Come è rinato un borgo medievale italiano colpito dal terremoto
Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo, si è reinventato, passando dall'agricoltura e dal commercio della lana al turismo naturalistico sulle pendici del Gran Sasso
Santo Stefano di Sessanio è un piccolo borgo situato nella provincia dell’Aquila. È stato abbandonato dalla maggior parte degli abitanti in seguito al terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2009, distruggendo diversi centri abitati.
Oggi la maggior parte delle strutture sono state riparate dai danni. I comuni e le aree limitrofe, situate alle pendici del Gran Sasso e del parco dei Monti della Laga, stanno diventando famose, grazie a un nuovo afflusso di turisti.
Gli abitanti di Santo Stefano sono appena 108, meno di un decimo della popolazione che viveva nel paese nel periodo antecedente allo scoppio della prima guerra mondiale. Il piccolo borgo aquilano ha vissuto per secoli di agricoltura e commercio della lana ma, come accaduto a molti centri circostanti, tanti residenti sono emigrati per cercare lavoro nelle città più grandi, abbandonando del tutto il paesino dopo la crisi dell’industria locale.
Anche se esistono ancora pastori e contadini che abitano le zone, il piccolo borgo prova a vivere di turismo, con i residenti che cercano di attirare i visitatori appassionati di paesaggi naturalistici, anche nelle zone del vicino borgo di Rocca Calascio.
Sono sorti una decina di alloggi e secondo i dati più recenti diffusi dal dipartimento del turismo regionale, il numero dei visitatori è salito dai 900 del 2005 ai 4.361 del 2013.