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Ecco perché Renzi non farà con Draghi ciò che ha fatto con Conte (di S. Mentana)

Immagine di copertina
Mario Draghi e Matteo Renzi Credits: ANSA

Così come ha causato la crisi del governo Conte bis dopo aver contribuito a farlo costituire, Renzi potrebbe causare un’ipotetica crisi anche del nascituro governo Draghi, secondo quanto pronosticato da diversi osservatori. In politica tutto è possibile, ma si tratta di una possibilità che potremmo definire difficile.

In primo luogo, i numeri di Renzi in parlamento difficilmente saranno determinanti per mandare in crisi Mario Draghi. Ancora non è chiaro quale sarà il perimetro del governo che si appresta a nascere, ma lo stesso Mattarella si è sincerato che sia un governo largo, che abbia piena agibilità e che non cada con una semplice spallata. Non solo: Mario Draghi è uno degli italiani più influenti e rispettati a livello mondiale, e non è sicuramente disposto a prestarsi a un governicchio appeso a questo o quell’altro partito, né Mattarella è disposto a metterlo in mezzo in una situazione del genere.

Ma i numeri non sono l’unica ragione per cui sarebbe difficile, se non inutile, che Italia Viva si metta a ostacolare più di tanto il governo. Come abbiamo detto, Renzi non sarà determinante per i numeri dell’esecutivo e non avrebbe alcun senso dal punto di vista strategico distaccarsi dal premier, anzi. E’ verosimile che Italia Viva rivendicherà a gran voce il suo ruolo determinante nel costringere un’alleanza politica composta da Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle a farsi da parte per lasciare il posto a un governo guidato da una delle figure di maggior prestigio del nostro Paese.

Non sappiamo quale potrà essere la popolarità del nuovo governo finché non lo vedremo all’opera, ma è altamente probabile che anche nel peggiore dei casi ci sia uno zoccolo duro di sostenitori di Draghi, come spesso accade quando si deve affrontare un’emergenza della portata del coronavirus. Italia Viva potrebbe dunque puntare a catalizzare su di sé tale zoccolo duro, un po’ come fecero i partiti centristi all’epoca del Governo Monti.

Qualcuno potrebbe obiettare, dicendo che Renzi ha sempre rivendicato di aver lanciato lui stesso il governo Conte bis, portando PD e Cinque Stelle a un matrimonio di comodo in chiave anti-Salvini, prima di portare tale esecutivo alle dimissioni. Ma la situazione era diversa: il senatore toscano, infatti, non ha mai mostrato entusiasmo per la figura di Conte, e ha sempre rivendicato di aver evitato un governo guidato da Salvini, né più né meno. La rivendicazione portata avanti adesso da Renzi, invece, riguarda l’aver portato alla fine di un governo debole, favorendo l’ascesa di un governo di ampio prestigio internazionale, seppur non ancora formato.

In attesa di conoscere la natura del nuovo governo, sappiamo solo una cosa: dalla popolarità di Draghi, Renzi ha solo da guadagnare. 

Leggi anche: 1. Il sonno della politica genera tecnici (di Stefano Mentana) 2. Conflitto d’interenzi (di Giulio Gambino) 3. La rosa di Mario Draghi: ai partiti chiederà politici soft e non divisivi (di Marco Antonellis) 4. Perché bisogna dire no a Draghi (di Alessandro Di Battista) 5. Il governo Draghi nasce sulla maggioranza giallorossa: per Salvini non c’è spazio (di Luca Telese)
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