Il Mare dell’Ungheria

Il fotografo polacco Michal Solarski ha fotografato il lago Balaton, dove andava in vacanza nel periodo della Cortina di Ferro. Da allora non è cambiato molto
“Era il momento più eccitante dell’anno. Per noi, provenienti dalla triste, fredda e grigia Polonia, era come una finestra sul mondo. Il viaggio, lungo quasi 500 chilometri, poteva durare anche un giorno intero se alla frontiera i doganieri ci avessero scambiati per trafficanti. In tal caso sarebbe seguita una perquisizione lunga anche diverse ore,” racconta il fotografo Michal Solarski.
“Per mangiare avevamo dei voucher messi a disposizione dal governo, più una piccola quota di denaro nella valuta locale. Una volta arrivati però, eravamo circondati da una marea di profumi e colori. Potevamo finalmente giocare tutto il giorno sulla spiaggia e fare il bagno in un rilassato clima vacanziero. Per me era un vero e proprio paradiso”.
Il lago Balaton è il bacino di acqua dolce più grande dell’Europa centrale. Non avendo l’Ungheria uno sbocco sul mare, il Balaton viene anche soprannominato il mare dell’Ungheria.
A partire dagli anni Sessanta, questo lago divenne una delle destinazioni turistiche più popolari tra i lavoratori ungheresi e quelli provenienti da alcune altre repubbliche a est della Cortina di Ferro.
Non potendo raggiungere le spiagge del Mediterraneo a causa delle restrizioni imposte dai governi comunisti, per la maggior parte degli abitanti dell’Europa dell’est, abituati a lunghi e freddi inverni, il paesaggio e il clima del Balaton erano un vero e proprio toccasana. Non a tutti però, era concesso il lusso di viaggiare al di fuori dei confini nazionali.
Il fotografo polacco Solarski era tra i pochi fortunati che potevano passare le proprie vacanze estive al lago Balaton.
Dopo aver trovato nell’album di famiglia una stampa sgualcita in cui era ritratto sulle rive del lago accanto a sua sorella, il fotografo ha dato vita a un progetto chiamato Hungarian Sea, in cui mostra com’è l’estate intorno al Balaton.
Oggi la situazione sul Balaton non è cambiata molto rispetto al periodo comunista. Le foto di Solarski ricordano l’atmosfera del periodo sovietico, e raccontano Balaton attraverso gli occhi di un ragazzo che negli anni Ottanta ci passava le sue vacanze estive.