Com’è crescere in Russia
La fotografa Irina Yulieva ha documentato i giovani russi di oggi ritraendone le abitudini più intime nella loro vita quotidiana
Ciascuno di noi riconosce se stesso guardandosi allo specchio giorno dopo giorno, non c’è dubbio. Se non ci guardassimo allo specchio per mesi o anni, con buona probabilità, non ci riconosceremmo più. Eppure, avete mai provato a soffermarvi su questo punto: come eravamo davvero da adolescenti? E come abbiamo fatto a diventare le persone che siamo?
Durante la crescita, nel periodo di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, il nostro corpo cambia forma, assume nuovi contorni. Quando pensiamo di aver finalmente imparato a conoscere il nostro corpo, ecco che questo complesso meccanismo ci sfugge di mano. La pelle cambia colore, i capelli il proprio aspetto. L’umore cambia più in fretta: prima sorridiamo, poco dopo piangiamo.
Spesso indossiamo una maschera, ci sentiamo soli, non ci sentiamo compresi. A volte ci sentiamo già grandi e maturi, poco dopo di nuovo bambini. L’adolescenza è un momento denso di esperienze per ciascuno di noi. I cambiamenti si riflettono anche nella quotidianità, nei rapporti con i coetanei e con il mondo degli adulti, e spesso si è costretti a fare i conti con momenti di crisi.
Questo è quanto pensa la fotografa russa Irina Yulieva, cresciuta nella San Pietroburgo degli anni Ottanta, che nel 2012 ha realizzato un progetto fotografico sull’adolescenza dal titolo Tender Age, che è anche stato sviluppato in un libro pubblicato dalla casa editrice tedesca Pogo books. Vivere in prima persona la crescita della figlia adolescente è stato di grande ispirazione per il progetto.
“Fotografando i giovani d’oggi è come se avessi ripercorso la mia stessa giovinezza, e in particolare ho potuto osservare le differenze nelle abitudini della vita quotidiana tra i due periodi”, ha detto Yulieva al sito Dazed, dove sono state pubblicate le immagini del suo progetto. Le fotografie ritraggono le scene di vita quotidiana vissuta dalla figlia e dai suoi amici, e mostrano anche situazioni molto intime.
“Mentre li fotografo, rivivo continuamente il mio passato: il primo amore, le prime delusioni, la discoteca piena di adolescenti ubriachi. Quelle stesse situazioni mi fanno tornare indietro nel tempo, mi fanno pensare che tutto ciò sia finito…”.
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