Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 12:22
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

È morto Charlie Gard

Immagine di copertina

Lo hanno annunciato i genitori, Connie Yates e Chris Gard, dopo una battaglia tra la vita e la morte durata oltre cinque mesi

Charlie Gard è morto nella sera di venerdì 28 luglio 2017. Lo hanno annunciato i genitori, Connie Yates e Chris Gard, dopo aver condotto una battaglia per oltre cinque mesi al fine di salvare la vita di proprio figlio.

Charlie era un bambino britannico di appena undici mesi cui è stata diagnosticata la sindrome da deplezione del DNA mitocondriale.

Si tratta di una malattia estremamente rara, che finora ha colpito solamente 16 bambini in tutto il mondo e che causa un progressivo indebolimento muscolare. Al momento non esistono cure per questa patologia.

– LEGGI ANCHE: Da dottoressa cattolica vi spiego perché su Charlie medici e giudici hanno fatto la scelta giusta 

Come si è arrivati fin qui

Di fronte a questa rara malattia, i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra, dove Charlie Gard è stato curato, avevano chiesto al comitato etico della struttura l’autorizzazione per la sperimentazione di una terapia.

A marzo scorso però, a causa dell’aggravarsi della malattia, il bambino è stato colpito da un’encefalopatia, un’alterazione anatomo-fisiologica dell’encefalo, che si verifica quando il cervello di un individuo risulta modificato nella sua struttura e/o nelle sue funzioni. Secondo i medici, questo non avrebbe più permesso a Charlie di parlare e di mangiare in autonomia.

– LEGGI ANCHE: Chi è Charlie Gard e perché il suo caso sta facendo discutere 

A quel punto è stato comunicato ai genitori di Charlie, Connie Yates e Chris Gard, che non c’era più nulla da fare e che, per questa ragione, sarebbe stato meglio sospendere le cure.

I genitori di Charlie, però, non hanno voluto rassegnarsi a questo destino e hanno trovato una clinica negli Stati Uniti disposta a proseguire le cure del figlio con un trattamento sperimentale.

Per poter curare il bambino, i coniugi Yates hanno raccolto oltre un milione e 200mila sterline da oltre 80mila donatori volontari.

Ciononostante, l’ospedale di Londra si è opposto al trasferimento, dal momento che oggi non esiste alcuna cura accettata per la rara malattia di Charlie, e non voleva fosse sottoposto a una cura sperimentale.

– LEGGI ANCHE: Da bioeticista vi spiego perché il caso di Charlie è un crudele accanimento giudiziario 
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”