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Scontri di Milano, un tifoso del Napoli indagato per la morte dell’ultrà Daniele Belardinelli

Di TPI
Pubblicato il 4 Gen. 2019 alle 12:11 Aggiornato il 4 Gen. 2019 alle 12:14

Scontri di Milano, svolta nelle indagini. Il conducente dell’auto che il 26 dicembre ha investito e ucciso Daniele Belardinelli durante gli scontri fra tifosi prima di Inter-Napoli è indagato per omicidio doloso, secondo l’articolo 575 del codice penale. L’auto con la quale l’ultrà del Varese è stato investito, che inizialmente era stata indicata come un’Audi, sarebbe in realtà una Volvo.

Scontri Milano, indagato un tifoso del Napoli

Il 25enne di Napoli, incensurato, secondo le indagini della Digos sarebbe stato alla guida della Volvo di colore nera che avrebbe ucciso il tifoso del Varese, Daniele Berardinelli, negli scontri tra tifosi il 26 dicembre in via Novara a Milano. Nei prossimi giorni ci saranno esami irripetibili sull’auto alla ricerca di tracce ematiche, e per questo si è resa necessaria la sua iscrizione nel registro degli indagati per omicidio colposo e omissione di soccorso.

Sequestrata l’auto che avrebbe ucciso Berardinelli

La Digos di Napoli ieri ha sequestrato un’Audi station wagon di colore nera che potrebbe essere quella che ha travolto, schiacciandolo, Daniele Berardinelli, l’ultras del Varese morto negli scontri tra ultras prima della partita che il Napoli avrebbe disputato allo stadio Meazza di Milano.

Il decreto di sequestro è stato firmato dalla procura milanese e in particolare dai pm Rosaria Stagnaro e Michela Boldieri nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di ‘Dede’, così come era conosciuto il 37enne morto il 26 dicembre. L’auto, a quanto si apprende, è intestata in leasing al padre incensurato di un tifoso del Napoli che fa parte del gruppo ultras della Curva A.

La vettura è stata individuata grazie alle immagini degli scontri rimbalzate sui social e sulle chat dei tanti tifosi presenti quelle sera ma determinanti ai fini delle indagini sarebbero state alcune testimonianze; ora è bloccata sotto sequestro in un deposito a Napoli.

Non si tratta però dell’unico veicolo che potrebbe essere all’attenzione dei poliziotti: sono tre in tutto le auto sospette che sono state individuate dai poliziotti.

Gli scontri pianificati dalle due tifoserie

È inoltre ormai acclarato che gli scontri del 26 dicembre siano stati pianificati dalle due tifoserie: i partenopei sono arrivati a Milano muniti di coltelli e roncole, armi trovate dagli investigatori, e altrettanto attrezzati erano anche i nerazzurri.

L’attacco era stato organizzato in via Novara, zona vicina allo stadio Meazza, ma abbastanza distante da non essere controllata a tappeto dai mezzi della polizia, ed era pianificato nei particolari, tanto che alcuni tifosi erano rimasti concentrati in un bar della zona per “distrarre” le forze dell’ordine.

Non di poco conto, secondo chi sta seguendo gli approfondimenti, il particolare riguardante il fatto che siano stati proprio i tifosi napoletani ad accorgersi che un uomo era a terra e non si muoveva: anche durante l’interrogatorio di ieri il capo ultrà interista Piovella ha sostenuto di aver visto che l’uomo a terra era ancora vivo.

Tra le accuse che potrebbero aggiungersi, man mano che si chiarisce la dinamica dei fatti, ci potrebbe quindi essere anche quella di omissione di soccorso.

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