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Home » Interviste

THAT Aviation e il suo impegno nei confronti della popolazione ucraina

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La drammatica crisi in Ucraina ha visto la discesa in campo di molte aziende private, che si sono messe a disposizione con iniziative a supporto della popolazione colpita dalla guerra, sotto forma di aiuti concreti e azioni volte a risolvere problemi di grave entità tipici degli scenari bellici. Tra le realtà imprenditoriali che si sono distinte maggiormente, c’è sicuramente la Lavazza, che attraverso la sua Fondazione, ha organizzato due viaggi per portare in Italia due gruppi di minori ucraini malati di tumore per sottoporli alle cure dell’Ospedale Regina Margherita di Torino.

Ad abbracciare questo progetto, patrocinato dalla Regione Piemonte, l’azienda di brokeraggio aeronautico THAT Aviation, che ha organizzato i due voli umanitari, effettuati il 5 e 20 marzo scorso. Tra i partecipanti c’era anche uno dei fondatori della società, Luigi Annichini, che ha voluto essere presente in prima persona durante gli spostamenti. L’abbiamo raggiunto per farci raccontare quest’esperienza ricca di emozioni e lodevole sotto tutti i punti di vista.

Ecco cosa ci ha detto.

Buongiorno Sig. Annichini, dopo il contributo durante la pandemia, THAT! è stata di recente nuovamente protagonista di un’iniziativa davvero lodevole come quella di portare in Italia dalla Romania per via aerea bambini ucraini, gravemente malati di tumore, per sottoporli alle cure dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Come è nata l’idea di questo progetto?

Il gruppo promotore di queste iniziative è un mix tra pubblico e privato, tra cui la Fondazione Lavazza. Ma il progetto non sarebbe potuto partire senza il contributo fondamentale dell’Ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino, il sostegno da parte della Regione Piemonte e la partecipazione del gestore dell’aeroporto di Torino. Sono loro i veri benefattori che hanno messo a disposizione i fondi necessari all’impresa.

Dall’inizio delle ostilità siamo stati chiamati due volte ad organizzare voli charter per portare a Torino dei bimbi ucraini malati oncologici. Il nostro ruolo è stato quello di rendere materialmente possibile questa operazione con la pianificazione di voli ad hoc da Torino a Iasi, l’aeroporto rumeno più vicino all’Ucraina, e ritorno.

Il nostro intervento è stato richiesto in entrambi i casi in “short notice”, quindi con un preavviso molto breve di circa 36 ore, nelle quali abbiamo cercato il vettore aereo più idoneo alle particolari esigenze dei piccoli passeggeri, fatto le richieste necessarie agli Enti di riferimento e, una volta ottenuto il via libera, abbiamo partecipato in prima persona alla missione per garantire che tutte le procedure e le operazioni previste si svolgessero nelle tempistiche programmate.

Lasciare il proprio Paese, specie quando si è ancora molto piccoli, può rappresentare un momento traumatico per i giovani viaggiatori. In che modo hanno reagito e come sono stati supportati psicologicamente i bambini presenti sui due voli?

Per entrambi i voli era presente un’équipe medica per stabilizzare le condizioni dei piccoli pazienti e, all’arrivo, un’ambulanza per ogni bimbo malato; quindi, una quindicina direttamente nel piazzale, pronte a trasportarli in ospedale per le cure urgenti e l’inizio delle terapie. I bambini sono stati accolti e accompagnati in ogni momento.

Il supporto psicologico a sostegno di chi sta vivendo una malattia così invadente e che debba abbandonare la propria terra per scappare da una guerra incomprensibile è, mio parere, una necessità imprescindibile.

Cosa le hanno lasciato queste due esperienze così ricche di emozioni?

Spesso accompagniamo i nostri passeggeri ma, di solito le motivazioni dei viaggi sono più leggere, legate a momenti di svago e vacanze o motivi sportivi, squadre in trasferta, tifosi, incentive e convention… Assistere passeggeri così diversi dal solito, molti di loro per la prima volta su un aereo… è stata un’esperienza forte. Ci siamo resi conto che la sofferenza della loro malattia veniva alleggerita dalla speranza e la ragione del loro viaggio veniva per un momento dimenticata o attenuata grazie al calore umano e ai sorrisi delle persone che hanno permesso che questo avvenisse.

Attraverso il nostro lavoro, abbiamo contribuito, anche se in minima parte, a dare una speranza a questi piccoli bimbi sfortunati in fuga dalla guerra. Ci siamo sentiti partecipi di una solidarietà non solo detta a parole ma reale e tangibile, concreta.

