il 9 giugno (un dovere il voto! Fosse pure con scheda bianca) tenga bene a mente questo scenario di fondo. Che investe il futuro stesso dei nostri figli e nipoti.

Ps. Il ministro Crosetto ha espresso nella circostanza concetti condivisibili e tuttavia non posso sottacere che la sua carriera di imprenditore si sia sviluppata nel commercio delle armi. Non ne faccio una questione di conflitto di interessi che pure all’inizio del suo mandato in tutta evidenza sulla carta esisteva. Ritengo che Crosetto lo abbia risolto correttamente cessando i suoi incarichi privati nel settore degli armamenti. La questione tuttavia dovrebbe interpellare la sua coscienza. Crosetto per anni e anni ha fatto parte di un mondo che sulle guerre ha prosperato e si è arricchito e continua, ahimè, ad arricchirsi nel sangue delle centinaia di morti disseminati sui campi di battaglia… Dica lui, anzitutto a sé stesso, se nel profondo della sua coscienza oggi Crosetto ha ripudiato quella parentesi della propria vita imprenditoriale.

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