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Le fotografie di Shah Marai, il reporter dell’agenzia AFP morto nell’attentato in Afghanistan

Immagine di copertina

Fotografo e capo dell'ufficio dell'agenzia di stampa francese AFP, Marai è rimasto ucciso durante l'attacco kamikaze a Kabul. Qui una selezione delle sue fotografie

Shah Marai, reporter dell’agenzia di stampa AFP (Agence-France Presse) è morto il 30 aprile 2018 nell’attentato kamikaze a Kabul, in Afghanistan.

S&D

Almeno 42 persone, tra cui nove giornalisti, sono rimaste uccise in tre attentati avvenuti in Afghanistan nelle prime ore del mattino di lunedì 30 aprile 2018.

Due bombe sono esplose a pochi minuti di distanza a Kabul, mentre a Kandahar, nel sud del paese, è stato colpito un convoglio della Nato.

Il duplice attentato di Kabul è stato rivendicato dal sedicente Stato Islamico o Isis.

Tra i reporter uccisi c’è Shah Marai, il corrispondente dell’agenzia di stampa francese Afp. 

Marai, autore di di diversi reportage sulla guerra in Afghanistan, aveva recentemente scritto sul suo blog: “Non vedo via d’uscita”.

Ne ha dato notizia la stessa agenzia con un tweet.

Shah Marai è morto a 41 anni, nato a Kabul, aveva iniziato a lavorare per Agence-France Presse nel 1995.

Marai ha raccontato l’Afghanistan dal dominio dei talebani, all’invasione delle truppe americane passando per la vita di tutti i giorni.

Cosa è successo in Afghanistan il 30 aprile 2018

Questa mattina in Afghanistan si sono verificati tre attentati in poche ore: i morti sono 42, tra cui 9 giornalisti.

Due bombe sono esplose a pochi minuti di distanza a Kabul, mentre a Kandahar, nel sud del paese, è stato colpito un convoglio della Nato.

Il duplice attentato di Kabul è stato rivendicato dal sedicente Stato Islamico o Isis. Il bilancio è di almeno 29 morti e 45 feriti.

Due bombe sono esplose nella zona di massima sicurezza della città, dove sono ubicate la sede della Nato e di varie altre istituzioni internazionali.

Secondo fonti ufficiali la prima deflagrazione è stata provocata alle 8 del mattino locali (le 3.30 in Italia) da una moto bomba con a bordo un kamikaze nell’area di Shashdarak, all’altezza di un posto di controllo nei pressi della sede dei servizi segreti afgani.

La seconda strage, avvenuta circa 20 minuti dopo, sarebbe stata studiata proprio per colpire i corrispondenti e i fotografi che si sono recati sul posto dopo la prima esplosione: anche il kamikaze si era finto un reporter.

A Kandahar, nel sud dell’Afghanistan, è stato invece attaccato un convoglio della Nato. Il primo bilancio è di almeno 13 morti e 15 feriti.

Un kamikaze, forse alla guida di un’autobomba, si è fatto esplodere. Tra le persone colpite nell’attacco ci sarebbero sia civili (studenti di una Madrassa) che soldati stranieri.

Nella zona opera il contingente romeno nel quadro della missione ‘Resolute Support’ della Nato. L’attacco, non ancora rivendicato, è avvenuto nel distretto di Daman.

I tre attentati arrivano solo una settimana dopo che un’esplosione ha colpito un centro di registrazione degli elettori a Kabul, uccidendo almeno 57 persone e ferendone più di 100.

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