Abbiamo chiuso la giornata con la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro, per una buona causa.

Pianificare e realizzare un viaggio del genere comporta una grande organizzazione e molte difficoltà da fronteggiare. Quali sono stati i momenti più delicati, prima della partenza, durante lo spostamento e all’arrivo in Italia?

Quando si pensa al volo charter si pensa all’aeroplano ma la parte più delicata, in questi casi, è legata al “ground” ovvero tutto quello che a terra è propedeutico alla partenza del volo.

L’aeroporto di Torino, che consideriamo l’aeroporto di casa (oltre a quello di Malpensa) visto i molti voli charter sportivi che abbiamo fatto per la Juventus, è stato super collaborativo come al solito.

Per entrambi i voli sono stati invitati un numero selezionato di giornalisti per dare testimonianza dell’operazione. La partenza è stata puntuale ma arrivare a destinazione e sentirsi dire che non possiamo sbarcare tutti perché il terminal è affollato dai passeggeri che cercano di allontanarsi il più possibile da quelle zone, ci ha reso chiaro subito il contesto in cui stavamo operando.

Per dare un’idea, l’aeroporto di IASI, che di solito gestisce 20 movimenti al giorno in alta stagione, in questo periodo ne deve gestire circa 100, 5 volte tanto perché la domanda di voli extra è elevatissima.

Il poco tempo a disposizione per mettere in piedi il volo e qualche ansia legata a quello che avremmo trovato a destinazione, sono stati quindi i momenti più delicati.

Il nostro duty inizia con la ricerca dell’aereo che, come dicevo, deve essere idoneo al servizio da fare, non per forza il più economico o il più piccolo ma quello giusto per il tipo di trasporto tenendo conto della durata della tratta e della comodità della cabina e aggiungo che, nella scelta della Compagnia aerea, si valuta anche l’abilità e l’esperienza dello staff, sia commerciale che di volo. Nel caso specifico, il primo è stato effettuato con un B737/400 di Air Horizont, mentre il secondo con un B737/800 di Alba Star, vettori che operano nel settore charter e che hanno gli aerei posizionati in Italia.

Come dicevamo, nei primi mesi della pandemia, THAT! è stata in prima linea per contrastare la drammatica situazione del 2020, predisponendo voli per il trasporto di medici da Cuba e di materiale sanitario dalla Cina. Quali differenze ci sono state nell’organizzazione rispetto all’ultima iniziativa?

Direi simili nella fase preparatoria del viaggio, la differenza sostanziale è la tipologia dei passeggeri trasportati, nell’ultimo caso senza dubbio più delicata con delle esigenze molto precise, avere avuto l’opportunità di essere presenti fisicamente è stato un aiuto apprezzato dai promotori di questa iniziativa umanitaria e, per noi, un’esperienza umana e professionale indimenticabile.

Oltre a Lavazza, promotrice dell’idea, sui voli erano presenti anche le rappresentanze istituzionali della Regione Piemonte, primo fra tutti il Presidente Cirio. Quale è stato il loro contributo e sono previste altre iniziative del genere?

Mi è difficile rispondere a questa domanda in quanto il nostro coinvolgimento è limitato alle nostre mansioni, parlando con le persone interessate si evince un progetto che ha radici profonde e che deve essere alimentato continuamente. Ritengo un vero privilegio avere avuto l’opportunità di collaborare a questi voli in quanto, sin dalla chiamata della Sig.ra Mirella Ciceri che è la manager di settore dell’agenzia Aci Blue Team che ci ha commissionato il commitment e con cui abbiamo in essere una collaborazione di lunga data, fino alla realizzazione dei voli, tutte le persone coinvolte senza esclusione alcuna, hanno contribuito amorevolmente per quanto possibile in quelle circostanze. A bordo, oltre al Presidente della Regione Piemonte Cirio, era presente la Vicepresidente del Senato Anna Rossomando, l’assessore Chiara Caucino, e la Dott.ssa Franca Fagioli direttrice dell’Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino.

Come si legge sui giornali, i minori ora sono al sicuro e costantemente sotto la cura dei medici dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Quali sono i prossimi step?

Difficile dire come evolverà questa situazione, certamente la necessità di portare altre persone bisognose di cure urgenti in Italia è sempre viva e noi siamo pronti a supportare ogni qualsiasi iniziativa di questo genere.

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