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Home » Migranti

Nave Diciotti, Claudio Fava a TPI: “Salvini venga a bordo e guardi in faccia queste persone, la smetta di scrivere tweet”

Immagine di copertina
Claudio Fava, presidente della Commissione antimafia siciliana. Credit: Facebook/Claudio Fava

Il presidente della Commissione antimafia siciliana è salito a bordo a bordo della nave Diciotti

Mentre continua la linea dura del ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla nave Diciotti, in mattinata è salito a bordo il presidente della Commissione antimafia siciliana Claudio Fava.

Intervistato da TPI, Fava ha lanciato un appello a Salvini: “Venga sulla Diciotti, guardi in faccia le persone che sono qui. Non penso direbbe ancora che questi sono tutti immigrati irregolari e palestrati”.

Solo stamattina Salvini aveva detto che “l’Italia non è più il campo profughi d’Europa. Con la mia autorizzazione non scende nessuno”. E infatti sono ancora tutti fermi sulla nave, al porto di Catania, i 150 migranti a bordo.

Mentre nella serata di mercoledì 22 agosto dal Viminale è arrivata l’autorizzazione allo sbarco per i 27 minori non accompagnati a bordo della nave.

Che cosa ha visto sulla nave e quali sono le condizioni delle 15o persone a bordo?
Le condizioni sono di grande prostrazione fisica e morale, ma questi otto giorni di permanenza sulla nave hanno resistutito loro attenzione, dignità, nutrimento e cure.

La prostrazione è per i mesi e gli anni che hanno preceduto tutto questo, che sono i tempi della lunga segregazione in Libia, della condizione di schiavitù dalla quale tutti sono passati, offerti in baratto da un clan all’altro fino a quando non sono riusciti a procurarsi i soldi necessari per il viaggio e a partire ma con tutte le cicatrici che questo tempo di segregazione e di violenza e umiliazione ha lasciato loro addosso.

Dalla ragazza che ha abortito e ha tenuto per tre mesi il feto dentro di sé alla giovane donna che veniva venduta e violentata a ogni passaggio di prorietà da un clan all’altro, a tutti gli altri suoi compagni di viaggio che hanno le stesse storie.

Questa è la condizione umana che ci racconta la nave Diciotti. Sarebbe stato non un segno di umanità, ma un segno di responsabilità istituzionale che il ministro dell’Interno invece di raccontare e risolvere questa vicenda a colpi di tweet fosse venuto qua a Catania.

Salisse a bordo, conoscesse queste storie, guardasse con i suoi occhi per capire se alla fine avrebbe ancora il coraggio di parlare di migranti tutti irregolari e tutti palestrati. E questa, più che essere una bestemmia, è una cazzata.

A proposito della prova di forza che sta portando avanti Salvini fermando le navi in mare?
Un ministro dell’Interno che si ritiene al di sopra delle leggi, della Costituzione, dei trattati internazionali fino a quando qualcuno non lo richiama all’umiltà delle sue funzioni, al rispetto delle regole continua a ritenersi il padroncino dell’Italia, dei suoi porti, delle navi militari, del destino degli esseri umani.

Sarebbe il caso che Mattarella da Presidente della Repubblica, da garante della Costituzione, da capo delle forze armate ricordasse al signor Salvini che l’articolo 3 della Costituzione impedisce a chiunque di tenere in una situazione di limitazione della propria libertà personale una persona senza che vi sia stato un ordine motivato dall’autorità giudiziaria.

Qui siamo al sequestro di persona, a un gruppo di ostaggi che vengono utilizzati come carne da cannone nelle trattative con l’Europa e nella ricerca di nuovo consenso popolare.

Oltre al Presidente Mattarella, chi può intervenire in questa vicenda? Conte?
Può intervenire il presidente del Consiglio avocando a sé compiti che lo riguardano in quanto presidente del Consiglio dei Ministri. E non può certo prendere disposizioni da nessuno dei suoi ministri.

Potrebbe intervenire anche il minsitro delle Infrastrutture, tal Toininelli, spiegando che il signor Salvini ha titolo per limitare la mobilità all’interno del territorio nazionale dei migranti una volta sbarcati, ma che nessuno può impedire, nemmeno il ministo dell’Interno, ai naufraghi di una nave di sbarcare sul suolo italiano.

Che tipo di conseguenze può avere questo “sequestro di persona”?
Il procedimento giudiziario lo valuterà la magitratura. Le condizioni a bordo per fortuna sono buone, perché sulla Diciotti c’è un equipaggio di alta qualità professionale e umana.

Restano gli otto giorni in stato di sostanziale detenzione non per colpa dell’equipaggio ma dei capricci di un ministro. Questo certamente dovrà avere conseguenze politiche.

Probabilmente potrà anche avere conseguenze giudiziare ma questo spetta all’autorità giudiziaria dirimere.

Le conseguenze politiche quali potrebbero essere?
Se fossi al posto di un ministro, di un dirigente politico dei 5 Stelle farei sentire la mia voce. Invece sembra che ragioni di opportunismo portino tutti a guardare dall’altra parte, che non è una cosa che rende merito al Movimento 5 Stelle.

Ad eccezione del presidente della Camera e di pochi altri, la scelta è stata quella di tacere o di parlare d’altro. Mi dispiace soprattutto per il silenzio registrato dai 5 Stelle siciliani perché è una vicenda che riguarda innanzitutto la Sicilia, che è la frontiera più esposta d’Italia.

Lampedusa, Pozzallo, Catania sono i porti che questo punto dovranno affrontarlo e fare finta di nulla o ritenersi assolti da ogni giudizio perché “tanto ci pensano a Roma” sembra un modo un po’ scolastico, da ginnasiali di affrontare una grande questione politica e sociale come questa delle migrazioni.

Non è la prima nave che abbiamo visto bloccata in mare. Fino a quando assisteremo a questa situazione?
Fino a quando si tollera che il minsitro dell’Interno si consideri al di sopra delle leggi e fino a quando l’Europa continuerà a ritenere che questa sia una questione che riguarda soltanto l’Italia.

Che dovrebbe fare adesso l’Europa?
Innanzitutto rivedere l’accordo di Dublino e considerare il tema dell’immigrazione un tema che richiama la responsabilità di tutti i paesi europei, non solo il primo porto d’approdo. Ma questo non giustifica il muro contro muro che sta costruendo Salvini.

Sono due cose diverse: una è garantire lo sbarco, cura e assistenza umana e sanitaria a queste persone e un’altra è pretendere che in Europa ciascuno faccia la sua parte.

Salvini ha parlato anche di guardare al modello australiano. Cosa ne pensa?
Vada in Australia, allora, in un Paese in cui regole, leggi e costituzioni lo permettono. Mi sembra abbastanza malsana e confusa la sua ricostruzione.

In Italia abbiamo una civilà di leggi che le sortite di quelli come Salvini le considera fuori dalla Costituzione.

 

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