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Sei pescatori tunisini arrestati per favoreggiamento dell’immigrazione illegale. Tunisi: “Non sono trafficanti”

Immagine di copertina

Un centinaio di persone ha manifestato davanti all'ambasciata italiana a Tunisi per chiedere la liberazione di Chamseddine Bourassine e dei suoi 5 membri di equipaggio

Sei pescatori tunisini sono stati arrestati il 31 agosto dalla Guardia di Finanza di Agrigento su un motopesca che stava trainando verso Lampedusa un’imbarcazione di fortuna con a bordo 14 migranti. pescatori tunisini arrestati 

 La società civile tunisina si è mobilita a sostegno del capitano del peschereccio, Chamseddine Bourassine, uno dei sei pescatori fermati dalle Fiamme Gialle.

Giovedì 6 settembre, un centinaio di persone hanno raccolto l’’appello dell”Ong tunisina ”La Terre pour tous” per un sit-in di protesta davanti all’ambasciata italiana a Tunisi, al fine di chiedere la liberazione di Chamseddine Bourassine, presidente dell”Associazione dei pescatori di Zarzis (Apde), e dei suoi 5 membri di equipaggio. pescatori tunisini arrestati 

L’accusa per l’equipaggio è di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione illegale. 

Un video, diffuso da Frontex (l’agenzia europea per il controllo delle frontiere) sulla propria pagina Facebook, mostra l’intervento del peschereccio tunisino.

Le immagini, riprese da un aeroplano dell’agenzia, mostrano prima il barchino fermo in mezzo al mare e successivamente l’operazione di traino da parte del peschereccio. Tra queste due immagini, però, si notano alcuni fotogrammi che mostrano gli uomini impegnati nel recupero delle reti.

Secondo le autorità italiane, l’attività del motopesca è stata monitorata dall’alto per diverso tempo, e l’intervento è avvenuto una volta che i migranti, sganciati dal traino, aveva no raggiunto la zona continua sottoposta alla giurisdizione italiana, quindi a meno di 25 miglia da Lampedusa.

“Bourassine non è un trafficante. Al contrario, è il primo a dire ai nostri ragazzi di non prendere il mare, di non partire”.

Lo racconta ad Altreconomia Anis Souei, segretario dell’associazione dei pescatori di Zarzis. Secondo quanto ha ricostruito in base alle testimonianze dei pescatori che si trovavano in mare nella stessa giornata, durante la battuta di pesca Bourassine si sarebbe imbattuto in una piccola imbarcazione con il motore in panne e una dozzina di persone a bordo (14 secondo le autorità italiane).

“Ha proposto di chiamare la guardia costiera tunisina, ma questi hanno minacciato di gettarsi in mare”, spiega Souei. 

Bourassine avrebbe quindi chiamato la Guardia costiera italiana ma dopo alcune ore di attesa, i pescatori avrebbero deciso di trainare il barchino verso Lampedusa dal momento che l’imbarcazione rischiava di ribaltarsi. “In questi anni Bourassine ha salvato centinaia di persone -aggiunge Anis Souei-. Noi rispettiamo la legge del mare: salvando chiunque si trova in difficoltà”.

Bourassine è noto non solo per la sua attività di soccorso in mare, ma anche per aver organizzato nell’agosto 2017 il “respingimento” della C-Star (la nave noleggiata dal movimento “Generazione identitaria” per contrastare l’attività delle Ong nel Mediterraneo) cui è stato impedito l’attracco nel porto di Zarzis.

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