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Quattro casi di tubercolosi in pochi giorni nel nord Italia, l’infettivologo a TPI: “Nessun allarme”

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Credit: AFP/CAVALLINI JAMES/BSIP

In Italia non si registra nessun incremento dei casi di tubercolosi. A dirlo a TPI è il dottor Icilio Dodi, pediatra infettivologo, primario del reparto di Pediatria dell’Ospedale Maggiore di Parma.

Le cronache degli ultimi giorni hanno raccontato di diversi casi di contagio da tubercolosi. il più eclatante è quello di Treviso, dove una maestra di scuola elementare ha trasmesso la malattia ad almeno 10 alunni. Poi, nel giro di poche ore, sono emersi un altro caso di contagio a Rimini (colpita una bambina di 7 anni), uno a Savona (ricoverata in ospedale una 14enne) e uno a Langhirano, in provincia di Parma (positivo un ragazzino di 12 anni).

In ciascuna di queste situazioni sono stati attivate le attività di profilassi previste dal protocollo sanitario. A Savona, come spiegato a TPI dall’ufficio stampa dell’Ausl provinciale, sono monitorati compagni di classe e insegnante, con l’adolescente colpita dalla tubercolosi che si trova ora ricoverata nel reparto di malattie infettive dell’ospedale locale. Le sue condizioni sono in via di miglioramento.

Anche la bambini contagiata a Rimini non preoccupa, mentre a Treviso, nonostante, i casi siano in numero maggiore, la situazione è sotto controllo.

Quanto al 12enne di Langhirano, il paziente è in buone condizioni, non ha sintomi particolari e nel giro di una settimana dovrebbe essere dimesso dalla struttura sanitaria.

“Il contagio non parte quasi mai dal bambino”, spiega il dottor Dodi a TPI. “Di solito capita che a contagiarlo sia un adulto in cui c’è una riaccensione di forme latenti per un abbassamento delle difese immunitarie. La tubercolosi è una malattia subdola, che può richiedere mesi prima di una diagnosi”.

“Non è assolutamente il caso di fare allarmismi”. Il medico infettivologo sottolinea che “i tassi di incidenza a livello nazionale sono stabili da 30-40 anni”: in Italia, precisa, “siamo nell’ordine di 10 casi di contagio ogni 100mila abitanti. I numeri non si possono contestare”.

La tubercolosi , fa notare Dodi, “è una malattia tipica di situazioni di sofferenza dal punto di vista sociale, ma nonostante le condizioni igienico-sanitari e alimentari siano migliorate è una malattia che non è mai scomparsa”.

“Più esposte sono le persone che provengono da aree endemiche: regioni come l’India o l’Africa hanno un’incidenza più alta, ma anche nell’est Europa si arriva a 200-300 casi di contagio ogni 100mila abitanti. Non è però una malattia di pertinenza esclusiva di questi luoghi”.

La tubercolosi – La tubercolosi è una malattia infettiva causata da un batterio. Il contagio può avvenire tramite saliva, starnuto o colpo di tosse. La malattia attacca solitamente i polmoni, ma può colpire anche altre parti del corpo.

L’esame preliminare più diffuso per diagnosticare una forma tubercolare è il test di Mantoux: la reazione positiva a questo esame indica che il sistema immunitario è già venuto a contatto con il batterio della tubercolosi. Spetta al medico decidere la terapia più idonea sulla base degli esami e della storia clinica del paziente.

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