Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 12:22
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

Draghi pronto a dimettersi dopo la legge di Bilancio pur di ottenere il Colle: il retroscena da Palazzo Chigi

Immagine di copertina

La notizia se fosse confermata sarebbe una vera e propria “bomba”. La voce sta cominciando a girare con una certa insistenza proprio dalle parti di Palazzo Chigi.

Il presidente del Consiglio potrebbe dimettersi subito dopo l’approvazione della legge di bilancio. Il gesto aprirebbe una plateale sfida nei confronti di un Parlamento riottoso, che sfugge all’idea di una sua candidatura al Colle.

Draghi, pochi giorni prima del primo voto per eleggere il presidente della Repubblica, in pratica si appresterebbe a dire: “Missione compiuta, ora sono libero dall’impegno che avevo assunto con Mattarella e pronto a succedergli”.

Nei piani alti di Palazzo Chigi, sarebbero pronti anche per varare un governo fotocopia, con Cartabia alla guida (un’altra possibile contendente eliminata dalla corsa per il Quirinale) più che il ministro dell’Economia Franco.

“Sarebbe un rischio enorme per tutti”, dice un senatore preoccupato, “ma soprattutto per Draghi perché a quel punto il 18 gennaio i grandi elettori non avrebbero più vincoli e sarebbero mossi solo dall’esigenza di salvare la legislatura con il Paese comunque in sicurezza”.

“Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare” spiega un politico navigato, “Draghi sta sfidando i partiti anche sul decreto fiscale, per dimostrare che il Parlamento senza di lui non è in grado di agire. Se vuole davvero come sembra, andare al Colle, deve sfidare i partiti e dimettersi prima del primo voto delle assemblee congiunte”.

Uno scenario da brividi che sta provocando un certo caos nei quartieri generali dei partiti, che non sono affatto attrezzati a rispondere al guanto di sfida di super Mario.

Ti potrebbe interessare
Opinioni / Noi giovani e la politica, tra apatia e grandi battaglie (di G. Brizio)
Esteri / Di chi è il Medio Oriente? I limiti di Washington e il campo minato delle grandi potenze mondiali (di G. Gambino)
Opinioni / Le Europee saranno le prime elezioni a ridefinire il ruolo dell’Ue nel mondo (di S. Mentana)
Ti potrebbe interessare
Opinioni / Noi giovani e la politica, tra apatia e grandi battaglie (di G. Brizio)
Esteri / Di chi è il Medio Oriente? I limiti di Washington e il campo minato delle grandi potenze mondiali (di G. Gambino)
Opinioni / Le Europee saranno le prime elezioni a ridefinire il ruolo dell’Ue nel mondo (di S. Mentana)
Opinioni / Campo rotto: salvate i soldati Conte & Schlein
Esteri / Erdogan non è imbattibile: ma il futuro del leader turco e dell’Akp è ancora tutto da scrivere
Opinioni / L'Europa corre ciecamente verso la guerra (di R. Parodi)
Opinioni / La boutade di Macron sull’Ucraina e l’Ue che deve imparare a difendersi da sola (di S. Mentana)
Opinioni / Pd, 5S e Campo Largo: la strada non porta a casa se la tua casa non sai qual è (di G. Gambino)
Opinioni / Lettera di un segretario di circolo Pd: Elly Schlein ha la forza della credibilità
Opinioni / In Abruzzo non c’è nessun effetto Sardegna